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Il controllo delle nostre vite tramite i social. Documentari.

Per chi non lo avesse fatto vi suggerisco di guardare "The Social Dilemma" e "The Great Hack" (Netflix). Dopo averli visti sono rimasto davvero allibito di quello che è stato combinato sui dati personali e di come questi dati sono stati usati per cambiare scelte politiche e cose veramente rilevanti. Dategli un occhio e poi dite cosa ne pensate.....Facebook è davvero un pericolo come molte altre piattaforme se usate nel modo sbagliato o i dati che gli diamo saranno usati nel modo sbagliato. Guardateli secondo il mio parere è importante sapere cosa sta succedendo davvero....
P.s. la prima reazione sarà quella di dire..."io non mi faccio fregare o suggestionare....."

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Beh che dire è ormai da quasi 20 anni che è stato deciso di trasmettere i nostri dati a specifiche compagnie internazionali,siamo perennemente sotto controllo,sia sui social che sui cellulari,o meglio dire i microchip non sottopelle ma comunque esterni e che ormai ci appartengono...tutto ciò che fai,scrivi,scatti,ricerchi è già documentato e registrato,utile anche a chi ti fa pubblicità...Se ci fai caso ormai qualunque cosa fai è un accettare i termini in maniera univoca e ciò ti mette automaticamente in una situazione vincolata ad ogni registrazione.Benvenuto nella nuova era :)

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Io sostengo che sono padrone delle mie scelte , possono mandarmi tutta la pubblicità che vogliono , se non c'è niente che mi interessa io non compro.

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Ciao. In soldoni avete visto la luna ma non ancora avete notato il dito 😅
Questo succede regolarmente da sempre. Le abitudini del consumo sono raccolte, studiate, stoccate da quando è nato il concetto di marketing moderno. Già negli anni 60 esistevano raccolte punte in cobranding, tessere fedeltà, buoni sconto su cui aggiungere i propri dati e strumenti di questo tipo,vendite per corrispondenza e in abbonamento. Oggi il problema spicca di più perchè abbiamo cominciato a maturare il concetto di privacy e di dati personali, ma il meccanismo è lo stesso. Addirittura all interno del supermercato i carrelli registrano il percorso delle persone tra le corsie ed in vaso allo studio agglomerato dei dati gli scaffali hanno costi espositivi diversi! Le tci hanno amplificato le possibilità di accaparrarsi dati, venderli e scambiarli, da anni nemmeno i banner pubblicitari sui nostri browser sono random. Personalmente non sono atterrito dall idea del grande fratello perchè non sono molto suscettibile alla spinta al consumo suggerito. A queste persone interessa sapere chi siamo e come spendiamo in media, in modo tale da proporci i prodotti che desideriamo. La deriva politica beh, potrebbe spaventare, come dovrebbe spaventare ogni forma di propaganda 👍

 

Certo , il controllo e la raccolta dei dati esiste e non da ieri, adesso però si è aggiunto un fatto molto importante che ha peggiorato la vita di noi consumatori ed è la velocità con cui vengono elaborati i dati sfruttati per fini personali e poi venduti a terzi che non conosciamo e che possono essere chiunque.

 

@Althan74
No, guarda, la parola "superfluo", su cui si basa il tuo discorso, non l ho espressa da nessuna parte, né in modo esplicito né implicito. Piuttosto il significato del mio intervento era "di che vi stupite? La ricerca di mercato esiste dai tempi di Hapu'."
La mia disanima è stata interamente dedicata all argomento relativo alla raccolta e all anilisi dei dati a scopo marketing. Sicuramente sarà capitato anche a te, da ragazzo, di partecipare a qualche gruppo per la somministrazione di sondaggi a scopo commerciale, di quelli che servivano alle aziende per orientarsi sul packaging e sul nome dei prodotti, tanto per fare un esempio.
Oggi le persone, le stesse che postano due "stato" al giorno su whatsapp, una storia su Instagram, 4 foto su Facebook e un tik tok, parlano di violazione della privacy. Non ci vuole molto a raccogliere i gusti delle persone e non servono escamotage particolari. Il fatto è che la visione complottistica prende piede sulla spinta di chi mischia le intercettazioni telefoniche a scopi precessuali con 'il furto' dell abitudine al consumo.
Il fatto è che a me non interessa che tu o chiunque altro sappiate cosa faccio. Mi disturbetebbe se mi fosse negata la possibilità di fare quel che mi pare, nei modi previsti dal contratto sociale a cui ho aderito.
Non è una questione di semafori ed attraversamento pedonale questa, ma del fatto che siamo convinti da essere tutti così importanti da essere spiati.
Troppo complottistica la cosa, siamo solo consumatori e siamo osservati allo scopo di produrre la prossima inutile e costosa cazzata che ci venderanno. Una abbuffata di consumismo su misura, di lavarci il cervello non v è intento, tanto possono usare la coercizione normativa per farci fare quel che vogliono 😉

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Ricordiamoci sempre che non è il mezzo il problema... Ma come lo si usa!

 

Il problema, guardando i documentari, che questi ti fanno trappole che tu non sai e di cui non hai il controllo. Non sono i dati standard che metti...ma magari rispondi ad un giochino delle cose o clicchi su dei test innocui che però....

 

@Joyrayd vero anche questo, però è altrettanto vero che ci dev'essere più sensibilizzazione sui rischi che si corrono quando vogliamo sapere come staremmo con la frangia sugli occhi e con la pelle viola

Il controllo delle nostre vite tramite i social. Documentari.