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The Exit Project: Backstreets – Recensione Speedrun

I ragazzi di Nostra Games pubblicano The Exit Project: Backstreets, un titolo ambizioso a suo modo, che fa del mistero e dell'immedesimazione il suo focus. Pur sembrando un'esperienza banale, The Exit Project: Backstreets possiede una profondità nascosta che abbiamo potuto vedere, capire e sviscerare nella nostra recensione Speedrun.



Sulla via di casa mi ritrovai in un loop spaziotemporale



The Exit Project: Backstreets è un titolo misterioso e imperscrutabile sin dai primissimi minuti di gioco. Ci troveremo a dover tornare a casa, a piedi, ed entreremo in un corridoio con una porta alle spalle e una di fronte a noi. A sinistra vedremo un numero, davanti a noi vari oggetti disordinati, il cielo notturno ci farà da cappello e potremo scegliere se avanzare o tornare indietro.



Ma attenzione alla scelta e al capire quando è giusta l'una (avanzare) o l'altra (tornare sui propri passi). Infatti se sbaglieremo torneremo al corridoio numero uno, se saremo corretti invece procederemo al successivo. Ma come capire cosa scegliere?



Anche qui il gioco non ci dà suggerimenti, ma ci dovremo arrivare in autonomia. Il principio basilare del gioco è infatti di osservare, ascoltare e capire. Il primo corridoio è “originale”, cioè la forma base, senza variazioni o anomalie. Successivamente invece troveremo potenzialmente anomalie di ogni tipo, tra cui buio pesto, manichini semoventi, scatole aperte, pesce marcescente e molto altro, tra cui occhi in cielo (o aurore boreali) e via dicendo. Nel caso di uno di questi casi dovremo tornare indietro per – paradossalmente – avanzare.



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Aspetto tecnico e feeling



The Exit Project: Backstreets ha un'atmosfera cupa, intima, un po' tetra e che invoca sensazioni di claustrofobia e ansia. Come abbiamo detto saremo in un corridoio, e sempre in quello, con continue variazioni di piccoli dettagli che potrebbero mettere in difficoltà anche l'investigatore più attento. Saranno questi piccoli cambiamenti che daranno infatti senso al gioco e alla ricerca della via d'uscita dal loop spaziotemporale, o forse semplicemente da una brutta sbronza. O da un attacco di sonno improvviso, a mo' di incubo. Chi sa la verità, dopotutto?



Più di qualche volta i brividi hanno corso lungo la nostra schiena, specialmente quando abbiamo visto il buio più completo oppure nel caso in cui dei corvi siano comparsi improvvisamente. Ma non dimentichiamo nemmeno il momento in cui abbiamo visto dei manichini muoversi, assolutamente da togliere il fiato. Questi momenti di picco han fatto sì che l'atmosfera generale fosse decisamente ben trasposta e precisamente riconoscibile, quindi siamo stati soddisfatti a pieno.



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Tecnica e longevità



Tecnicamente il titolo non mostra il fianco in nessuna situazione, complice anche il fatto dell'enorme semplicità del gioco stesso. Infatti l'unico luogo è solamente il corridoio già citato, con minimo dispendio di risorse grafiche e di potenza della console.



Non possiamo comunque muovere alcune critiche alla longevità del titolo. Infatti, una volta capito che in caso di anomalia dovremo tornare sui nostri passi, mentre nel caso opposto dovremo avanzare, allora il titolo è terminabile in 10 minuti, uno per livello. Questa è chiaramente una grossa pecca, dato che anche la rigiocabilità è scarsa una volta capito come funziona il tutto, non ponendo nessuna sfida per il giocatore se non l'attenta osservazione dell'ambiente in sé.



Il Platino di The Exit Project: Backstreets



Per gli amanti dei trofei sarà interessante sapere che nella lista ci sono due coppe d'argento, undici d'oro e uno scintillante Platino a coronare la caccia. Per ottenerlo dovrete semplicemente terminare il gioco, arrivando al decimo vicolo e uscendovi, giungendo finalmente al vostro appartamento. Il gioco è in sé piuttosto facile, ma la quantità di attenzione da dedicare può essere sottovalutata, nonostante tutto in una ventina di minuti dovreste poter ottenere tutti i trofei e il Platino.




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venerdì alle 17:00

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