Morbid: The Lords of Ire – Recensione
Nel 2020, lo sviluppatore Still Running ha rilasciato Morbid: The Seven Acolytes, un gioco di ruolo in pixel art che mescolava combattimenti in stile Dark Souls con uno stile visivo che ricorda vagamente Hyper Light Drifter e Vampire Survivors. Ora invece il suo secondo capitolo, Morbid: The Lords of Ire, reinventa l'intero mondo, e si differenzia notevolmente dal suo predecessore per l'adozione di una grafica 3D, che si discosta dalla prospettiva 2D isometrica del precedente soulslike.
Raramente un sequel videoludico rivoluziona completamente la formula del suo predecessore. Tuttavia, di recente abbiamo assistito a un caso simile con Helldivers 2, che ha ottenuto un grande successo nonostante le significative differenze stilistiche rispetto al gioco originale. Sarà lo stesso per Morbid: The Lords of Ire? Scopriamolo in questa recensione.
Il ritorno dei Gahars
In quanto sequel di The Seven Acolytes, Morbid: The Lords of Ire vi permetterà di seguire le vicende dell'eroina principale. Costei infatti prosegue la sua lotta dopo aver sconfitto i sette Accoliti nel gioco precedente. Ecco un breve riassunto per coloro che non hanno giocato il primo capitolo: ambientato nel mondo di Mornia, devastato dalle malvagie divinità Gahars, impersoneremo una giovane guerriera appartenente agli Striver, soldati che hanno già combattuto contro le mostruose entità, fallendo miseramente. Sola e disperata, dovrà tentare nuovamente l'ardua impresa, eliminando i famigerati sette Accoliti, un tempo esseri umani assetati di potere o in preda alla disperazione, ora meri ricettacoli dei Gahars.
In questo secondo capitolo dunque, vestirete ancora una volta i panni della guerriera appartenente agli Striver, incaricata di purificare nuovamente il mondo dalla malvagità degli Accoliti, ritornati con il secondo avvento dei Gahars, nella terra di Ire. Il gioco presenta cinque mondi principali, relativamente lineari e con alcune scorciatoie, dove si trovano i cinque nuovi accoliti che la Striver dovrà sconfiggere. Oltre a ciò, occasionalmente, incontrerete bivi che vi condurranno a dei boss opzionali dell'area.
Il design dei livelli di Morbid: The Lords of Ire è semplice ma coinvolgente, con panorami grotteschi e paesaggi desolati e inquietanti, che tentano di omaggiare la Yharnam di Bloodborne, pur non eguagliandola. La trama come si può dedurre, non è l'elemento centrale del gioco, con anche un doppiaggio che non è dei migliori. Morbid: The Lords of Ire infatti pone l'accento soprattutto sul combattimento e sul level design.
Il gameplay di Morbid: The Lords of Ire
Morbid: The Lords of Ire si sforza di fondere l'essenza del gameplay soulslike, con un distinto approccio hack'n'slash. Ai giocatori viene offerta un'esperienza di combattimento che mantiene alcuni elementi familiari del genere, aggiungendo il proprio tocco personale.
Il combattimento, che dovrebbe essere l'elemento centrale del gioco, si rivela purtroppo piuttosto elementare. Attacchi base e pesanti, oltre ai consueti parry, blocchi e schivate che consumano una certa quantità di resistenza. Esistono però dinamiche leggermente più complesse da scoprire. Ad esempio, il Perfect Block, che permette di deviare i danni senza perdere resistenza se effettuato nel momento opportuno, e che stordisce anche i nemici per qualche secondo. Anche la funzione di Contrattacco è presente, consentendo di lanciare una controffensiva mortale che, se portata a segno correttamente, infligge ingenti danni alla salute e alla postura del nemico. Inoltre, è possibile colpire alle spalle i nemici ignari avvicinandosi furtivamente.
È noto che queste caratteristiche sono comuni in molti soulslike, tuttavia, si aggiunge un elemento interessante: la vostra tattica di combattimento sarà influenzata dalla sanità mentale della Striver. Pertanto, il livello psicologico sarà cruciale, con i nemici che torneranno in vita come spettri se la follia prenderà il sopravvento a causa di eccessivi danni subiti. Inoltre, riceverete più danni, ma parallelamente incrementerete il danno inflitto ai nemici. D'altra parte, se la Striver rimane calma e imperturbabile durante i combattimenti facendole subire pochi danni, la barra della sanità mentale crescerà, garantendo un incremento del moltiplicatore di esperienza, un minor consumo di resistenza e la capacità di infliggere più danni alla postura avversaria invece che alla salute. Pertanto, meditare nei Santuari diventa essenziale per gestire questa dinamica, a meno che non si preferisca una sfida più difficile o si desideri massimizzare i danni rischiando però al contempo di più.
Riguardo all'attacco pesante menzionato in precedenza, non è semplicemente una versione più potente di un attacco base, come si potrebbe trovare in altri giochi d'azione. Si tratta piuttosto di un attacco Rage Breaker che, pur non infliggendo danni aggiuntivi, è progettato per interrompere la furia dei nemici, uno stato durante il quale sono immuni ai normali attacchi e agiscono in modo aggressivo. L'unico modo per annullare questo stato è colpire i nemici con un attacco Rage Breaker o utilizzare il Blaster Spectre. Quest'ultima è un'arma a distanza che serve a destabilizzare e a far barcollare rapidamente i nemici durante il combattimento.
Nel complesso, il sistema di combattimento di Morbid: The Lords of Ire costituisce una base solida per i giocatori, premiando l'uso efficace delle varie tattiche disponibili nel gioco, in base alla postura, alle resistenze e alle vulnerabilità dei nemici.
Livellamento, Benedizioni, armi e Rune
Morbid presenta un sistema di progressione e livellamento leggermente differente rispetto ad altri giochi di ruolo o soulslike. Il personaggio si evolve tramite “slot di benedizione”, anziché attribuire punti a statistiche o attributi. Questi slot e le benedizioni stesse, vi offriranno tre potenziamenti passivi distinti per il vostro personaggio. Nel gioco potrete scoprire fino a otto benedizioni, celate in antichi tomi disseminati nel mondo di Ire.
Per sfruttare appieno le benedizioni e attivare tutti e tre i potenziamenti passivi, è necessario investire punti abilità. Questi sono ottenibili avanzando di livello e consentiranno di sbloccare e potenziare gli slot di benedizione. Questo metodo distintivo si discosta dal classico min-maxing degli attributi presente in altri soulslike, proponendo un sistema che rende gli aggiornamenti del personaggio più immediati e concreti. Questa caratteristica potrebbe essere uno dei miei aspetti prediletti di Morbid fino a ora.
Man mano che procederete nel gioco, scoprirete una buona varietà di armi, con oltre 30 tipi raggruppati in quattro categorie: a una mano, a doppia impugnatura, a due mani e i cestus. Ogni arma possiede quattro attributi: Agilità, che ne determina il consumo di resistenza; Danno, che indica il danno totale inflitto; Impatto, che misura il danno posturale; e Velocità, che indica la rapidità di attacco.
Per migliorare le armi, potrete inserire Rune speciali che ne modificheranno le prestazioni. Inserendo le rune, potrete aumentare notevolmente una statistica a scapito di un'altra. È anche possibile infondere permanentemente Rune in un'arma per ottenere il 20% di tutti gli effetti positivi e il 10% di tutti gli effetti negativi, mantenendo liberi gli slot per ulteriori potenziamenti. È possibile quindi creare configurazioni uniche che massimizzano certe statistiche di un'arma per renderla estremamente potente, come aumentare la velocità o l'impatto di uno spadone, preservando la maggior parte del suo danno originale.
Uno sguardo al comparto artistico e tecnico
Artisticamente, il gioco mantiene il tono del suo predecessore, immergendosi nello stile “Dark Fantasy”. Il sangue e la violenza sono i temi estetici predominanti, con carcasse e interiora disseminate sul pavimento, rituali cruenti osservabili nell'ambiente, un NPC salvato che subisce il cannibalismo degli arti e della pelle, e altre atroci scene. Ritengo che questa atmosfera si integri perfettamente con la narrazione del gioco e che sia particolarmente adatta per un titolo soulslike.
Visivamente, Morbid: The Lords of Ire non si distingue molto per la sua alta definizione. Questo però permette di apprezzare diverse volte ogni dettaglio dell'ambiente, nonostante la grafica non sia la più impressionante tra i giochi. L'ambiente del gioco non mira a un realismo totale, ma adotta uno stile artistico animato particolare. La scelta è stata quella di riprendere l'atmosfera del loro gioco precedente, trasportandola nel mondo del 3D.
La musica e il sound design hanno svolto un ruolo fondamentale, con le tracce dei boss e dei combattimenti che aumentavano la tensione e le tracce ambientali che enfatizzavano i diversi temi o il design artistico.
Il viaggio verso il Platino
La lista trofei di questo titolo vanta 18 coppe al suo interno, di cui ben 9 d'oro, 4 d'argento, 4 di bronzo e infine il Platino. Per arrivare alla famosa coppa blu ci vorranno circa 30 ore e dovrete non solo raggiungere tutte e 5 le terre e battere i 5 accoliti, ma anche completare tutte le missioni, potenziarvi un'arma al massimo e uno slot benedizione al massimo, raccogliere tutti i “collezionabili” (quali armi, informazioni sul mondo di Ire, NPC vari e attrezzi). Infine, forse il trofeo più rognoso di tutti: battere un accolito senza subire danni! In parole povere dovrete finire il gioco al 100%.
L'articolo Morbid: The Lords of Ire – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.
sbrutagaz
Davvero molto molto interessante, lo metto in lista.