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Akimbot – Recensione

Pumpkin Jack è stato un titolo che ha portato una ventata di nostalgia su PS4 (ma anche su PS5), andando a prendere a piene mani da MediEvil rivisitandolo in chiave moderna. Gli sviluppatori Evil Raptor, forti del successo di entrambe le versioni, sono passati ad altro, questa volta prendendo ispirazione da Ratchet e Clank. Le somiglianze sono molte, ma anche le differenze, ed è bene non lasciarsi ingannare dalle apparenze. Imbracciate le armi e seguiteci nella recensione di Akimbot.



La storia di Akimbot



Due galeotti robot sono all'interno di una navicella volante. Uno ha sembianze umanoidi, con due braccia e due gambe, l'altro è invece volante, con qualche tecnologia di levitazione. Il primo è Exe, un mercenario, abituato a cavarsela nelle situazioni spinose, silenzioso e letale, dal carattere burbero, amante della solitudine. L'altro è Shipset, una piccola enciclopedia svolazzante, con un carattere fin troppo espansivo e propenso all'avventura.



Questa strana coppia sarà quella che accompagneremo in Akimbot, prima in un tentativo di fuga verso casa e poi, interpellati niente meno che dall'Ambasciatore, in una missione per combattere Malware, uno scienziato tanto geniale quanto pazzo, il quale ha perso il lume della ragione nella ricerca del controllo del tempo. Sarà nostra premura affiancarci alle forze del bene per riuscire a mettere un freno ai piani malvagi di quest'ultimo.



L'universo in cui è ambientata la storia dei nostri due eroi è unicamente popolato da robot, quindi tutto è un ammasso più o meno grande di ferro e leghe speciali. Troveremo, nonostante tutto, tracce di ossa un po' ovunque, specialmente di ossa che assomigliano a grandi erbivori terrestri. Grazie alla possibile varierà di forme, passeremo da robot squalo a robot dinosauro, da robot umanoidi a robot insetti. Ce n'è per tutti i gusti, a patto che sia ferro.



La narrazione è più seria e impegnata rispetto ad altri titoli del passato. Il tono generale è più da adulti e la storia affronta temi psicologici dei personaggi più approfonditi rispetto all'acqua di rose tipica di altri giochi. In particolar modo, l'esplorazione della personalità di Exe è interessante, così come lo è quella del villain di turno, Malware. Questo dimostra un salto di qualità rispetto a Pumpkin Jack, e dimostra l'abilità dello studio (composto da sole otto persone) di saper raccontare una storia in maniera decisamente superiore alla media.



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Il gameplay di Akimbot



Il gameplay di Akimbot prende a piene mani dalla cultura tipica degli action-adventure con personaggi di varia natura, ma in questo caso è abbastanza evidente la somiglianza con Ratchet & Clank. Nonostante sia facile vedere somiglianze e quindi essere propensi a un confronto tra i due, quest'ultimo non può essere reso in maniera efficace dato che le forze in gioco sono completamente impari. Da un lato un franchise pluridecennale con numerosi titolo alle spalle, dall'altro invece un studio al suo secondo titolo, che non ha nessuna colpa per aver preso spunto da dinamiche già viste.



Fatta questa doverosa premessa, possiamo dire che Akimbot presenta un gameplay facile da capire e un po' meno da padroneggiare, seppure nulla che possa mettere davvero in difficoltà nessuno, anzi. Giocare ad Akimbot è un piacere e possiamo senza dubbio affermare che sia uno dei titoli più divertenti dell'anno. Il continuo alternarsi tra fasi platform, esplorazione, sparatorie e parti dialogate o filmati in intermezzo rende il gioco sempre vivo e mai noioso. Il cambio di ambientazione arriva circa ogni ora di tempo, con mondi non troppo lunghi da esplorare ma sempre ben chiari da capire.



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Armi, boss e tanta azione



Man mano che continueremo nel titolo, avremo possibilità di sbloccare varie armi, contando che partiremo solo con la possibilità di tirare pugni e colpire a mani nude. Queste avranno proiettili infiniti, ma una meccanica si surriscaldamento porterà a dover gestire la quantità di fuoco che produrremo. La difficoltà normale del titolo è impegnativa in un modo accettabile, imponendo di far buon uso delle coperture e di cambiare spesso arma. Alcuni momenti particolarmente concitati richiedono una pianificazione più attenta, data anche la facilità di subire danno quando si è attaccati da tre lati e, contemporaneamente, anche dall'alto.



Ogni mondo avrà uno o più boss da combattere, alcuni più piccoli, altri più grossi, ma tutti con caratteristiche ben diverse tra loro. Certuni prediligeranno gli attacchi frontali, altri dall'alto, altri ancora frotte di minions da mandare alla demolizione. Ogni battaglia boss è molto interessante, e alle difficoltà più alte impone grande attenzione e pianificazione delle mosse in modo da uscire vittoriosi.



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Ambientazioni e stile artistico



Le ambientazioni di Akimbot sono varie e diverse tra loro, con caratteristiche uniche e nemici interessanti. Partiremo da una spiaggia simil caraibica per arrivare a mondi più cupi e oscuri, passando per combattimenti spaziali e miniere nelle viscere della terra. Tutto è basato nel futuro, con tecnologie super futuristiche e un massiccio uso di megastrutture, metallo e via dicendo ma tutto con un'aura di desolazione simil desertica, in una specie di mondo alla Dune.



Abbiamo apprezzato in particolar modo alcune ambientazioni sotterranee, nelle viscere di una miniera, in cui numerose rocce producevano scintille al semplice tocco del nostro Exe. Ci hanno ricordato le rocce piroforiche, formazioni reali presenti nelle miniere, basate sul fosforo, che al contatto con l'ossigeno atmosferico si incendiano spontaneamente.



Il nostro Exe non può nuotare, e quindi l'acqua rappresenta un modo perfetto per confinare l'azione a dei “corridoi” da seguire, in modo da indirizzare la narrazione e il titolo nella giusta direzione. Nonostante questo, è possibile bagnarsi un po' piedi e gambe, dando modo di usare in maniera furba il mondo di gioco per evitare alcuni fastidi causati dai vari nemici.



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Suoni, musiche e aspetti tecnici



Abbiamo atteso un po' per recensire il titolo in quanto al D1 erano presenti gravi problemi di tearing e fotocamera ballerina, fortunatamente risolti con una patch uscita dopo alcuni giorni. Siamo felici di aver aspettato, dato che il gioco ha tratto profondo giovamento da questo update.



Giocare ad Akimbot è molto piacevole e divertente, complici anche delle musiche di sottofondo di stampo elettronico, le quali ben si sposano con le ambientazioni e con i nostri personaggi “robottosi”.



Tecnicamente il titolo è solido, funziona molto bene seppur qualche sbavatura permane. Ad esempio, in alcuni frangenti vicini all'acqua saremo fatti scivolare verso quest'ultima, seppure il terreno risulti in piano. Come accennavamo prima, il titolo permette di bagnare i piedi di Exe, e così facendo è possibile aggirare alcuni ostacoli. Certo è che se veniamo fatti scivolare allora diventa un po' fastidioso.



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Il Platino di Akimbot



La lista trofei di Akimbot è composta da trentotto trofei di bronzo, dieci d'argento, due d'oro e uno scintillane Platino, per un totale di cinquantuno coppe. La conquista del Platino sarà affare abbastanza facile, ma richiederà una discreta attenzione e una dose di esplorazione piuttosto corposa. Sono infatti nascosti ben 33 registri da recuperare, a volte in punti particolarmente ostici e intricati. Inoltre, ben 26 trofei cono mancabili ma fortunatamente una gestione molto efficace dei checkpoint permette di andare ovunque nel gioco senza grossi problemi. Il Platino è conquistabile in una decina di ore abbondanti.




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30 settembre alle 17:00

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