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Melobot – A Last Song – Recensione

La musica, da tempi immemorabili, è riconosciuta come un'espressione artistica profondamente legata alle nostre emozioni e alle esperienze di vita. Possiede il potere di evocare sentimenti, offrendo spesso un rifugio dai pensieri opprimenti, permettendoci di distenderci e prendere una pausa dal frenetico quotidiano. In molti casi la musica si fonde con altre arti, intensificando l'impatto emotivo del messaggio che si desidera comunicare. Questa sinergia è stata magistralmente sfruttata da Microids e Anomalie Studio nella creazione di Melobot – A Last Song, un videogioco d'avventura che pone al centro del suo gameplay l'elemento ritmico musicale.



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Musicoterapia



Il viaggio inizia in un laboratorio deserto, su un pianeta Terra che appare desolato e privo di vita. Qui assumerete il ruolo di Melobot, un robot che potrebbe essere l'ultima speranza per la sopravvivenza delle specie vegetali e animali del vostro pianeta. Due domande sorgono spontanee: che cosa è successo? Che fine hanno fatto gli esseri umani? La risposta si svela rapidamente.



In un'epoca passata, l'umanità aveva scoperto delle piante uniche e particolari, capaci di generare melodie. Dalle stesse piante si poteva anche estrarre però una misteriosa materia oscura. L'esito di questa scoperta portò a uno sfruttamento delle piante, che purtroppo risultò catastrofico. La materia oscura estratta infatti ha iniziato a contaminare le intelligenze artificiali, portando a uno sterminio pressoché totale dell'umanità.



La vostra missione nei panni di Melobot, sarà dunque quella di salvaguardare le ultime piante musicali sopravvissute, cercando di purificare il pianeta dalla deleteria materia oscura. Un compito arduo ma non impossibile.



Questo prologo serve a introdurre il gameplay ideato dal team di Anomalie Studio. Nonostante ciò, siamo rimasti colpiti dalla “lore” che sottende al gioco, che si configura come una metafora critica della realtà attuale. Viviamo in un'epoca in cui l'umanità consuma le risorse del pianeta senza considerare le conseguenze dell'inquinamento, che potrebbero avere un impatto devastante sulle generazioni future.



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Il gameplay di Melobot – A Last Song



Anomalie Studio ha ideato un gameplay che si distingue per la sua semplicità e per un'innovativa brillantezza. L'obiettivo del gioco è quello di salvare delle piante, distribuite in una mappa suddivisa in zone, attraverso l'esecuzione di sequenze di tasti che generano melodie specifiche. Ogni varietà di pianta possiede una melodia unica e, a seconda della vostra destrezza nel riprodurla, potrete guadagnare da una a tre stelle. Accumulando stelle, sbloccherete nuove aree da esplorare. Per chi cerca una sfida maggiore, è disponibile una modalità avanzata che richiede di suonare le sequenze senza indicazioni visive, affidandosi esclusivamente all'udito e alla memoria.



La missione di salvataggio non sarà priva di ostacoli però: il “Guardiano”, un robot corrotto dai molteplici tentacoli, farà di tutto per ostacolarvi. In battaglia, potrete contare su un'onda d'urto, attivabile con una combinazione di tasti, capace di infliggere danni a tutto ciò che si trova nelle vicinanze. Melobot infatti, non è solo un salvatore di piante ma anche un abile combattente dotato di scudo e di un jetpack per spostarsi rapidamente.



Durante l'avventura avrete l'opportunità di raccogliere punti abilità per potenziare le vostre capacità, come l'aumento della durata del jetpack o la potenza dell'onda d'urto. Questi miglioramenti saranno gestibili dalla Melobase, l'hub centrale del gioco che funge da astronave.



Dopo aver curato le piante e collezionato il numero necessario di stelle, vi sposterete in nuove zone per proseguire il vostro viaggio. Ogni mappa offre la possibilità di utilizzare uno strumento musicale diverso, necessario per riprodurre le sequenze musicali richieste, garantendo una leggera varietà tra i vari livelli. Nonostante ciò, una maggiore differenziazione tra i livelli avrebbe arricchito ulteriormente l'esperienza di gioco.



Arte in musica



Dal punto di vista strettamente tecnico, Melobot – A Last Song mostra una performance più che soddisfacente. Durante la nostra analisi su PlayStation 5, non abbiamo rilevato alcun intoppo che potesse compromettere il gioco; al contrario, siamo rimasti colpiti dalla meticolosa attenzione ai dettagli che ha caratterizzato l'intero gameplay.



Nonostante la presenza di alcuni tempi di caricamento un po' prolungati, Melobot – A Last Song si rivela essere un titolo stupefacente, dotato di un design visivo di alta qualità. L'intera avventura poi è accompagnata da sottotitoli in italiano, una scelta che verrà certamente apprezzata da chi temeva l'assenza di una versione localizzata. Per concludere, il comparto sonoro del gioco è arricchito da una selezione di brani musicali di grande impatto.



La strada verso il Platino



La collezione di trofei di Melobot – A Last Song comprende un totale di 26 coppe, ripartite in 11 di bronzo, 7 d'argento, ben 7 coppe d'oro e il prestigioso Platino. Riguardo l'ambita coppa blu non c'è molto da dire: la lista trofei è semplicissima e basteranno circa 5 ore per completare il tutto. Unica nota, dovrete prendere tutte le stelle delle varie piante in ogni mondo. Fatto ciò… DING!




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