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Electro Ride: The Neon Racing – Recensione

I giochi racing soffrono fondamentalmente di un difetto congenito, cioè di essere più o meno tutti similari tra loro. È difficile riuscire a trovare idee innovative o comunque un po' fuori dal già visto e dobbiamo dire che durante la recensione di Electro Ride: The Neon Racing abbiamo trovato qualche idea brillante, mentre alcune decisamente un po' meno. State con noi e scoprire luci e ombre di questi neon dall'Est Europa.



Benvenuti oltre la cortina di ferro



Electro Ride: The Neon Racing è ambientato in una alternativa e futuristica unione sovietica proiettata nel futuro. In un'Europa alternativa in cui il blocco orientale non è caduto, ma si è trasformato in un centro di eterna ricchezza e progresso vi è un campionato di auto che si corre solo con mezzi costruiti da questo lato della cortina di ferro. Chi non ricorda le Dacia 1300, i Volkswagen Westfalia e i celebri mezzi dell'epoca? Eccoli qui, nella loro bellezza digitale, chiaramente senza marchi e licenze, pronti a portarci alla vittoria del campionato dell'URSS.



Sviluppato da Take IT Studio, Electro Ride: The Neon Racing è un simpatico seppur breve racing retro futuristico. Retro per l'utilizzo di auto dell'epoca, seppur debitamente mascherate, e futuristico per la mole intensa di neon, luci, effetti e costruzioni mega galattiche. Le auto presentate sono ampiamente stilizzate, rese senza nessun dettaglio ma perfettamente riconoscibili se si ha un po' di cultura motoristica del passato.



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Arcade, veloce, semplice



Electro Ride: The Neon Racing è un gioco arcade nel vero senso del termine, tanto che potremo addirittura guidare solamente con i tasti direzionali digitali, invece di usare il classico analogico sinistro. Oltre a questo, le auto non presentano nessun tipo di personalizzazione, né di assetto o altro. Vengono infatti fornite solamente alla fine di una “boss fight”, una sfida uno contro uno al termine delle tre gare che compongono il campionato di ogni singolo stato.



Correremo infatti in Unione Sovietica, Cecoslovacchia, Germania Est, Bulgaria e Polonia, tra i Paesi più importanti del blocco orientale che ha diviso l'Europa da subito dopo la seconda guerra mondiale (1945) fino alla caduta dell'URSS, alla fine del 1991. Questa unione tra storia reale e videogiochi è sempre un ottimo fattore che pone davanti a scenari inediti, impossibili e chiaramente utopici, ma che celano al loro interno un fascino sempre marcato.



Il gioco è semplice, presentando solamente la gara rapida e la carriera, quest'ultima articolata in cinque campionati da tre gare ciascuno, al termine del quali saremo i campioni. Le gare sono intervallate da piccoli momenti di racconto a figure, senza dialoghi né didascalie, che possono essere più o meno criptici a seconda dei contesti. Dopo ogni ciclo di tre gare e dopo aver battuto il boss, otterremo un'auto a scelta tra quelle disponibili. In totale sono presenti venti veicoli da guidare, tutti unici per forme, dimensioni e comportamento su pista.



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Piste veloci, sinuose e ricche di insidie



Seppur in un numero evidentemente limitato dalla dimensione generale del titolo stesso, Electro Ride: The Neon Racing propone venti circuiti nei quali dar prova delle proprie abilità di guida. Partiamo da un principio: le piste potrebbero essere affrontate in maniera propria se la fisica di auto e gioco ci venisse dietro. Il punto è che quest'ultima è appena abbozzata e si discosta abbondantemente dalla realisticità minima che avrebbe meritato.



Non per altro lo abbiamo definito arcade, chiaramente. Ne deriva il fatto che guidare secondo i principi del bravo pilota è impossibile, sopratutto per l'imprevedibilità generale delle auto, che tendono a saltare e mettersi di traverso improvvisamente e senza preavviso, anche in presenza di minimi stimoli da parte del giocatore.



Questo è tanto più evidente quando si passa sopra le fasce “turbo”, le quali sono disponibili in tre toni differenti. Questi colori sono ottenibili molte volte durante ogni giro, mediante la raccolta di “stelle” a loro volta colorate lungo i percorsi sinuosi. Cambiando colore potremo ottenere il turbo solo dalla striscia a terra dello stesso colore, e quest'ultima si consumerà man mano che le passeremo sopra. Questo significa che potremo sfruttare questo dettaglio come elemento strategico, soprattutto nelle sfide 1vs1.



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Aspetti grafici, tecnici e sonori



Il gioco oltre alle luci dei neon presenta anche alcune pesanti ombre. Tra tutte, il sistema di guida imprevedibile, estremamente sensibile, che richiede accuratezza esagerata per un banale gioco arcade in cui dovrebbe bastare toccare lo sterzo e l'acceleratore perché l'auto faccia quello che deve fare, in stile Ridge Racer o similari. Ma non è così e quindi ci troveremo troppe volte, specie nelle prime gare, ad arrovellarci sui nostri dubbi, domandandoci perché siamo usciti di pista, o perché quel testacoda, o perché quello schianto. Insomma, ci sono sistemi di guida migliori.



La grafica di Electro Ride: The Neon Racing è senza dubbio un pro, dato che è quantomeno unica e interessante, soprattutto con questa visione alternativa e utopica dell'Est Europa sotto l'egemonia URSS. Questo si traduce in architetture mastodontiche, spettacolari e in generale con un approccio simil-cyberpunk alla realtà.



Il reparto sonoro è caratterizzato da audio in stile anni '80 con musiche synthwave semplici ma efficaci, perfettamente in grado di rendere giustizia a un'ambientazione caratteristica di quegli anni, anche se proiettati nel futuro.



In generale Electro Ride: The Neon Racing è un titolo sufficiente, che propone poco e quel poco lo presenta in maniera sin troppo semplice ma soprattutto abbozzata, specialmente la fisica che è poi quello che è più difficile da sopportare, se funziona male. Un'occasione mancata.



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Il Platino di Electro Ride: The Neon Racing



La lista trofei di Electro Ride: The Neon Racing comprende 28 coppe, divise in 10 di bronzo, 12 di argento, 5 d'oro e uno scintillante Platino. Per ottenere quest'ultimo dovrete completare la modalità storia, correre 100 gare, battere l'ultimo boss con una specifica auto e molto altro. Nulla di particolarmente difficile, soprattutto dato il fatto che tutto è completabile alla minima difficoltà, a parte un trofeo che chiede di vincere una gara rapida al livello difficile. Adatto a tutti i cacciatori di trofei senza macchia e senza peccato.




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ieri alle 17:10

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