Ludomedia è il social network per chi ama i videogiochi. Iscriviti per scoprire un nuovo modo di vivere la tua passione.

Split Fiction – Recensione

Il protagonista della nostra nuova recensione è niente meno che Split Fiction, la nuova sfida collaborativa ideata dal team di Hazelight Studios. L'azienda svedese, capitanata da Josef Fares e supportata da Electronic Arts, continua il suo percorso evolutivo incentrato sui giochi in cui il supporto di un amico sarà fondamentale per avere successo. E questa volta preparatevi a un vero e proprio viaggio nella fantasia.



“Eravamo quattro amici al bar…



…che volevano cambiare il mondo”. Cantava così Gino Paoli in una celeberrima canzone italiana. Il mondo di Josef Fares è stato però stravolto da due amici e dalla possibilità di farli collaborare. L'antesignano del co-op perfetto fu Brothers: A Tale of Two Sons di Starbreeze Studios, poi entrò in gioco Hazelight Studios. A Way Out, nel 2018, strappò grandi consensi, ma è con It Takes Two che il team raggiunse l'Olimpo. Inutile dire che cotanto successo ha generato un grande hype attorno a Split Fiction, gioco che arriva quattro anni dopo le disavventure di Cody e May.



Come è facile immaginare, i protagonisti, o per meglio dire le protagoniste, sono ancora due. Mio e Zoe sono aspiranti scrittrici, votate però a generi e con caratteri che si trovano generalmente agli antipodi. Zoe è una ragazza solare ed espansiva, appassionata di romanzi fantasy: i suoi scritti sono incentrati su draghi, cavalieri e magia. Mio invece è fedele allo sci-fi, tra luci al neon, futuri distopici e macchine volanti. Proprio come sono a volte le sue ambientazioni, la ragazza è più cupa e chiusa. Apparentemente, le personalità di Mio e Zoe sembrano immiscibili, come l'acqua e l'olio, ma è qui che il destino gioca il suo tiro mancino. La coppia infatti si incontra alla Rader Publishing, dove sono state chiamate con la prospettiva di firmare il loro primo contratto.



L'invito è però un pretesto per collegarle a un innovativo strumento. Utilizzandolo, è possibile dare forma ai propri pensieri per affrontare simulazioni basate su quanto immaginato. Tutto molto bello, se non fosse che gli scopi della ditta non sono così cristallini. Zoe si lancia subito nell'esperienza, mentre Mio è restia al punto da cercare la fuga. Questo la porterà a scontrasi con Zoe e cadere nelle sue fantasie, aprendo le porte a glitch e riscontri imprevedibili. Inizia così l'avventura collaborativa di Hazelight Studios, in cui le due autrici dovranno addentrarsi sempre più nel sistema mentre risolvono i loro problemi. Nonostante all'apparenza la storia possa sembrare meno impattante di quella raccontata con It Takes Two, vi assicuriamo che con il passare delle ore rimarrete totalmente ammaliati dalle vicende di Mio e Zoe.



https://www.playstationbit.com/wp-content/uploads/2025/03/split-fiction-hazelight-studios-recensione-review-1.jpg



Il gameplay di Split Fiction



Senza spingerci ulteriormente nei risvolti di una trama che fa da fulcro all'esperienza (e che pertanto merita di non ricevere ulteriori spoiler), possiamo parlarvi in maniera più dettagliata delle meccaniche che muovono Split Fiction. Lo stile visto in It Takes Two viene mantenuto, con momenti platform che si mischiano a puzzle e sezioni action. Dimenticate però lo stile cartoon, in favore di una veste più realistica. I giocatori, che avranno il controllo di Mio o di Zoe, dovranno collaborare per risolvere i problemi o superare una serie di sfide. La curva di difficoltà rimane sempre dolce, permettendo a qualsiasi tipologia di giocatore di sentirsi pienamente coinvolto.



Le particolari scelte narrative di Hazelight Studios hanno inoltre lasciato totale libertà al team nel creare le varie sezioni. Basando l'intera esperienza sulla fantasia, è stato infatti possibile inserire qualsiasi tipo di stranezza, mantenendo il filo conduttore del dualismo fantasy-fantascientifico. Questo fa sì inoltre che non vi siano mai elementi ridondanti oppure sezioni che sanno di già visto: Split Fiction è una continua scoperta, dall'inizio alla fine. L'intera storia viene proposta con la consueta qualità, sfruttando appieno le esperienza passate per offrire un gioco maturo sotto ogni aspetto.



Molto interessante, ad esempio, l'alternanza di visuali: passeremo dalle due alle tre dimensioni senza soluzione di continuità, per rendere le sezioni dinamiche e per spingere i giocatori a non fossilizzarsi su determinate azioni. Questo è anche uno dei focus di Split Fiction: difficilmente potremo affidarci a qualcosa di già fatto in precedenza, così come non potremo sfruttare suggerimenti o marker. Saremo spinti a collaborare non solo all'interno del gioco, ma anche esternamente, dialogando con il nostro compagno d'avventure per venire a capo delle varie prove.




Questo puoi farlo solo tu



In uno spirito di profonda collaborazione, Split Fiction cerca di mantenere in equilibro la bilancia dei compiti assegnati ai giocatori. Per questo non stupisce che all'interno delle varie sezioni i poteri di Mio e Zoe siano studiati per incastrarsi e per non essere quasi mai sovrapponibili. Detto che alcune azioni saranno necessariamente “condivise”, ci troveremo sempre a poter fare cose che saranno precluse al nostro aiutante.



Questo rientra nella già citata ottica di sentirsi sempre utili, elemento fondamentale in un gioco collaborativo. Split Fiction si dimostra davvero salomonico nella suddivisione dei compiti, spingendo i giocatori a confrontarsi spesso (magari grazie alla chat vocale di PlayStation) per tirarsi fuori dagli impicci. Questo crea anche un certo fattore di rigiocabilità, dato che una volta completata l'avventura utilizzando un personaggio potremo decidere di riaffrontarla con l'altro. Non che la longevità generale sia risicata: per completare l'avventura dovremo infatti impiegare una quindicina di ore circa.



In questo lasso di tempo, avremo modo di vedere tutto l'amore che Hazelight Studios ha riversato nella sua creatura. Oltre alle aree in cui la trama principale ci porterà, i giocatori potranno infatti esplorare una serie di mondi alternativi con delle regole uniche, che sostituiscono i vecchi mini giochi. Preparatevi a vestire i panni di ninja, cavalcatori di draghi e persino… Maiali. Sì, perché Split Fiction non pone un limite alla fantasia, puntando su una proposta in grado di lasciare sempre a bocca aperta i giocatori. La bellezza dell'opera risiede anche in questo: un continuo senso di sorpresa che spinge a continuare l'esplorazione per scoprire cosa ci aspetta dopo.



https://www.playstationbit.com/wp-content/uploads/2025/03/split-fiction-hazelight-studios-recensione-review-2.jpg



Il comparto tecnico di Split Fiction



Se con No Way Out alcuni critici avevano espresso delle perplessità in merito all'abilità tecnica del team, già con It Takes Two i soggetti meno convinti si erano ricreduti. Non stupisce quindi che anche Split Fiction si attesti su livelli di eccellenza molto alti, sia per quanto riguarda il comparto grafico, sia per quanto concerne il sonoro. Le ambientazioni sono ricche di dettagli e ottimamente tematizzate, con elementi sempre diversi in grado di colpire l'occhio. Trovare le vostre aree preferite dipenderà molto anche dai vostri gusti personali, ma siamo certi che non farete fatica a innamorarvi di alcune delle zone proposte.



La stessa cura è stata riposta anche nella colonna sonora di Split Fiction, sempre puntuale e in grado di sottolineare al meglio i vari momenti di gioco. Proprio parlando di audio, è doveroso sottolineare che ancora una volta il titolo è interamente doppiato in italiano, con una recitazione peraltro di ottima qualità. Affrontare l'avventura senza doversi concentrare sui sottotitoli (comunque disponibili, anche con specifiche per non udenti) ha ovviamente il merito di aumentare in maniera esponenziale il coinvolgimento dei giocatori. Da sottolineare anche la totale assenza durante la nostra prova di bug o glitch, se non per qualche piccola sbavatura che siamo certi verrà sistemata da una patch correttiva.



Una menzione va fatta anche per la fluidità generale del gioco, sempre impeccabile sia che stiate affrontando l'avventura in locale, sia che stiate giocando in rete. Innovativa sotto questo aspetto l'idea del Friend Pass, già vista nella altre opere ma ora ampliata con compatibilità tra console. Trattandosi di un gioco esclusivamente collaborativo, la scelta di Hazelight è incredibilmente intelligente e lungimirante. Basterà infatti una sola copia del gioco per poter condividere l'esperienza con un amico e divertirsi con l'avventura di Mio e Zoe.



Il Platino di Split Fiction



A eccezione di un singolo trofeo legato alla storia, tutte le richieste incluse nella lista di Split Fiction richiederanno di completare sfide secondarie oppure azioni di miscellanea. Come nei precedenti titoli di Hazelight, la presenza della selezione capitolo vi permetterà di recuperare eventuali coppe dimenticate per strada. Per completare l'impresa non dovrete fare particolari sforzi, ma fate attenzione: sfruttando il Friend Pass, solo chi possiede fisicamente il gioco sbloccherà le coppe. Cacciatore avvisato, mezzo salvato.




L'articolo Split Fiction – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

Continua la lettura su www.playstationbit.com

venerdì alle 17:11

Questo sito utilizza i cookie. Continuando la navigazione o scorrendo questa pagina acconsenti all'utilizzo dei cookie come descritto nella Cookie Policy.