Ludomedia è il social network per chi ama i videogiochi. Iscriviti per scoprire un nuovo modo di vivere la tua passione.

Downward: Enhanced Edition – Recensione

Sono passati sette anni dalla sua pubblicazione, ma Downward, protagonista della nostra recensione, è pronto a stupire tutti con la sua Enhanced Edition. L'italianissimo team di Caracal Games Studio, supportato da Plug In Digital, porta infatti su PlayStation la sua esperienza platform basata sul parkour ambientata in un mondo in rovina. Le premesse sono buone: scoprite se la realizzazione è stata all'altezza.



Abbiamo superato il bordo dello specchio



Nel 2008, Electronic Arts pubblicò uno dei platform più conosciuti e riconoscibili dell'era PlayStation 3. Stiamo parlando di Mirror's Edge, action adventure in cui la bella Faith sfrutta le sue abilità di parkourer per svincolarsi dai dogmi dei Runners. Il gioco, accompagnato poi dal seguito Catalyst, si è ritagliato uno spazio nel cuore degli appassionati di platform, portando nel contempo alla nascita di giochi liberamente ispirati a questo concept.



Downward appartiene proprio alla categoria di titoli che propongono sezioni platform in prima persona, fatte di salti acrobatici e mosse plastiche, alternati a sezioni di combattimento. Le premesse del titolo di Caracal Games Studio sono peraltro molto intriganti: il protagonista del titolo si trova in un mondo in rovina, in cui l'umanità sembra essere scomparsa. Uno sparuto gruppo di sopravvissuti però resiste, dislocato in varie zone della Terra. Tra questi, il nostro eroe sembra l'unico interessato a scoprire la verità dietro la fine del mondo per come lo conosciamo.



La storia di Downward viene proposta con una serie di dialoghi doppiati in italiano. Questo aiuta a comprendere a dovere ciò che ci viene spiegato, per quanto ci sia davvero poco da metabolizzare. Nonostante premesse intriganti, infatti, Downward è un titolo che difficilmente vi appassionerà, a causa di una trama eccessivamente diluita. Poche informazioni fin troppo frammentate non permettono di godersi appieno quella che potenzialmente poteva essere una narrazione di grande effetto.




Il gameplay di Downward: Enhanced Edition



Incassata la delusione riguardo alla trama, siamo passati all'elemento principe di Downward, ossia il gameplay. Come anticipato, il gioco di Caracal Games Studio prende in prestito alcune idee di Mirror's Edge, adattandole a un mondo fantasy in rovina. Il nostro protagonista è dotato di grandissime doti atletiche, che gli permettono di eseguire precisi salti e sfruttare alcune abilità peculiari per raggiungere aree inarrivabili per i comuni mortali.



Sotto questo punto di vista, il level design ci ha piacevolmente sorpreso. Le aree sono tutte molto ben strutturate e mettono alla prova le capacità del giocatore di trovare il giusto percorso, pur senza lasciarlo spaesato. Sarà sempre chiara la direzione da prendere: bisognerà solo capire come arrivare nel punto designato. Abbiamo però trovato un livello di sfida inferiore rispetto ad altre opere del genere, segno che il team ha probabilmente voluto puntare anche su giocatori meno esperti.



Per lo stesso motivo, non stupisce troppo che le battaglie contro i nemici, rappresentati prevalentemente da golem di varie fattezze, non siano mai complessi. I pattern d'attacco che i mostri utilizzeranno saranno davvero risicati, senza contare che l'intelligenza artificiale non è delle più brillanti. Un selettore di difficoltà poteva essere una soluzione per mettere d'accordo giocatori con abilità diverse, ma anche così Downward risulta godibile, nella sua interezza.



https://www.playstationbit.com/wp-content/uploads/2024/06/downward-enhanced-edition-recensione-review-2.jpg



Less is more



L'elemento che più ci ha sorpreso di Downward: Enhanced Edition è la sua pacatezza. A differenza del già citato Mirror's Edge così come di tanti altri platform in prima persona, il titolo di Caracal Games Studio offre per certi versi un gameplay più ragionato. Il focus infatti è sull'esplorazione e sulla gestione delle meccaniche parkour, piuttosto che sulla frenesia. Capiterà spesso di fermarsi ad ammirare gli splendidi paesaggi, senza preoccuparsi di eventuali nemici, poliziotti o timer.



Se da un lato questo è un bene, dall'altro la scelta di rendere più lento il gioco potrebbe far storcere il naso a quei giocatori che amano essere continuamente stimolati. Nelle circa 10 ore necessarie a completare la campagna, saranno rari i momenti in cui dovremo muoverci a rotta di collo, più frequenti quelli rilassati in cui dedicarsi all'esplorazione degli ambienti che ci circondano.



Il tutto è contornato comunque da un comparto tecnico di buon livello. La grafica risulta pienamente all'altezza di PlayStation 4 e non abbiamo riscontrato problemi di fluidità, elemento fondamentale per titoli platform. Piacevole la colonna sonora che accompagna il giocatore durante le varie fasi di gioco, così come il doppiaggio in italiano. Del resto, da un team nostrano non ci saremmo aspettati niente di diverso.



Il Platino di Downward: Enhanced Edition



Se siete alla ricerca di un Platino semplice e lineare, allora la lista di Downward: Enhanced Edition è pronta a farvi felici. 31 coppe totali, compresa quella ambitissima di un blu scintillante, potranno essere sbloccate terminando il gioco e completando un paio di sfide di miscellanea. Raccogliete artefatti, ottenete medaglie d'oro nelle sfide e… Morite su un cactus. In una manciata di ore aggiungerete un nuovo Platino in bacheca.




L'articolo Downward: Enhanced Edition – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

Continua la lettura su www.playstationbit.com

14 luglio alle 17:10