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The Outer Worlds: Spacer's Choice Edition – Recensione

Dopo la sua prima release nel 2019, The Outer Worlds sbarca anche su PlayStation 5 grazie alla Spacer's Choice Edition. Una versione rivista e corretta, con tutti i contenuti aggiuntivi inclusi e tante migliorie al comparto tecnico. Un titolo che dovreste prendere fortemente in considerazione, soprattutto se siete fan del genere. Il motivo lo trovate nella nostra recensione!



Di cosa parla Outer Worlds: Spacer's Choice Edition?



Proprio come nel titolo originale, veniamo subito introdotti a un universo tutto da scoprire: il mondo è infatti piuttosto diverso da come lo conosciamo oggi, o da come ce lo immaginiamo nei prossimi anni. Per farla breve, il presidente statunitense William McKinley non è mai stato assassinato, impedendo al celebre Theodore Roosevelt di succedergli. Ciò ha inevitabilmente cambiato il destino dell'umanità, con megacorporazioni che hanno iniziato a colonizzare l'universo, arrivando a viaggiare nello spazio alla velocità della luce.



Molti umani, con la speranza di una vita migliore, si trasferiscono su altre colonie, ma non tutti sono così fortunati. Il nostro protagonista, suo malgrado, si ritrova ibernato su una nave data per dispersa fino a che lo scienziato Phineas Welles, apparentemente impazzito, lo risveglia. Da qui, di fatto, comincia la nostra avventura: dovremo creare il nostro avatar attraverso il classico editor, personalizzando caratteristiche estetiche e abilità del personaggio. La storia, come potrete immaginare, passa ora nelle nostre mani.



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Da che parte stai?



Se la trama principale ci mette un po' a carburare, risultando più stimolante solo dopo qualche ora di gioco, non si può dire altrettanto delle quest secondarie. Per quanto ci riguarda, sono queste il vero cuore di Outer Worlds: curate nel minimo dettaglio, con tante possibilità di scelta e personaggi sempre ben caratterizzati. Starà a noi decidere di volta in volta da che parte stare, inimicandoci la fazione opposta così da aprirci/chiuderci nuove strade. Grazie a dei dialoghi sempre ben scritti, non sarà poi così difficile far prendere una decisione al nostro alter ego. Lo stile narrativo è comunque generalmente orientato verso la comicità e la leggerezza, con battute pronte, situazioni tragicomiche e comprimari bizzarri, pur rimanendo credibile e tornando serio quando necessario.



Insomma, la nuova opera di Obsidian Entertainment ci ha rapito fin da subito e ci ha spinto a volerne sempre di più del suo universo. E visto che abbiamo menzionato il team di sviluppo, è giunto il momento di smettere di ignorare il proverbiale elefante nella stanza: Outer Worlds regge il paragone con Fallout: New Vegas? La risposta è ovviamente sì. Entrambi non sono esenti da difetti, ma allo stesso tempo poche altre produzioni riescono a restituire le stesse sensazioni. Mondi così vasti e vivi in cui interpetare il proprio ruolo, simile o completamente opposto a quella che è la nostra personalità nel mondo reale.



Quali sono i difetti, allora? Abbiamo già accennato alla trama principale non sempre coinvolgente e un altro piccolo problema risiede nella vitalità del mondo di gioco. Gli abitanti delle città non hanno una loro routine indipendente, ma piuttosto rimangono a girovagare a vuoto o rimagnono più o meno attivi all'interno dei vari edifici. Una scelta dovuta, probabilmente, anche alle dimensioni ridotte della mappa rispetto al già citato Fallout. Più che di un open world vero e proprio, ci ritroveremo in macro aree aperte, con insediamenti urbani e zone rurali da esplorare. Una scelta che in realtà non ci è dispiaciuta, evitando troppi spazi vuoti o contenuti riempitivi. Parliamo quindi di piccoli nei, che siamo certi verranno corretti nel già annunciato The Outer Worlds 2 (purtroppo, almeno momentaneamente, esclusiva Microsoft).



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Com'è il gameplay di The Outer Worlds: Spacer's Choice Edition?



Proprio come nella versione originale, il gameplay di questo gioco di ruolo rimane quantomeno discutibile. La scelta degli sviluppatori è stata infatti quella di abbandonare completamente il realismo, in favore di una giocabilità più leggera e immediata. Una caratteristica che, a nostro avviso, non è invecchiata benissimo. Soprattutto il gunplay risulta piuttosto ingessato e non al passo con le migliori produzioni degli ultimi tempi. Se cercate uno sparatutto in prima persona di spessore, rimarrete quindi più che delusi da The Outer Worlds.



Il gioco, più che per offrire un'esperienza action, si prefigge di regalare un gioco di ruolo profondo e ben stratificato. In questo, invece, gli riesce alla grandissima. Le opzioni di sviluppo e personalizzazione del personaggio sono tantissime, ma mai complesse da gestire, grazie a un menù ben curato. Abilità, perk ed equipaggiamento sono modificabili sia per il protagonista che per i comprimari, fondamentali per arricchire e rendere più varia ogni avventura.



Fondamentale, tra dialoghi e sparatorie (affrontabili anche in modalità stealth), è poi l'esplorazione. Le già citate macro aree sono infatti piene di zone di interesse da esplorare, con loot sempre generosi e tantissimi documenti da recuperare per arricchire la lore di questo universo narrativo. Una fase fondamentale che, purtroppo, nella versione old-gen veniva mortificata da tempi di caricamento fin troppo lunghi. Problema che grazie alla potenza di PlayStation 5 è stato ampiamente risolto: i caricamenti ci sono, è vero, ma sono tutti rapidissimi e dopo un po' ci si fa l'abitudine.



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Prova next-gen superata?



Un altro dei problemi della release originale era il comparto tecnico non proprio all'avanguardia. Seppur con qualche limite, il passaggio di livello di Outer Worlds c'è ed è tangibile: dai già citati caricamenti rapidi, al framerate, fino alle texture e al sistema di illuminazione. Tutto è stato ripulito e reso molto gradevole, anche su PlayStation 5. Certo, al lancio il titolo presentava diversi problemi, ma con le ultima patch tutto è stato risolto. Rispondendo alla domanda di inizio paragrafo, quindi, la risposta è ancora una volta sì. Un ottimo lavoro, con un porting che rende ancor più invitante una produzione già di g.



Un comparto grafico migliorato che eleva anche lo stile, già notevole su console di vecchia generazione. In questi titoli sono i dettagli a fare la differenza, e Obsidian non li ha di certo tralasciati: ogni loot è osservabile da ogni angolazione, finemente curato in ogni suo aspetto. Oggetti, armi, armature, tutto ha un suo stile peculiare e un'accurata descrizione. Piacevole il comparto audio, con accompagnamenti sonori sempre gradevoli, e un ottimo doppiaggio in lingua inglese. Vista l'enorme mole di testi, è bene sottolineare la presenza dei sottotitoli in lingua italiana.



Come sbloccare il Platino di Outer Worlds



I trofei di questa Spacer's Choice Edition sono praticamente invariati rispetto all'originale, con l'aggiunta delle 20 coppe dedicate ai DLC. Il tanto agognato Platino richiederà almeno 40 ore e una discreta dose di impegno: niente di impossibile comunque, una sfida alla portata di ogni cacciatore. Stando alla nostra Guida ai Trofei di Outer Worlds, il Platino non è nè lungo nè difficile come ci si potrebbe aspettare da un RPG. Combinando una run a difficoltà ridotta e salvataggi di backup prima di scelte a bivio e una seconda run più veloce a modalità Supernova si otterrà il massimo riconoscimento in poche ore.




L'articolo The Outer Worlds: Spacer's Choice Edition – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

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4 maggio 2023 alle 17:00

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