Mad Experiments 2: Escape Room – Recensione Speedrun
Dopo un primo capitolo piacevole ma con alcuni nei, abbiamo tentato nuovamente la fuga realizzando la recensione Speedrun di Mad Experiments 2: Escape Room. Ancora una volta PlayTogether Studio punta su un'esperienza narrativa multiplayer ricca di enigmi, per stimolare gli appassionati del genere. Preparatevi quindi a spremervi le meningi nelle stanze del professor Cheshire.
La colpa è sempre tua
Se leggete assiduamente le nostre recensioni, vi sarete sicuramente imbattuti in quella di Mad Experiments: Escape Room. Il titolo, pubblicato prima su PC e poi sbarcato su console, nutriva l'ambizione di emulare le celebri escape room. La proposta digitale di PlayTogether Studio si focalizza sulla collaborazione tra giocatori: fino a 6 esperti di enigmi possono infatti unire le forze per tentare la fuga.
Questa formula, per quanto non esattamente innovativa, ha dato una certa notorietà all'opera, tanto da spingere il team a realizzarne un seguito. Pur non lanciandosi in una narrazione da Oscar, Mad Experiments 2: Escape Room prosegue quanto raccontato nel primo capitolo. Ancora una volta ci troviamo invischiati negli esperimenti del professor Cheshire e della sua assistente Hildegarde. Se avete affrontato le precedenti escape room, saprete già qualche dettagli extra, altrimenti vi lasciamo il piacere della sorpresa.
Pur non essendo obbligatorio, vi consigliamo infatti di giocare i capitoli in ordine, per avere alcuni importanti riferimenti. La conoscenza della storia non sarà comunque necessaria per completare gli enigmi, dato che, proprio come in una escape room fisica, tutti gli indizi per fuggire saranno all'interno della stanza. Ancora una volta potremo scegliere una maschera per distinguerci dagli altri eventuali partecipanti. Mad Experiments 2 può infatti essere affrontato sia da soli che, come detto, con un massimo di altri 5 giocatori.
Il gameplay di Mad Experiments 2: Escape Room
A livello di meccaniche, questo secondo capitolo non apporta alcuna novità alla proposta, se non un cursore più nitido a schermo. Potremo interagire con una serie di elementi, alcuni necessari a risolvere gli enigmi, altri semplicemente di distrazione. Lo stile visto nel primo Mad Experiments viene mantenuto, con oggetti che una volta manipolati rimarranno galleggianti a mezz'aria. Gli enigmi, spalmati in un prologo e 3 livelli principali, sono comunque sempre intriganti e vari. Ci troveremo di fronte a sfide matematiche, logiche e minigiochi come “trova le differenze” e simili.
La durata media per completare le escape room presenti è di mezz'ora, per una longevità totale di un paio d'ore circa. La rigiocabilità di Mad Experiments 2: Escape Room è ovviamente ridotta all'osso, dato che una volta risolti gli enigmi non ci saranno altre variabili, se non piccoli easter egg da trovare. Considerato il prezzo contenuto dell'opera, si tratta però di una proposta congrua, soprattutto alla luce della possibile condivisione in rete della sfida.
Discreto il comparto tecnico, nonostante permangano a nostro avviso i problemi già evidenziati con il primo Mad Experiments. Alcuni elementi sono eccessivamente luminosi, altri molto cupi, il che rende difficile orientarsi nelle stanze. La colonna sonora inoltre è abbastanza monocorde e lascerà indifferente la maggior parte dei giocatori. Intelligente invece la rivisitazione del cursorse, nonostante l'opera faccia ancora trasparire in maniera chiara le sue origini di gioco per PC.
Il Platino (che non c'è) di Mad Experiments 2: Escape Room
Altra lista trofei, altra delusione. Proprio come il primo capitolo, anche in Mad Experiments 2: Escape Room non avremo un Platino a certificare la nostra abilità nel risolvere enigmi. 13 trofei, tutti di fatto uguali tra loro: dovremo completare le stanze entro un tempo limite, senza usare indizi. L'unica variante è la richiesta di mantenere il silenzio in biblioteca, sfida che ci frutterà uno scintillante oro.
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