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Neva – Recensione

Neva ha creato un nuovo precedente per me, essendo l'esempio fresco di uno studio talentuoso che dopo un primo successo tanto meritato quanto relativamente grande, fa il passo più lungo della gamba. Non si tratta di un inciampo propriamente detto, proprio in virtù delle abilità soprattutto e prettamente artistiche di Nomada Studio, ma di un'esperienza che, oltre i suoi confini virtuali, non lascia poi molto al giocatore, se non la voglia di dinamiche più approfondite o di perdersi nei suoi sfondi impressionisti.



Il confronto con Gris, essendo il diretto precedente degli autori e vista la loro giovane età come azienda, è inevitabile e insieme utile a comprendere cosa sia Neva e cosa invece avrebbe voluto o dovuto essere. Il nuovo sodalizio con Devolver Digital si esplica infatti in un'avventura lineare con elementi da platform, da puzzle e anche da azione diretta che abbiamo recensito nella sua versione per PlayStation 5.



Estate



Se Gris faceva del silenzio mesto e del suo abbraccio con l'arte illustrativa una delle sue caratteristiche per parlare di lutto in maniera toccante e sincera, Neva si apre con una scena animata che mette in luce i suoi aspetti fondamentali, ponendo sulla sua metaforica bilancia la natura, con le stagioni a scandire lo scorrere del tempo e del gioco, e il rapporto di amore, perdita, abbandono tra genitore e figlio e non solo.



Dal cielo cadono come sassi di grandine delle chiazze nere, che macchie non sono perché si trattano di carcasse di uccelli. In questo marasma, una donna dai capelli bianchi e il suo animale mezzo lupo mezzo cervo cercano di scappare, se non che a un certo punto la creatura affida alla prima il suo cucciolo, Neva.



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Nell'ultima fatica di Nomada Studio permangono i momenti di camminate taciturne del precedente lavoro, se non che qui scompaiono le discese e le ripide salite (simboliche e di gameplay vero e proprio) a favore di pianure sconfinate e qualche piattaforma a cui aggrapparsi anche se gli affordance, gli oggetti con cui il giocatore possa interagire non sono ben segnalati, tanta è la voglia di coniugare la parte ludica a quella artistica in senso stretto.



Ancora, il silenzio in Neva è sintomo di un mondo corrotto e morente, di paura, di terrore ora per il nemico, ora per la possibile perdita del proprio affetto. Qualcosa insomma di meno ermetico, più lampante rispetto a Gris, ma in linea con la storia che gli autori hanno costruito e con il cuore della produzione, ovvero il rapporto tra la protagonista e il suo candido animale.



Chi vive con uno o più animali domestici e chi conosce o abbia giocato The Last Guardian non potrà fare a meno di sentirsi in apprensione quando il lupo si allontana dall'avatar, o di sentirsi scaldare il cuore quando lo stesso animale si fa distrarre da qualche insetto o quando si fa accarezzare. Al contempo, tanto nei movimenti del compagno coda munito, quanto nel ruolo fondamentale che egli gioca nel gameplay si riconosce una vicinanza voluta o meno con l'opera di Fumito Ueda.




Autunno



Le stagioni scandiscono la progressione del gioco quanto la crescita dei personaggi in termini di possibilità ludiche: se sulle prime il cucciolo è un piccolo indifeso da difendere dalle grinfie dei demoni, in autunno è un lupacchiotto capace di mordere i nemici, saltare in maniera autonoma e persino lanciarsi verso avversari e non solo a mo' di freccia. Il suo arrivo, rispetto al peregrinare solitario di Gris, dona al nuovo gioco edito da Devolver un lato combattivo, annebbiando però la carica distintiva del titolo precedente.



Non che l'intento di Nomada fosse di creare un action puro, tuttavia i colpi ferini, uniti ai fendenti di Alba – che siano spiccando un balzo e colpendo a terra, o diretti contro l'avversario dopo una rotolata i cui punti d'invincibilità sono sempre poco chiari – spezzano la comunione tra l'arte (gli sfondi, le musiche, il character design) e il gameplay.



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Inverno



Indubbio rimane l'alto valore artistico in senso illustrativo di Nomada Studio, che ora come per Gris ha affidato il compito di affrescare il suo software a Conrad Roset e a un gruppo di animatori. Se anni fa le immagini erano tutte simboliche, allegoriche del messaggio portato avanti dagli scrittori, ora è la natura con i suoi colori verde, rosa, rosso, blu a fare da padrona, in sinergia con un uso spesso troppo smodato di campi lunghi e lunghissimi, tali da fare scomparire il duo a favore di essa stessa. La colonna sonora è firmata dai Berlinist, creando un grande concerto in sinergia con le altre parti.



La versione per PlayStation 5 vanta un supporto tanto semplice quanto apprezzatissimo del DualSense, tra i led del controller che cambiano in base alla scena in atto e il microfono che si attiva quando chiamiamo Neva a noi.



Trofeisticamente parlando: sii un buon padrone



I 18 trofei di Neva nascondono qualche lieve insidia, ma tenendo vicina la lista completa dal nostro forum PlayStation Bit non dovreste avere problemi a ottenerli tutti. Questi si distribuiscono tra 4 di bronzo, 5 d'argento, 9 d'oro e l'immancabile Platino: tolti quelli legati alla storia, fate attenzione ai punti dove Neva potrebbe trovare qualcosa da mangiare per esempio e in breve la caccia potrà dirsi riuscita.




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lunedì alle 16:00

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