Cinema Land

La mia prima considerazione durante i titoli di coda di Cloud Atlas è la totale trascendenza di questo lungometraggio.
Non si tratta del classico cinema a cui siamo tutti abituati.
La trama si intreccia e intorcina sinuosa lungo i fianchi delle 6 storie che compongono la pellicola, apparentemente così lontane tra loro, ma legate da fili sottili.
In Cloud Atlas il trascorrere del tempo è un medium. Serve a convogliare il flusso metafisico a cui i fratelli Wachowski hanno dato vita, facendo fluire il tutto con parsimonia e delicatezza.
Cloud Atlas non è un lungometraggio semplice. Va vissuto, ripercorso, percepito, perchè nulla è lasciato al caso.
La presenza di temi ricorrenti e continui rimandi alla pellicola stessa, concorrono a far emergere i 2 temi portanti del titolo, quali la reincarnazione e il destino, che saranno deus ex machina nel rapportarsi con i personaggi delle diverse vicende.
La prova di ogni singolo attore è stata straordinaria. Non tanto per l'interpretazione, ma per lo sforzo mentale di immaginarsi personaggi diversi in epoche diverse, pur mantendendo uno sfondo coerente che li mettesse in contatto. Il trucco, impeccabile, viene incontro allo spettatore, aiutandolo a distinguere i singoli personaggi come entità separate.
Nota di merito va al montaggio, che, nonostante la lunghezza del film (3 ore circa), mantiene alta la soglia di attenzione ed evita distrazioni, facendo perdere eventuali snodi cruciali per la trama. Volendo cercare il più minimo difetto, si può avvertire una leggera perdita di ritmo nella sezione che precede la mezz'ora finale, che riesce poi ad assorbire l'imperfezione con facilità.

Cloud Atlas è l'evoluzione di ciò che è stato Matrix verso la fine degli anni '90.
Potrei maliziosamente azzardare che è più di ciò che è stato Matrix, ma questo solo il tempo potrà confermarlo.