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White Day 2: The Flower That Tells Lies Complete Edition – Recensione

Ben ventitré anni dopo l'uscita del titolo originale e nove anni dopo il remake per console, ritorna la serie horror che per un buon periodo fu il fiore all'occhiello delle produzioni Made in Corea. White Day 2: The Flower That Tells Lies, arriva su PlayStation 5 dopo il lancio su PC nella sua versione completa. Originariamente concepito in forma episodica, il titolo di Rootnstudio Limited è pronto a far vivere momenti di vero terrore agli amanti dell'orrore e degli spiriti maligni. Ma se questo “orrore” sia frutto delle fantastiche idee degli sviluppatori o dei problemi tecnici del gioco lo scoprirete solo lanciandovi nei bui corridoio della Yeondu High School insieme alla recensione a seguire!



Un labirinto chiamato “scuola”



È notte fonda, una studentessa è lasciata intrappolata nella scuola che frequenta, probabilmente tutto frutto di uno scherzo dei suoi presunti compagni. All'improvviso delle fiamme avvolgono l'aula e, tra le urla di paura e disperazione, la studentessa è colpita da un tragico destino. Inizia così White Day 2: The Flower That Tells Lies, il nuovo capitolo di un cult dei giochi horror che in passato ha reso insonni le notti degli appassionati.



Al limite tra fantasia e realtà, questa nuova avventura porterà i protagonisti del titolo di nuovo tra le mura del liceo maledetto che faceva da sfondo al primo capitolo: la Yeondu High School. A distanza di anni dalla prima visita, una nuova storia di fantasmi porta dei giovani ad incuriosirsi sulle vicende della scuola e a portarli verso la soluzione di un mistero più grande di quanto possano immaginare.



A dare un maggiore valore al titolo, come già anticipato, su PlayStation 5 si avrà la fortuna di giocare direttamente la Complete Edition che metterà a disposizione tutti e tre i capitoli in un'unica soluzione. Tre storie con protagonisti differenti, che si intrecceranno e ogni volta daranno maggiori dettagli al quadro generale. Tre storie che, purtroppo, daranno al giocatore un senso di inconcludenza generale, lasciandogli l'impressione che il gioco si fermi e basta, pronto a essere riavviato dal menù principale. Un ulteriore punto a sfavore è inoltre dato dall'assenza della lingua italiana e ad un fastidiosissimo voice acting, se lo si giocherà in inglese.



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Belli questi puzzle



Superata la componente narrativa alquanto discutibile, si passa al gameplay di White Day 2, rimasto pressoché invariato dal primo capitolo. Gli amanti degli horror old school con enigmi ambientali da risolvere impazziranno, forse anche di gioia, davanti a quelli proposti dal titolo, resta però, proprio come nel primo episodio, un enorme problema di accessibilità. Alcuni enigmi sembrano, infatti, essere concepiti solo per chi ha una vaga idea di come funzioni il coreano o gli istituti di istruzione coreani. Kanji e caratteri da altre lingue, codici morse da memorizzare e tanto altro non la daranno facilmente vinta ai giocatori.



Un ulteriore problema sarà dato dagli stalker presenti nel gioco, pronti a disturbare ogni tentativo di soluzione enigmi e a porsi da barriera nelle infinite sessione di backtracking. Inoltre: glitch grafici, problemi di natura tecnica nella mappatura e nel funzionamento dei tasti, un costante senso di lentezza nei movimenti, cali di frame rate e la struttura veramente labirintica della scuola peggioreranno ancora di più l'esperienza con il titolo.



White Day 2 resta comunque fedele al genere horror, ma purtroppo non nel modo inteso dagli appassionati. Un titolo che, proprio come il primo capitolo, sarebbe, sicuramente, potuto diventare un piccolo gioiello dagli appassionati ma che invece fa paura per altre motivazioni.



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Che cosa ti hanno fatto?



Le motivazioni per la quale il primo White Day era diventato un cult per gli amanti del genere erano sicuramente la cura messa dagli sviluppatori nella costruzione ambientale, il ritmo di gioco e il folklore ad esso collegato. Muoversi tra i corridoi spettrali della scuola, schivare i fantomatici bidelli, leggere le storie di fantasmi degli studenti e ritrovarsi faccia a faccia con queste entità erano il fiore all'occhiello del titolo.



In White Day 2 tutto questo sembra totalmente abbozzato. Un titolo che sembra nato quasi solo perché si doveva o si voleva creare qualcosa collegato al gioco originale. Il risultato finale, però, è qualcosa che non sembra assolutamente completo, quasi lasciato al caso: una sorta di demo o un progetto in beta che probabilmente non vedrà mai la luce.



Il titolo non rapisce, non fa paura, le attività proposte e i nemici fanno sopraggiungere presto la noia nel pubblico giocante e i finali non daranno soddisfazione. I fantasmi, che nel primo gioco non erano lasciati al caso, ognuno con una storia e un modo per essere incontrati, qui sembrano solo essere lo sfondo di tre avventure che potevano tranquillamente non essere raccontate.



L'ultima nota dolente del titolo, purtroppo, e altra dimostrazione che White Day 2 è un progetto non realmente completo la scoprirete invece nel prossimo paragrafo.



White Day 2: Il Platino Che Dice Bugie



Eccoci qui alla sezione più amata dai cacciatori di trofei. Come suggerito poche righe fa, White Day 2: The Flower That Tells Lies Complete Edition ha un ulteriore punto a sfavore: la sua lista non include infatti alcun trofeo di Platino. Per completare l'elenco basterà semplicemente completare il gioco sbloccando tutti i finali disponibili. Proprio come nel primo capitolo, i finali saranno sbloccati dai diversi percorsi scelti durante il gioco tramite opzioni di dialogo e azioni svolte. Indubbiamente questo sarà un ottimo motivo per sviscerare al meglio il titolo, ma poiché nessuno di essi risulterà realmente soddisfacente e “completo” nella sua conclusione, siamo quasi certi che parecchi decideranno di lasciare quanto prima i corridoi della Yeondu High School.




L'articolo White Day 2: The Flower That Tells Lies Complete Edition – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

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13 settembre alle 17:00

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