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Final Fantasy Pixel Remaster Collection – Recensione

All'annuncio di Final Fantasy Pixel Remaster Collection tutta la fanbase ha chiesto all'unisono un porting per Console. A distanza di un annetto, Square Enix ha accolto le preghiere e pubblicato i primi sei titoli della saga su Playstation 4 e Nintendo Switch, rendendoli quindi recuperabili a (quasi) chiunque in modalità più comode rispetto alle versioni mobile (per quanto ricordiamo i giochi siano anche disponibili su Steam). Nonostante qualche difetto minore, che andremo a discutere, Final Fantasy Pixel Remaster Collection è ciò che più si avvicina ad un "porting definitivo" dei primi 6 Final Fantasy, o almeno alle loro versioni originali (escludendo quindi casi particolari come il remake 3D di FFIV).





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In questa recensione ci concentreremo sulla qualità della Remaster piuttosto che sui titoli inclusi nella Collection. Questo per due motivi. Il primo è i Final Fantasy sono giochi la cui fama ha già ben consolidato la loro qualità, secondo è il fatto che tutti e sei i giochi riproposti da Square Enix condividono DNA ma hanno punti di forza e debolezze decisamente differenti. Che sia il senso di avventura e fascino grezzo del primo titolo, la rifinitura della formula del terzo, la personalizzazione creativa del quinto o le storie immortali di quarto e, soprattutto, sesto, ogni Final Fantasy ha diritto ad essere giocato da qualsiasi fan di JRPG. Quindi, senza mezzi termini, Final Fantasy Pixel Remaster Collection è un acquisto fortemente consigliato a qualsiasi fan del genere o anche solo a chi voglia avvicinarcisi.



Ah già, c'è anche Final Fantasy II. 



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Il principale cruccio che la fanbase aveva trovato in Final Fantasy Pixel Remaster Collection ai tempi della release originale era il font moderno, trovato da molti piuttosto brutto. Per quanto sia stato molto esagerato l'impatto di questo font, mi trovo d'accordo nel dire che si abbinava poco bene al resto della resa estetica. Fortunatamente, con il porting console, è stato introdotto il font classico, andando quindi a rimediare al difetto. L'altro problema invece è ancora presente ed è il principale argomento da presentare se si volesse considerare la Final Fantasy Pixel Remaster Collection una versione non "definitiva" dei primi sei Final Fantasy. Si tratta dell'assenza di contenuti bonus presenti in alcuni vecchi porting, come quelli per GBA del sesto capitolo o PSP dei primi 3. Purtroppo Square Enix ha deciso di rimanere il più fedele possibile agli originali, ignorando i contenuti aggiuntivi, ed è un peccato. Detto ciò non trovo questa sia una perdita troppo grave e la comodità d'accesso della Final Fantasy Pixel Remaster Collection unita ai vari miglioramenti che affronteremo a breve, compensa ampiamente la mancanza.



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Il processo di Pixel Remaster si adatta molto bene ai primi sei Final Fantasy. I giochi sono molto belli da vedere, nell'ambito del loro aspetto ovviamente retrò. Gli sprite di personaggi e nemici sono stati ritoccati quanto basta per renderli gradevoli ma sono le ambientazioni che, in linea generale, beneficiano maggiormente della rimasterizzazione. Ciò si nota particolarmente nei giochi per Super Nintendo nei quali i dettagli aggiuntivi preservano alla perfezione l'esperienza di giocare l'originale ingannando l'occhio ormai abituato a rese grafiche di altissima qualità. Devo anche sottolineare che la modalità "analogica" mi piace molto e apprezzo la sua inclusione.



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Oltre al revamp grafico, il team di Square Enix ha anche implementato varie feature di Quality of Life decisamente gradite. Per quanto non sono personalmente fan della mappa aggiunta a schermo, non posso negare che torni molto comoda, specie in alcuni dei dungeon più labirintici. L'auto-save aiuta a rendere meno frustranti alcune delle scelte di design più "vecchie" come delle morti accidentali dovute a gimmick improvvise in alcuni dungeon di Final Fantasy I II e III. La possibilità di disattivare gli incontri casuali è comoda nel caso si voglia esplorare zone con nemici particolarmente deboli, ma non sono fan della sua implementazione che rende troppo facile sopravvivere all'interno dei primi dungeon di Final Fantasy I e III, togliendo un po' del loro feeling avventuroso.



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Gradisco invece la presenza di alcuni slider per aumentare Gil o Esperienza ricevuta, in modo simile a quanto introdotto in Persona 4 Golden su Steam. Non trovo siano particolarmente utili ma possono sicuramente rimediare ad alcune tediosità dei titoli per NES.



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Non posso ovviamente concludere la recensione senza parlare della musica. L'intera Final Fantasy Pixel Remaster Collection vanta una colonna sonora ri-arrangiata e orchestrale, supervisionata dal creatore originale Nobuo Uematsu. Tutti e sei i giochi, persino Final Fantasy II, sono fenomenali all'orecchio e ti trasportano nel mondo di gioco come pochi titoli sono in grado di fare. A testimonianza dell'immenso talento di Uematsu è anche possibile utilizzare la colonna sonora originale, cosa che promuovo in quanto il suono del chipsound, per quanto inferiore all'orchestrale, rievoca ricordi nostalgici (e le ost originali rimangono comunque dei capolavori a discapito del terribile chipsound del NES).



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In definitiva, Final Fantasy Pixel Remaster Collection è un prodotto che, come remaster, ha il solo difetto di avere del contenuto aggiuntivo mancante. Per il resto, Square Enix ha riportato in vita i suoi primi sei Final Fantasy con amore e li ha resi, finalmente, giocabili su ogni console...tranne Xbox. L'acquisto è ovviamente consigliato a chiunque sia anche solo vagamente interessato alla saga. Il prezzo della Collection è alto, ma l'offerta dei giochi è valida. Se voleste invece comprarli singolarmente, non potete sbagliare con nessuno di questi classici ad eccezione del secondo capitolo.



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19 aprile 2023 alle 17:10

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