Flintlock: The Siege of Dawn – Recensione
Dark Souls ha definito e creato un sottogenere apprezzato, amato ed emulato da tanti. È noto a tutti che molti progetti abbiano tentato di replicarne le sfumature, ma Flintlock: The Siege of Dawn si distingue per il suo approccio unico. A differenza di altri giochi, Flintlock non si limita infatti a copiare meccaniche, stile estetico o moveset. Invece, possiede una propria identità ben definita, che va oltre un semplice setting unico o uno stile di disegno particolare. Pur traendo ispirazione dai soulslike e da God of War, riesce a presentarsi come qualcosa di diverso, con una sua anima. Scopriamo assieme tutti i segreti dell'opera di A44 Games.
Flint – Lock
Il team di sviluppo è stato ispirato da un sottogenere letterario, soprannominato abbastanza appropriatamente “Flintlock fantasy”. Questo genere fonde idee napoleoniche del mondo reale con mostri sbalorditivi e imponenti, quasi lovecraftiani, riflettendo il desiderio di A44 di combinare insieme influenze opposte.
“La porta del Grande Abisso si è aperta e il regno dei morti è entrato in collisione con quello dei vivi. Una guerra è in atto, con alcune divinità che si fanno strada nel regno materiale sfruttando proprio l'esercito di non morti e altre creature demoniache”
L'immaginario flintlock fantasy di “The Siege of Dawn” ruota attorno a un aspro conflitto tra il genere umano e un oscuro pantheon di antiche divinità. Dopo aver spezzato il sigillo della Porta del Grande Abisso, che le teneva rinchiuse da millenni, queste divinità hanno riversato la loro collera sul mondo di Kian. Così facendo, hanno scatenato un'invasione di non morti nel regno dei vivi. A opporsi a questo tragico destino ci sono le truppe della Coalizione. Questi sono soldati d'élite consacrati alla difesa dell'umanità, impegnati a respingere il poderoso assalto da parte delle creature da incubo emerse dalle viscere della terra.
Un dio in particolare, Uru, sta tornando in grande stile, assediando le città umane con i suoi eserciti di morti. Giocherete nei panni di Nor Vanek, la protagonista, una delle più abili “Armi” al servizio di questo corpo di potenti guerrieri. La geniera veterana si lascerà coinvolgere più di quanto sia bene per lei. La ragazza entra infatti in contatto con un'entità di nome Enki, uno spirito benefico dalle sembianze di una volpe e dotato di poteri spaventosi, che le propone una collaborazione. Pare che anche Enki abbia motivi di vendetta verso gli Antichi e verso Uru, e sembra intenzionato a offrire il proprio inestimabile contributo allo sforzo bellico della Coalizione.
Inizia qui il viaggio di Nor e la misteriosa creatura attraverso la più feroce guerra che la storia abbia mai conosciuto. Armata di una pistola, un fucile a pietra focaia e un'ascia, Nor si imbarca in questa missione con Enki e Baz. Costui è un vecchio soldato brizzolato, le cui missive costituiscono la narrazione della storia. Grazie a lui, potrete anche aggiornare il vostro equipaggiamento e riposare nei campi, che funzionano come i famosi falò di Dark Souls.
Acciaio, Polvere nera e magia
“Abbiamo avuto l'idea di renderlo più accessibile fin dall'inizio, ma senza alienare il combattimento ritmico di Dark Souls”
Secondo il direttore creativo Simon Dasan, l'accessibilità di Flintlock: The Siege of Dawn è stata ispirata dal precedente gioco dello sviluppatore A44 Games, il soulslike cooperativo Ashen.
Appena si inizia a esplorare il mondo di Kian, è evidente come questa particolare definizione del gioco si adatti perfettamente alla formula di gameplay. Ci sono molti elementi presi direttamente dai Dark Souls e giochi simili, ma fin dai primi momenti si percepisce la volontà di dare al prodotto una propria identità. Questo anche grazie anche a meccaniche che rendono la campagna accessibile a un pubblico più vasto.
È stato cruciale poi che il team di sviluppo di A44 Games dedicasse una parte significativa delle loro attenzioni alla creazione del mondo di gioco e a un aspetto fondamentale del suo worldbuilding. Flintlock: The Siege of Dawn è infatti un gioco ricco di cutscenes, con una storia ben strutturata e chiaramente suddivisa tra missioni principali e secondarie. Dimenticate quindi i lunghi silenzi di Elden Ring e i suoi eleganti “non-detti”. Qui sarete sommersi da tutorial, finestre di dialogo ed elementi di HUD, con una struttura di gioco che ricorda molto quella di God of War del 2018. Mentre avanzerete nelle aree, che si sviluppano molto in verticale e nascondono molte sorprese grazie a un level design accurato e ispirato, esplorerete una mappa ricca di segreti, tesori e missioni secondarie di vario tipo.
Il movimento inoltre, tutt'altro che lineare, è incredibilmente libero e veloce. Grazie al doppio salto e ad alcune abilità speciali, spostarsi risulta molto gratificante, facilitando sia la fuga da situazioni difficili che l'uso di punti di vantaggio. Con la grande mobilità di Nor, potrete raggiungere tetti, fare salti lunghissimi anche quando sembra impossibile, e spesso trovare forzieri o corpi che vi lasceranno un bottone (l'equivalente delle anime dei Souls) o qualche sorpresa inaspettata.
Il gameplay di Flintlock: The Siege of Dawn
Flintlock, come già menzionato, si ispira fortemente alla struttura dei giochi soulslike, integrando un'azione reattiva e una velocità di movimento essenziale e ben armonizzata con la dinamica di gioco. Dai souls prende la pazienza e la necessità di affrontare i combattimenti con metodo, abilità e tattica. Il tutto viene innovato con abilità speciali fornite da Enki.
Le polveri magiche, utilizzate per velocizzare le schivate e permettere un doppio salto magico, rompono subito lo schema classico dei souls, offrendo una variazione vivace al genere. Per chi ha giocato a Forspoken, immaginate il parkour magico in un contesto meno dinamico ma molto gratificante. Le altre meccaniche di gioco si sviluppano in combo con l'arma bianca e la pistola, utile per parry, sfondamento di difese e contrattacchi.
Il sistema di combattimento è ben bilanciato e ottimizzato, senza particolari sbavature. Questo eccezion fatta per alcuni attacchi critici dei nemici, impossibili da parare o deviare, che spesso tendono a causare danni anche con la migliore delle schivate. Gli attacchi magici di Enki sono molto versatili, simili all'utilità di Atreus in God of War o di un drone in The Surge. Sfruttandoli, otterremo un supporto cruciale quando i nemici aumentano sullo schermo.
La mappa di Flintlock è ricca di attività secondarie, con una struttura di esplorazione che ricorda molto quella di Banishers. Ci sono altari da scoprire per potenziare il personaggio, e luoghi simili a falò dove riposare e migliorare statistiche e abilità. Il gioco include anche alcune missioni secondarie classiche. Tra queste abbiamo Caffetterie dove poter giocare a Rivalsa (un interessante minigioco con regole proprie) e comodissimi viaggi rapidi per esplorare la mappa e tornare in luoghi precedentemente visitati. In questo modo potremo anche recuperare eventuali collezionabili persi.
L'esperienza guadagnata è gestita in modo molto interessante: durante ogni scontro, in base al vostro stile di combattimento, accumulerete punti con un moltiplicatore che cresce di scontro in scontro. Potrete scegliere se riscattare subito i punti esperienza e metterli al sicuro, oppure mantenerli congelati per aumentarli ulteriormente negli scontri successivi grazie al moltiplicatore attivo. Tuttavia, se subirete un colpo, perderete l'esperienza aggiuntiva congelata e il relativo moltiplicatore. Anche se può essere frustrante, questo sistema incentiva a cercare una precisione offensiva per ottenere il miglior punteggio possibile, utile per potenziare Nor.
Durante l'avventura, accumulerete molti punti esperienza dagli scontri, che vi saranno utili per sbloccare nuove abilità dai vari alberi delle disponibili. Questo migliorerà sia il combattimento ravvicinato e a distanza, sia la mobilità del personaggio. Tuttavia, fate attenzione alla Reputazione (la valuta per gli acquisti), che può essere persa in caso di morte. Come nei giochi soulslike, potrete però recuperarla tornando nel luogo della vostra morte, ma non sarà sempre una cosa facile.
Concludiamo parlandovi di una delle caratteristiche distintive di Flintlock: la varietà di livelli di difficoltà disponibili. Se desiderate quindi un'esperienza soulslike intensa e impegnativa, putrete scegliere la difficoltà standard o persino aumentarla. D'altra parte, chi preferisce godersi il viaggio di Nor ed Enki senza troppa frustrazione, può optare per la modalità Storia. Questa flessibilità rende il gioco accessibile a un pubblico più ampio, come già accennato precedentemente. Flintlock quindi non si limita a una nicchia specifica, ma cerca di combinare elementi contrastanti, contribuendo così all'evoluzione di un genere già in crescita.
Uno sguardo al comparto artistico
Flintlock è un vero spettacolo visivo, con un design artistico eccezionale che trae ispirazione dall'ambientazione scelta dal team. L'era della polvere da sparo del 19° secolo, combinata con elementi fantastici, crea un mondo affascinante e interessante, con strade acciottolate e case in pietra che si fondono perfettamente con l'estetica generale. I paesaggi, le città e le creature sono realizzati con dettagli minuziosi e colori vivaci e vibranti.
I personaggi principali e gli antagonisti vantano design unici. Nor Vanek, la protagonista, sfoggia un abbigliamento da guerriera con dettagli intricati, mentre le divinità hanno un aspetto oscuro e spettrale. Le creature non morte, gli spiriti e i mostri sono stati creati con grande attenzione ai dettagli. Le animazioni di combattimento sono fluide e coinvolgenti, e gli effetti particellari delle armi a proiettile e della magia sono straordinari, dimostrando le grandi capacità di A44 Games.
Flintlock poi offre una vasta gamma di ambientazioni, dalle foreste oscure alle città decadenti, ognuna con un'atmosfera unica che contribuisce all'immersione del giocatore. La colonna sonora infine, composta appositamente per il gioco, si adatta perfettamente all'atmosfera, con tracce che spaziano tra toni epici e malinconici, adattandosi a ogni scena. In sintesi, Flintlock: The Siege of Dawn offre un'esperienza visiva coinvolgente grazie al suo stile artistico distintivo e alla cura dei dettagli, rendendolo un titolo da non perdere per gli appassionati.
La strada verso il Platino
Per ottenere il Platino, è importante sapere che non si possono guadagnare trofei alla difficoltà più bassa. Tuttavia, anche per chi non è esperto dei giochi Souls, non sarà un grande ostacolo, poiché la difficoltà base del gioco non è troppo elevata.
Detto ciò, per raggiungere il Platino, dovrete completare la trama principale, tutte le missioni secondarie, raccogliere una manciata di collezionabili e migliorare al massimo diverse armi, sia da mischia che da fuoco. L'unico possibile ostacolo? Un trofeo d'oro vi richiederà di riscattare 50 mila punti esperienza. Per farlo, dovrete quindi trovare una buona zona di farming, aumentare di molto il moltiplicatore dell'esperienza e fare attenzione a non essere colpiti per non vanificare il tutto. Questo potrebbe essere l'unico trofeo un po' più noioso, ma per il resto, godetevi la magnifica storia di Nor.
L'articolo Flintlock: The Siege of Dawn – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.
sbrutagaz
Molto, molto interessante.