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Diablo IV Vessel of Hatred Recensione

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Vessel of Hatred Recensione inizia con una confessione. Devo ammetterlo: ho vissuto un rapporto profondamente contrastante con Diablo IV, un po' come tanti altri appassionati. Se in un primo momento, mosso soprattutto dall'hype e da quel desiderio irrefrenabile di ritornare nell'universo ludico e narrativo creato da Blizzard, dopo aver frantumato le migliaia di ore macinate sul terzo capitolo, successivamente ho sviluppato una sorta di rifiuto atavico nei confronti del gioco. Negli ultimi mesi ci ho provato e riprovato ma, onestamente, non ho mai ritrovato quella genuina voglia di macinare demoni su demoni, al netto delle tante novità introdotte col passare del tempo.



D'altronde, il percorso di affinamento e di modellazione di Blizzard è stato lapalissiano, con la compagnia che ha dimostrato di voler a tutti i costi cercare di “correggere il tiro” e di plasmare "nuovamente" l'esperienza per renderla più vicina al gusto della maggior parte dei fan che, come il sottoscritto, hanno iniziato (forse in maniera troppo repentina) ad abbandonare Sanctuarium.



Tutti questi si concetti si fondono tra loro e prendono il nome di Vessel of Hatred, prima grossa espansione messa su da Blizzard e che, onestamente, ha superato di gran lunga le nostre aspettative. Grazie ai nuovi elementi introdotti, infatti, Diablo IV è diventato un prodotto di gran lunga più interessante, longevo e soprattutto accattivante e stimolante, e siamo convinti che questo potrebbe essere soltanto il primissimo passo verso road map di miglioramento e perfezionamento a dir poco promettente.
Diablo IV Vessel of Hatred Recensione | Ritorno all'oscurità
Come da tradizione per i giochi di Blizzard, l'uscita del DLC è stata accompagnata da una campagna di marketing spaventosa. Tra dev diary, nuove informazioni e le immancabili cinematiche ricche di amore e passione per il proprio lavoro, la compagnia californiana ha riacceso senza troppi affanni l'interesse per Diablo IV, con buone ragioni. Il nostro eroe, che per l'occasione è per forza di cose un personaggio creato da zero per vivere in prima persone le emozioni tipiche dell'utilizzare una nuova classe (ne riparleremo dopo), riprende il viaggio praticamente esattamente da dove lo si era concluso in termini di narrazione, ossia alla ricerca di Neyrelle.



Me lo ricordo ancora perfettamente: dopo aver concluso la storia principale di Diablo IV ero assolutamente convinto che ci saremmo ritrovati a parlare dell'importanza di Neyrelle e della sua scelta di “imbarcarsi” verso nuovi, oscuri, orizzonti, alla ricerca di risposte, tra le fauci di un destino oscuro e infausto, ma non mi sarei immaginato che, col tempo, il blocco narrativo avrebbe preso una piega simile. Neyrelle si è rivelato un personaggio ben più enigmatico e importante ai fini della storia di quanto mi sarei mai immaginato e, se aveste ancora qualche dubbio, Vessel of Hatred è pronto a fugarli senza troppi giri di parole.



Sulle tracce della giovane e temeraria Neyrelle, che dopo aver imprigionato Mefisto, il Primo Maligno, ha dovuto imparare e combattere con il gigantesco fardello del dover trovare per forza un modo per sigillarlo definitivamente, ho avuto modo di arrivare in una regione completamente nuova, che fa da sfondo agli eventi del DLC per praticamente tutta la sua durata che, vi anticipo, può raggiungere e superare tranquillamente le 15 ore di gioco, per quanto però, onestamente, il finale mi è sembrato un po' troppo frettoloso e arrivato in maniera forse troppo brusco. Diablo IV Veselle of Hatred è un esempio perfetto di come è possibile creare una sorta di dicotomia audiovisiva impressionante.



Contrariamente al suo voler essere il seme del ritorno all'oscurità, la nuova regione è, invece, una distesa di verde e costruzioni in stile Maya, e la maggior parte delle attività si svolgono sotto la luce battente del sole, immersi in una vegetazione morente e un universo architettonico fiorente, ma allo stesso tempo tristemente in decomposizione. Nahantu, la nuova regione, è in realtà però ben piedi questo.



Pur essendo una location originale e creata ad hoc per la prima espansione, è però evidente la forte ispirazione al tanto amato Diablo II, considerato ancora oggi uno dei migliori capitoli della serie, non soltanto a livello estetico ma anche a livello più pratico.



Durante l'esperienza è infatti possibile ritrovare luoghi già visti nel secondo capitolo, tra cui Travincal e la famosa giungla scorticatrice e Kurast, il cui Bazar è, addirittura, l'hub principale di questa nuova area. In questo contesto narrativo e creativo, manco a dirlo, nuovo e vecchio si fondono senza soluzioni di continuità, creando così la location perfetta, capace di accontentare sia i veterani sia i giocatori più giovani e meno avvezzi con la serie. Ho apprezzato veramente tanto la nuova area, anche perché ha veramente tanto da dire e da dare, tanto a livello di contenuti quanto sul piano narrativo.
Prima espansione, nuova classe
Sarò sincero: ogni volta che viene annunciata una nuova classe, specialmente in una serie videoludica come quella di Diablo, tendo sempre a emozionarmi come un bambino. Non è qualcosa che riesco a controllare, anche perché di fronte ad alcune cose il counter degli anni conta veramente poco e, onestamente, con Diablo IV e Vessel of Hatred non è andata diversamente. Da appassionato di armi in asta in particolare, infatti, lo Spiritista, così come è stata chiamata la nuova classe giocabile, ha subito acceso in me un feeling particolare, che si è assolutamente confermato e, anzi, ha anche superato ogni mia più rosea aspettative.



Non voglio fare giri di parole: penso che lo Spiritista sia una delle classi più divertente, variegate e allo stesso tempo complessa da buildare e da utilizzare e che può dare al giocatore appassionato di Diablo delle soddisfazioni ritenute ormai perdute. Lo Spiritista, come suggerisce la nomenclatura stessa, è una figura che si avvale del favore degli spiriti, più precisamente di animali guida: il falco, il giaguaro, il gorilla e il millepiedi.



Ognuno di questi maestosi animali possono dare all'utilizzatore dei mezzi diversi e disparati per avere ragione delle spietate e pullulanti truppe demoniache, che in questo DLC, a essere onesti, risultano anche più coriacee e numerose rispetto al gioco base (cosa che si avverte maggiormente ai livello di difficoltà del Mondo più elevati).



Inutile dirvi che ogni volta che si sceglie un'abilità di ognuno dei segmenti disponibili (attacco, passive, ultra, difesa ecc.) è possibile plasmare a proprio piacimento il proprio Spiritista, con effetti che si riflettono sul campo di battaglia in maniera a dir poco evidenti. Durante la mia run, quella fatta in fase di recensione, ho voluto affidarmi alle sapienti zampe del millepiedi e la sua build velenosa, con il focus principale riservato ai danni nel tempo e agli effetti debilitanti in generale, creando così un personaggio da un potenziale offensivo spaventoso e sfaccettato.



Va sottolineato che è possibile combinare più tipologie di famiglie di skill differenti, cosa che sicuramente farò per provare a sperimentare ancora di più, ma per questa run ho preferito attenermi a una linea concettuale ben precisa e priva di deviazioni.



Non vedo sinceramente l'ora di provare il gorilla e la sua meccanica delle Spine, ma anche il falco e il giaguaro sembrano essere molto promettenti, per quanto comunque offrono palesemente un'avventura sul piano contenutistico più in linea con la tradizione della serie. Al netto delle differenze di skills e bulid scelte, rimane in comune un sistema di combattimento super veloce, frenetico ed estremamente spettacolare.



La nuova classe si muove tra i nemici con una discreta velocità e mobilità, a cui si unisce però anche una discreta potenza d'attacco. Il rovescio della medaglia è caratterizzato da colpi forse un po' troppo “lenti” ma in ogni caso è veramente impossibile non lodare il feedback generale che riesce a restituire il nuovo eroe giocabile.



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Le tante modifiche al gameplay e alla struttura di gioco
Chiaramente, Vessel of Hatred non porta in dote “soltanto” la nuova classe e il nuovo frammento di storia, con annessa nuova regione, ma anche e soprattutto un ricco ventaglio di novità strutturali e di gameplay pensate e partorite per andare in contro alle richieste e alle esigenze dei giocatori. Blizzard, del resto, negli ultimi mesi ha dimostrato di sapere e volere ascoltare il giudizio dei propri utenti e ha saputo confezionare per questa prima espansione maggiore un ricco pacchetto di migliore che, sono sicuro, contribuiranno non poco a rendere il ritorno su Sanctuarium sempre più ambito e motivato.



Una delle novità più apprezzate e che secondo me ha saputo dare un senso ad alcune dinamiche già viste in passato è quella dell'introduzione dei Mercenari. Questi personaggi, da considerare un po' l'evoluzione degli alleati selezionabili in Diablo III, sono molto utili in battaglia e offrono al giocatore una sorta di “mano” da non sottovalutare per poter avere la meglio negli scontri più ardui.



Parlavo di una versione potenziata dei vecchi alleati di Diablo III perché questi mercenari hanno skill tree e abilità uniche e personalizzabili, cosa che li rende molto utili alla causa, anche perché è possibile plasmarli quasi in maniera completamente autonoma e in linea con il proprio stile di gioco e, perché no, in base alla build scelta con il personaggio principale.



Grazie ai Mercenari si sbloccano anche i Marchi Pallidi, una nuova valuta con cui è possibile ottenere nuovi equipaggiamenti in un nuovo hub, ottenibili però soltanto dopo aver completato determinati incarichi. Di pari passo all'introduzione dei mercenari troviamo anche il “ritorno” delle Rune, che ho apprezzato non poco, seppur con qualche riserva.Le rune, per intenderci, sono da considerarsi un plus alle gemme e vanno inserite nei pezzi di equipaggiamento al fine di renderli ancor più “unici” e personalizzabile, nonché potenti.



Ciò, chiaramente, aumenta a dismisura il ventaglio di possibilità di giocatori, ma ho qualche riserva sul bilanciamento di esse. Alcune, infatti, sembrano donare poteri nettamente maggiori e più impattanti di altri, cosa che potrebbe limitare, alla lunga, l'utilizzo di alcune tipologie a favore di altre.



Con Vessel of Hatred, Diablo IV migliora e si espande anche sul piano dei contenuti endgame e nelle meccaniche di crafting. Per quanto riguarda l'endgame, il più grande strappo è offerto dalla Città Sotterranea di Kurast, una sorta di dungeon a torre in cui affrontare vari piani ricolmi di nemici per raggiungere un boss finale, ovviamente entro un tempo stabilito. Durante l'esplorazione dei piani i giocatori sono spinti a non viaggiare a testa bassa e a vivere i dungeon in maniera più intima, poiché le ricompense possono essere più generose in base alla quantità di “favore” ottenuto durante la navigazione attraverso le mappe dei vari piani.



È un sistema che ho trovato molto intelligente, perché considerando anche la natura sempre un po' “eccessiva” di Diablo in termini di quantità di nemici, quest'espediente può favorire la resa degli scontri stessi, coi giocatori che sono in qualche modo costretti a prendere le battaglie un po' più sul serio. Infine, due paroline sul crafting. Ammetiamolo: in quanti hanno deciso di utilizzare, praticamente, la stessa arma per una buona parte del viaggio?



Immagino già la risposta, e questo è colpa anche del tedioso sistema di crafting che è stato appioppato al gioco. Per fortuna, con Vessel of Hatred gli sviluppatori hanno deciso di prendere in mano anche questa situazione, introducendo l'Obducite, una sorta di materiale unico per i potenziamenti che va, di fatto, a snellire un sistema di reperimento e raffinamento dei materiali necessari dannatamente pesante e scoraggiante.



https://youtu.be/kpOW5alWgYU



Diablo IV Vessel of Hatred Recensione | In conclusione
Diablo IV - Vessel of Hatred è dunque promosso? Assolutamente sì. La prima espansione maggiore del quarto capitolo della serie mi ha fatto sinceramente tornare l'entusiasmo ormai quasi azzerato nel tornare a sterminare demoni su demoni e buona parte del merito è dello Spiritista, la nuova classe, che reputo una delle migliori mai vista. Peccato per la storia, che si ferma ancora una volta sul più bello, ma nel complesso, considerando anche la bellezza magica della nuova regione e i tanti richiami al passato della serie, sono convinto che la strada intrapresa da Blizzard sia finalmente quella giusta.



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