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In un ormai lontano 20 agosto del 2020 uno studio cinese ai tempi praticamente sconosciuto, Game Science, mostra al mondo il suo Action/RPG all’epoca ancora in fase pre-alpha, ma dai lavori sufficientemente avanzati da mostrare in chiaro tutte le sue potenzialità ludiche e tecniche, presentandolo come uno dei primi progetti per una nuova generazione che in quel momento ancora doveva cominciare.
Ma nonostante fosse sbucato fuori dal nulla e proveniente da un team che probabilmente in pochissimi avevano sentito nominare, quella presentazione fu sufficiente per lasciare a bocca aperta la maggior parte degli spettatori, ammaliati non solo dalla potenza tecnica e direzione artistica evocativa, ma anche da un gameplay frenetico e coinvolgente che già in pochi minuti sembrava dimostrare potenzialità fuori dal comune. In un attimo Black Myth Wukong conquista i riflettori imponendosi subito come uno dei giochi più attesi della next-gen. L’idea di Game Science è piuttosto intrigante: far scoprire al più vasto pubblico internazionale le meraviglie della mitologia cinese, per molti assai meno nota rispetto a quella nipponica, raccontando una storia inedita basata sulla figura di Sun Wukong, il leggendario Re Scimmia de Il Viaggio in Occidente.
Negli anni successivi Black Myth Wukong si fa sempre più concreto, convincendo ad ogni nuova presentazione ed aumentando sempre di più le aspettative degli appassionati. Per l’esordio sul mercato Game Science sceglie una data significativa: 20 agosto 2024, quattro anni esatti dopo quel reveal che lasciò a bocca aperta. E quattro anni dopo l’opera completa ha mantenuto le promesse, dimostrandosi uno dei migliori giochi attualmente disponibili nella generazione corrente.
L’approccio del team cinese per la narrativa è un’idea in un certo senso inaspettata. Black Myth Wukong è infatti inteso come un “seguito” de Il Viaggio in Occidente, che prende il via dopo un incredibile prologo che ci mette davanti alla fine dello stesso Sun Wukong dopo un epico combattimento con Erlang Shen alla guida di un esercito mandato dalla Corte Celeste desiderosa di sottomettere il Re Scimmia al suo volere. Sigillato in una pietra in cima al Monte Huaguao, l’essenza di Wukong viene divisa in sei reliquie, con le scimmie della regione che nei secoli a venire proveranno invano a recuperarle nel tentativo di farlo resuscitare. La storia di Black Myth Wukong ci mette nei panni di una di tali scimmie, il Predestinato, che inizierà il suo viaggio alla ricerca delle reliquie, esplorando regioni remote e confrontandosi con indicibili pericoli e temibili avversari.
Pur raccontata in modo semplice e lineare, la storia di Black Myth Wukong potrebbe non essere di immediata comprensione per coloro che non conoscono Il Viaggio in Occidente, opera alla quale il gioco è strettamente legato, tuttavia la presenza di un ricchissimo e dettagliato Codex, pieno di racconti su ogni singola figura e scenario, permette di avere un background molto più chiaro sul contesto narrativo su cui si poggia l’avventura del Predestinato. Anche senza una piena comprensione dell’opera di riferimento, l’evoluzione della storia di Black Myth Wukong riesce ugualmente a conquistare grazie a dialoghi azzeccati, figure chiave tanto enigmatiche quanto affascinanti e uno scopo che resta comunque sempre ben chiaro: raccogliere le reliquie di Wukong per far resuscitare il Re Scimmia decaduto attraverso il Predestinato sua reincarnazione.
Un applauso lo meritano in particolare le magistrali sequenze animate alla fine di ogni Capitolo dell’avventura, cariche di significato e dai temi profondi che riescono a smuovere l’attenzione e l’animo dello spettatore.
Ma in Black Myth Wukong è il gameplay a rivestire il ruolo di protagonista principale, strutturato come un Action/RPG elegante nel sistema di combattimento e dalle sfide spesso impegnative che metteranno alla prova le abilità ed i riflessi del giocatore. Nonostante la sua impostazione potrebbe subito farlo pensare, forse non è davvero corretto definire un “Soulslike” il titolo targato Game Science. Pur riprendendone alcuni elementi come le cure limitate, la stamina ed i checkpoint dove riposare facendo poi rinascere i nemici sconfitti, Black Myth Wukong segue in realtà una strada più vicina all’Action/RPG puro: in caso di sconfitta non si perde nulla in termini di EXP e Volontà (la valuta in-game), è possibile mettere il gioco in pausa in ogni momento e con un update post-lancio sono state anche aggiunte le mappe di ogni scenario in modo così da orientarsi più facilmente. Wukong è dunque piuttosto lontano dalla filosofia dei giochi FromSoftware ed affini, ciò però non toglie che ha tutte le carte in regola per regalare una sfida ricca di stimoli.
Da dire che gli scontri contro i nemici standard non risultano mai troppo ostici od impegnativi (se non in alcuni casi), perfetti dunque per fare incetta di EXP con cui potenziare il Predestinato. Con le tante, tantissime Boss Fight il discorso cambia: in Wukong ce ne sono una marea, alcune magari più di routine ed altre invece più importanti ed elaborate che lasciano senza parola per la loro messa in scena e per i pattern sfoggiati dai nostri poderosi avversari, dando vita a battaglie al cardiopalma in cui dare libero sfogo ad ogni attacco, combo e magia a disposizione.
Dato il loro enorme numero sembra quasi di essere davanti a una Boss Rush, ma in realtà è molto meglio di così. A colpire è infatti l’unicità data ad ogni combattimento, con ripetizioni praticamente ridotte all’osso e con tutte le battaglie che hanno sempre qualcosa di diverso e sorprendente da offrire, in grado di premiare coloro che studiano con attenzione i pattern elaborando le strategie migliori per raggiungere la vittoria con le risorse a disposizione.
E’ qui che risiede la forza di Black Myth Wukong: non è un gioco difficile per il gusto di esserlo, ma anche nelle sue battaglie più ardue (e ce ne sono, soprattutto nelle fasi avanzate dell’avventura) offre sempre un chiaro escamotage per spuntarla una volta compreso come contrastare l’offensiva nemica, al punto che di avversari “scorretti” o sbilanciati quasi non vi è l’ombra all’interno del gioco. Siamo davanti alla più pura prova di abilità, una sfida vera e genuina che mette a disposizione del giocatore tutti i mezzi per superare qualunque ostacolo che si tratti di un Boss, un aggressivo gruppo di nemici o qualche trappola attraverso le ambientazioni.
Tutto ciò viene poi valorizzato da una progressione del nostro personaggio che lascia spazio alla costruzione delle build più disparate. Le abilità da sbloccare sono tantissime e c’è sempre la possibilità di effettuare un respec ai checkpoint così da sperimentare altre build, senza poi dimenticare le innumerevoli trasformazioni a disposizione del Predestinato, da sbloccare avanzando nel gioco e sconfiggendo alcuni avversari specifici. Il giocatore può personalizzare il protagonista nel modo più disparato grazie alle innumerevoli abilità da sbloccare, scoprendo un poco alla volta le notevoli potenzialità di un sistema di combattimenti rapido, frenetico e capace di regalare grandi soddisfazioni una volta approfondito. Forse l’unico peccato è da ricercare negli equipaggiamenti limitati, che si tratti di armi o armature, presenti in numero ridotto. Ciascun bastone ha i suoi tratti peculiari, tuttavia le combo a disposizione non cambiano e non si sbloccano attacchi specifici. Si tratta giusto di un neo, un’osservazione volendo, che magari se sviluppato meglio avrebbe potuto dare al combat system ulteriore profondità di quanto già non dimostra.
Anche il level design poteva forse osare un po’ di più. Gli scenari che caratterizzano i sei Capitoli dell’avventura hanno tutti una struttura sostanzialmente semplice e lineare, pur lasciando comunque spazio all’esplorazione che, anzi, viene fortemente incentivata grazie alle numerosi utili risorse che è possibile rinvenire, agli oggetti indispensabili per il potenziamento delle cure o dei parametri vitali e magici del protagonista, a Boss e percorsi segreti che vale la pena scoprire visto che in molti casi danno accesso a nuove risorse ancora ed equipaggiamenti preziosi per modificare e perfezionare al meglio ogni statistica. Al netto dunque di armi ed armature limitate, la componente ruolistica è forte in Black Myth Wukong e la larga maggioranza degli oggetti trovati lungo il cammino dimostrano di avere un’utilità a seconda delle circostanze e delle sfide da affrontare. E nonostante la loro semplicità, esplorare da cima a fondo ogni ambientazione è un vero piacere, al netto magari di qualche “muro invisibile” di troppo che limita la nostra libertà di movimento. Curiosa poi la gestione del Capitolo 6, l’unico strutturato come un vero e proprio open world seppur di piccole dimensioni e che introduce un’intrigante meccanica, peccato giusto che quella mappa sia un po’ troppo vuota pur offrendo alcuni Boss memorabili ed impegnativi.
C’è dunque qualche incertezza nell’impianto ludico di Black Myth Wukong, tuttavia i suoi limiti sono pienamente compensati da così tanti punti forti che alla fine diventa impossibile staccarsi dall’opera Game Science. La bellezza dei combattimenti, l’unicità delle Boss Fight, il bestiario notevolmente variegato e le tante opportunità di sviluppo rendono Wukong uno degli Action/RPG più completi ed avvincenti sulla piazza, che tiene compagnia tranquillamente per una trentina di ore concentrandosi sulla storia principale ma andando ancora più lungo per chi vuole scoprire tutte le attività secondarie ed arrivare la fatidico True Ending.
Lo splendore di Wukong passa anche dalla sua direzione artistica, superlativa nel dare una precisa caratterizzazione ad ogni capitolo e con una cura nei particolari che dimostra tutta la passione messa dagli sviluppatori nel rendere giustizia ad ogni scenario, ai riferimenti mitologici e culturali che permeano la produzione e nel creare un’atmosfera immersiva e coinvolgente che rende ancora più speciale il viaggio del Predestinato. La messa in scena di certe Boss Fight, in particolare le più importanti, è un altro grande punto a favore dell’opera, che spinge forte sul lato artistico e su visuali evocative anche quando si è nel pieno di uno scontro epocale. Game Science ha anche sfruttato al meglio l’Unreal Engine 5 dando vita a un lavoro tecnico pregevole sebbene con alcune sbavature. Da dire che con le varie patch anche su PS5 la situazione è migliorata in modo più convincente, specialmente giocando in modalità Performance, sebbene persistano alcuni limiti che comunque non vanno a rovinare un gioco eccezionale in tutto il resto.
Ed eccezionale è anche l’accompagnamento sonoro, a partire da un doppiaggio che sia in cinese che in inglese fa la sua dannata figura grazie a livelli recitativi di alto livello. Che dire poi della colonna sonora, che in tanti casi rende ancora più coinvolgenti le battaglie e che mescola cultura cinese, sottofondo d’atmosfera, epicità ed emozioni tutte insieme grazie a una composizione orchestrale certosina? Lato sonoro non c’è nulla lasciato al caso, con un lavoro eccellente svolto anche negli effetti.
Perché Black Myth Wukong è un gioco che rende felici dando soddisfazioni agli appassionati? Perché per davvero ha mantenuto le promesse. Da quella iniziale presentazione di quattro anni prima l’opera non è cambiata chissà quanto, mantenendo intatto lo stesso impatto spettacolare provato dopo aver visto quel promettente reveal trailer. Game Science ci ha messo anima e corpo nello sviluppo del loro gioco e, al netto di alcune sbavature, risultato migliore non poteva esserci. Siamo davanti a uno dei più grandi giochi dell’intero 2024 nonché ad una delle opere migliori e più significative della generazione in corso, che pone sui radar uno studio cinese alla sua prima vera prova che si può considerare superata a pieni voti. Il viaggio del Predestinato sulle orme di Sun Wukong è un’esperienza da vivere tutta d’un fiato, di quelle che ti restano impresse nella memoria e che ti arricchiscono come appassionato.
Voto assegnato da ChrisMuccio
Media utenti: 8.7
Sì considera che in generale negli ultimi anni ho faticato a stare appresso ai giochi troppo lunghi, quelli che durano svariate decine di ore. Anche se ultimamente sto cercando di impegnarmi di più in tal senso, il tempo resta comunque tiranno, poco da fare
D'accordo su tutto e nonostante qualche imperfezione voto adeguatissimo, non a caso è il mio GOTY indiscusso 2024
Amato nel profondo dal primo all'ultimo secondo, penso sia già entrato di diritto tra i miei giochi preferiti di questa generazione.
Inauguriamo subito il 2025 videoludico con un giro al mercatino.
Buon anno compari di Ludomedia, che vi regali soddisfazioni immense 🤙
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