Lifeless Moon – Recensione Speedrun
Ci siamo messi una tuta spaziale e realizzato per voi la recensione Speedrun di Lifeless Moon. Sviluppato da Lifeless Worlds Studio e pubblicato da Serenity Forge, il titolo fa da seguito spirituale all'apprezzato Lifeless Planet, pubblicato nel lontano 2014. A distanza di 10 anni, riavvolgiamo le lancette fino al 1970 per partecipare a uno strano esperimento. Saremo sopravvissute alle minacce della Luna?
Mistero alieno
Il tema dell'allunaggio è sempre attualissimo, soprattutto nel mondo dei videogiochi. Basti pensare a opere come Deliver Us the Moon oppure Moons of Madness: queste opere ci portano in un modo o nell'altro sul corpo celeste satellite della Terra, per esplorarlo e scoprirne i segreti. Questo è anche l'obiettivo dei due astronauti protagonisti di Lifeless Moon, che come detto è ambientato nel periodo del primo allunaggio americano.
Nel corso di una missione sulla Luna, infatti, i due si trovano di fronte a una strana città dall'aspetto incredibilmente “terrestre”. Un mistero da dipanare, così come misteriosa è la scomparsa degli scienziati che hanno lasciato le loro tracce sul satellite. I giocatori saranno quindi chiamati a esplorare l'ambiente alieno per scoprirne i segreti, cercando nel contempo di far ricongiungere il protagonista al compagno sperduto, di cui sentiremo solo la voce.
Pur senza picchi di originalità, la trama di Lifeless Moon si adatta bene al tema esplorativo, richiamando sensazioni tipiche dei racconti di fantascienza e che rimandano alle missioni delle astronavi Apollo. Tutto viene narrato tramite cutscene miste a frammenti di lore che recupereremo in giro: non esattamente un meccanismo chiaro né lineare, tanto che sarà facile perdere il filo della storia. Le richieste pad alla mano, invece, rimangono sempre molto basilari, senza mai decollare né evolversi.
Il gameplay di Lifeless Moon
Esplora e risolvi piccoli enigmi. Questo è in estrema sintesi il riassunto di quanto Lifeless Moon richiederà al giocatore. Dopo una prima fase di rodaggio, ci muoveremo nelle vaste aree lunari, esplorando un mix di aree urbane e di paesaggi desolati. Qua e là potremo come detto recuperare frammenti di lore e oggetti utili a risolvere piccoli puzzle ambientali. Di tanto in tanto dovremo anche affrontare sezioni platform a gravità zero. Queste ultime restituiscono una strana sensazione di galleggiamento e risultano perlopiù tediose, soprattutto per i veterani dei platform.
Va meglio con i rompicapo, se così possiamo chiamarli: le sfide sono sempre molto semplici e basterà una manciata di minuti per risolvere giochi di luce e puzzle in cui utilizzare le giuste foto. Tutto questo sublima in una longevità generale che, anche con ogni più rosea aspettativa, non supera le 4 ore totali. Una quantità di tempo giusta, che passeremo girovagando sulla Luna senza però mai trovarci di fronte a nessun momento di picco. Tutto è abbastanza piatto e monocorde, dalla trama al gameplay. La stessa conclusione (senza farvene spoiler) lascia abbastanza perplessi, segno che qualcosa di più poteva essere fatto.
Piacevole il comparto tecnico del gioco: a livello grafico Lifeless Moon non spicca per qualità ma, trattandosi di un titolo indie, è indubbiamente molto curato. Alcuni scorci lunari restituiscono davvero una sensazione “fantascientifica”, mentre le parti terrestri ci sono sembrate meno convincenti. Apprezzabile la colonna sonora, che accompagna il giocatore durante l'esplorazione senza infastidirlo. Buona infine la fluidità generale: la potenza di PlayStation 5 riesce a farci esplorare senza rallentamenti il tortuoso suolo lunare.
Il Platino di Lifeless Moon
La maggior parte dei trofei inclusi nella lista di Lifeless Moon sarà legata al completamento della storia. A parte un paio di sfide secondarie, per le quali sarà necessario fare un minimo di attenzione, l'ottenimento del Platino sarà una missione alla portata di tutti. Non avrete nemmeno bisogno di andare sulla Luna: potrete ottenere la scintillante coppa blu comodamente dal vostro divano.
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