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The Spectrum RECENSIONE

Prima ancora che il termine "Console War" prendesse anche solo significato, prima che Sega e Nintendo dessero fuoco alle polveri di un conflitto che, pur mutando e cambiando le parti in causa, è arrivato fino a noi, in un tempo remoto fatto di miti, mostri e magie, i primi anni '80, i videogiocatori arcaici si "scannavano" tra di loro in modi che nemmeno vi immaginate. The Spectrum, di cui vi ho già parlato nell'Inserto Speciale di Floppy Disk pubblicato qualche tempo fa, ci riporta in quel Tempo del Sogno con la forza di una reliquia di Warhammer 40.000!
The Spectrum, qualche nota storica
The Spectrum è infatti l'ennesima incarnazione del più feroce "Nostalgia Effect", una versione in scala di uno dei grandi protagonisti del videogiocare antico, realizzata anche stavolta da Retro Games Limited e che va ad aggiungersi alla già nutrita schiera di mini console e home computer celebrativi, quali il Commodore 64, il micro Amiga 500 e amenità del genere. A cadere sotto il raggio rivitalizzante, questa volta è lo ZX Spectrum.



Iniziamo con qualche piccolo cenno storico: siamo nel 1982, quando Sir Clive Sinclair decise di lanciare sul mercato europeo lo ZX Spectrum, un dispositivo che sembrava uscito direttamente da un film di fantascienza di quelli trash potenti.



Con una CPU Z80, ben 48KB di memoria (per i più facoltosi) e una grafica mozzafiato di 256×192 pixel in 15 colori (cifre che fanno girare la testa!), lo Spectrum era l'equivalente tecnologico di un tostapane con ambizioni da astronave. Per la serie, l'importante è crederci, il resto arriva da solo.



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Nonostante le sue evidenti limitazioni strutturali, non ultimo un sistema audio che faceva letteralmente sanguinare le orecchie, lo Spectrum riuscì a conquistare il cuore degli appassionati. Forse perché, a differenza dei suoi concorrenti, non richiedeva un mutuo per essere acquistato. O forse perché collegarlo semplicemente alla TV dava l'idea di "saperci davvero fare con i computer".



Qui da noi, in quegli anni, il signore indiscusso del mercato era senza dubbio alcuno il Commodore 64, ma il caparbio Spectrum avrebbe trovato comunque una sua dimensione a Est, nei paesi del Blocco Sovietico, complice la sua architettura semplice e la relativa facilità di reperirne i componenti.



Tutta una serie di peculiari caratteristiche che, vista la difficile situazione di quei paesi all'epoca, contribuirono a rendere questo home computer la piattaforma preferita degli appassionati di Oltre Cortina, dando vita a una scena amatoriale che sopravvive ancora oggi.



Un bellissimo soprammobile
Arriviamo finalmente a fine 2024, quando Retro Games Limited ripropone una versione da esposizione di questo protagonista del videoludo anni '80, The Spectrum appunto, una rivisitazione in chiave moderna dell'originale ZX Spectrum che, nonostante l'estrema eleganza sia di materiali che di realizzazione, finirà inesorabilmente a prendere polvere assieme alle altre versioni "mini/remastered" di altri gloriosi sistemi del passato.



Si, perché va detto, The Spectrum non farà ne più, ne meno, la fine di altri prodotti dello stesso tipo: dopo qualche partita, all'insegna dei bei tempi andati, verrà esposto dai più come un elegantissimo, ma fondamentalmente inutile, soprammobile. Fa male, ma è così.



A livello di contenuti, The Spectum è una vera e propria sciccheria, con una confezione in cartone davvero pregevole, contenente ovviamente lo Spectrum vero e proprio, con tanto di tastiera gommosa funzionale, un cavo HDMI, una guida introduttiva e un cavo USB per l'alimentazione.



Manca l'alimentatore, ma potete comunque usare uno qualsiasi millemila caricabatterie che ognuno di noi ha, volente o nolente. Se la mancanza di un caricabatterie è ben poca cosa, l'assenza invece di un controller di qualsiasi tipo, joystick o game pad che sia, mi lascia alquanto perplesso.



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Ok, tanti dei giochi proposti si possono giocare da tastiera, per più immersione con il periodo storico di riferimento (ma era una menata già all'epoca, figuratevi ora), e The Spectrum è compatibile con praticamente ogni tipo di controller dotato di USB, ma almeno un joystick finto vintage potevano anche aggiungerlo, che di sicuro avrebbe fatto piacere a tutti, dato che dubito fortemente che, tolto qualche pazzo ultra ortodosso, l'utente medio di questo prodotto sia così impaziente di interfacciarsi al tutto solamente tramite una mini tastiera gommosa.



The Spectrum offre una selezione di ben 8 giochi preinstallati, tra cui classici come Manic Miner e The Great Escape, coprendo la quasi totalità dei generi che più andavano forte all'epoca, dai primitvi RPG ai platform, passando per le avventure testuali. E per chi desidera ampliare la propria collezione, è possibile caricare altri giochi tramite chiavette USB, sia scaricando materiale dal sito di Retro Games Limited, sia "registrandoli dall'internet". Ma su questa seconda opzione, ovviamente, noi non vi abbiamo detto nulla. Chi sa, sa.



Tutta questa orgia filologicamente corretta, ma decisamente un po' indigesta a chi non era avvezzo a queste delizie vintage, è parzialmente compensata da alcune aggiunte moderne, quali la possibilità di salvataggi personalizzati e cose simili, che renderanno l'esperienza originale più sopportabile, ovvero un pochino più vicina alla moderna quality of life a cui ci siamo abituati.



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The Spectrum RECENSIONE | Conclusione
Concludendo, The Spectrum rappresenta l'ennesimo tuffo nostalgico nel passato, perfetto per chi desidera rivivere l'era in cui i computer erano semplici, i giochi difficili, la pazienza era una virtù indispensabile e le bestemmie volavano libere, molto prima dell'avvento di un qualsiasi Soulslike.



Un dispositivo che dimostra che, a volte, il progresso tecnologico è sopravvalutato, perché ci si divertiva alla grande, anche con molte meno risorse ma che, ovviamente, va capito e non preso "a scatola chiusa". In pratica, tenete bene a mente come state per spendere questi 100 euro: un bel soprammobile, capace di farvi ripiombare in un'epoca meravigliosa, ma che va capita e presa per il verso giusto. Bel lavoro comunque!



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ieri alle 22:00

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Ebbe successo all'epoca perchè il Basic contenuto era più facile da programmare di quello del concorrente princiale, il Commodore 64, ma poi fu surclassato dallo stesso per tante ragioni, a cominciare dai tanti dispositivi disponibili. Peccato che non abbiano esteso la compatibilità, come per l'Atari dell'anno, ai modelli successivi, tipo il Sinclair QL, che non ebbero lo stesso successo del predecessore.