Kiki – Recensione Speedrun
Il coloratissimo platform Kiki è il protagonista della nostra nuova recensione Speedrun. Il team di eastasiasoft propone agli appassionati del genere un titolo frenetico, in cui bisognerà eseguire salti precisissimi e schivare un numero incredibile di trappole, con il solo scopo di dimostrare la propria abilità. E ovviamente, di ottenere qualche trofeo.
Mi piacciono le coppe
Da buoni fan di PlayStation, molti di voi avranno associato i trofei indicati nella nostra prefazione a quelli virtuali, tanto amati dai cacciatori. Si tratta però solo di mezza verità, perché lo scopo di Kiki è proprio quello di raccogliere la coppa presente alla fine di ogni livello, con l'obiettivo appunto di dimostrare al mondo la propria abilità. Il coloratissimo titolo di eastasiasoft non vanta alcun tipo di trama: interpreteremo un generico omino stecco che si muove in una serie di livelli simili a stanze di gioco.
A dire il vero, le fattezze del protagonista si evincono dal logo del gioco, dato che Kiki è un platform in prima persona. Non vedremo dunque mai il nostro aspetto ma soltanto un mirino centrale che ci aiuterà a regolare i salti. Il gioco si divide in vari mondi di difficoltà crescente, ognuno con nuovi ostacoli e con una traccia musicale dedicata. Ogni livello vi porterà via una quantità variabile di tempo: i primi dureranno qualche secondo, mentre quelli avanzati supereranno i 5 minuti totali. Ad aiutarci a quantificare il tutto avremo un timer nella parte alta dello schermo, che fortunatamente non implica limiti di tempo né eventi imprevisti.
L'intero gioco si limita a questo, senza possibilità di affrontare modalità secondarie o aggiungere qualche variante o un motivo per magari migliorare i nostri tempi. L'unica possibilità extra sarà quella di raccogliere stelle, senza però nessuno scopo se non la soddisfazione personale. Se a questo aggiungiamo un gameplay non esattamente innovativo, è facile capire che il titolo di eastasiasoft mette davvero poca carne al fuoco, anche per gli amanti dei platform più sfegatati.
Il gameplay di Kiki
Come potete aspettarvi da quanto spiegato fino ad ora di Kiki, il gameplay è incredibilmente basilare. I mondi sono composti da una serie di piattaforme sospese su cui ci dovremo spostare. Lo stile ricorda i giochi dei bambini, con colori sgargianti e cubi alfabeto sparsi qua e là. Negli schemi avanzati dovremo anche trovare delle chiavi colorate che attivano dei cancelli, sbloccando nuove aree e possibilmente la strada verso l'uscita. A ostacolare il giocatore troveremo come detto varie trappole, solitamente punte, voragini e lame rotanti.
Il margine di errore è davvero poco, tanto che basterà sfiorare un elemento per portarci alla morte. Questo implica anche la necessità di ricominciare l'attuale livello da zero, dato che non esistono checkpoint intermedi. Se nei primi schemi questa risulta una scelta non troppo penalizzante, morire dopo 5 minuti di salti e chiavi potrebbe portare i giocatori meno pazienti sull'orlo di un esaurimento nervoso. Se a questo aggiungiamo dei comandi non perfetti, è facile capire che l'avventura nel mondo di Kiki non sarà per tutti.
Parlando del comparto tecnico, il titolo non brilla certo per qualità o innovazione. La stragrande maggioranza di tablet e smartphone potrebbero far girare Kiki senza alcuna fatica né rallentamento, segno che forse una console come PlayStation 5 (ma anche la 4) è parecchio esagerata per gestire il gioco. La colonna sonora è alienante, con un motivetto ripetuto e sempre uguale in tutti i livelli di uno stesso blocco. Una maggior varietà avrebbe sicuramente reso più piacevole affrontare gli schemi.
Il Platino di Kiki
Se siete cacciatori che amano i trofei di PlayStation e non solo quelli alla fine dei livelli, allora sappiate che la lista di Kiki è incredibilmente semplice da riassumere. Per ottenere il Platino del gioco dovrete semplicemente (si fa per dire) completare 60 livelli. Il tempo e gli sforzi per completare l'impresa dipendono ovviamente dal singolo giocatore, ma chi è digiuno di platform potrebbe fare davvero fatica a completare l'elenco. In quel caso, meglio virare su altre opere più semplici.
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