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Un nuovo Dev Diary per Enotria: The Last Song

Affila la tua lama e sblocca il potere delle maschere nell'attesissimo soulslike Enotria: The Last Song, in uscita il 19 settembre 2024 su PS5, Xbox Series X/S e PC. Svelato nell'ultimo diario degli sviluppatori, preparati ad affrontare numerosi avversari che richiedono tattiche rapide e padronanza delle tue diverse abilità. Esplora il mondo soleggiato e affronta Vermiglio, il boss dell'area del Giardino Mantelloni, uno dei tanti boss ispirati al folklore italiano che attendono la tua sfida e i Mantelloni che popolano il monastero maledetto in cui risiede.




Jyamma Games ha cercato di dare vita ai personaggi oscuri ma accattivanti del folklore italiano con il mondo di Enotria: The Last Song. Dalle figure ammantate che fanno brutti scherzi ai monaci condannati a seguito di un evento catastrofico, il boss Vermiglio e i mob che si annidano nel Giardino Mantelloni traggono ispirazione da queste storie di tradimento e intrighi. Approfondisci per saperne di più sulle ispirazioni dietro questi mostri minacciosi.



Il monaco rosso



Siamo agli inizi del 1200, nel pieno della guerra tra Assisi e Perugia, dove venne fatto prigioniero anche San Francesco. Le due fazioni erano in stallo e i perugini non riuscivano a conquistare la città avversaria, essendo quest'ultima ben fortificata. Secondo una leggenda tramandata dagli abitanti locali, un monaco rosso, lasciatosi corrompere con moneta sonante, rivelò alle truppe di Perugia un passaggio segreto per penetrare nelle mura. I perugini saccheggiarono Assisi, compiendo ogni genere di atrocità. I superstiti, scoperto l'inganno, uccisero e maledirono il monaco rosso. Si dice che il suo spirito infesti ancora i boschi limitrofi, mostrandosi dopo la mezzanotte e vagando senza pace.



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I mantelloni



Esseri che abitano le pendici del Monte Bianco. Hanno caratteristiche in comune con i folletti e con gli elfi. Sono dotati di lunghe braccia, di sopracciglia cispose e di volti affilati. Nell'immaginario collettivo il loro nome deriva dalla lunghezza dei mantelli che indossano. Le vesti arrivano a sfiorare il terreno per coprire una particolare deformità: i Mantelloni sono infatti privi di piedi. Quando si spostano non lasciano tracce del proprio passaggio e preferiscono nascondere questa menomazione agli estranei. Si racconta che siano dispettosi e maligni. Il loro arsenale comprende scherzi comuni ai folletti delle altre regioni, tra cui legare tra loro le code delle mucche, saccheggiare le tavole imbandite e strappare le coperte alle persone dormienti, per poi prenderle a schiaffi. Per impedirgli di commettere danni è opportuno mettere sul davanzale un recipiente pieno di orzo o lenticchie, in modo che perdano tempo a contare i chicchi. Un tempo i loro rapporti con gli umani erano amichevoli. Frequentavano le stalle dei montanari per ripararsi dal gelo dell'inverno e in cambio raccontavano storie antiche quanto il mondo stesso. Erano considerati una fonte di saggezza. Degni di nota i Mantelloni che vivevano nella Valle di Cogne, che vagabondavano di notte sotto forma di pipistrelli o di ombre. Durante la notte rompevano i vetri delle finestre, spaventando i padroni di casa. Infine furono scacciati dagli abitanti grazie a un sortilegio e condannati a intrecciare funi di sabbia.



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I monaci fantasma Subasio



Si racconta che tempo fa, nel territorio collinare vicino ad Assisi, vi fosse un monastero. La struttura era collocata presso il Monte Subasio, famoso per ospitare l'Eremo delle Carceri, dove San Francesco era solito rifugiarsi. A ogni ricorrenza veniva organizzata una processione e spesso la gente accorreva per pregare Dio affinché venisse a piovere e il raccolto fosse abbondante. I monaci erano irritati da questo eccessivo fervore e partecipavano alle veglie pieni di malcontento. Si mormorava che nel privato non rispettassero i propri voti e che si abbandonassero ai piaceri della carne. In seguito a un cataclisma non meglio precisato, forse un'epidemia, i religiosi morirono dal primo all'ultimo e il convento venne distrutto. Dopo qualche mese, nelle campagne lì intorno vennero avvistate delle figure lontane, che camminavano in fila con delle fiaccole accese. I testimoni affermarono di aver sentito canti e preghiere. Il popolo comprese allora che quelle ombre erano i fantasmi dei monaci, condannate a compiere per l'eternità tutti quei riti che da vivi trascuravano. Si afferma che ancora oggi, passeggiando per le colline nelle ore serali, sia possibile scorgere strane processioni di uomini incappucciati.



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17 luglio alle 11:10