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Wrath: Aeon of Ruin – Recensione Speedrun

Con un lunghissimo rito esoterico, Wrath: Aeon of Ruin è finalmente giunto tra le mani dei videogiocatori. Annunciato nel 2019 come una sorta di erede spirituale di Quake, il titolo sparì dai radar fino al 2021, con ammissione da parte dello sviluppatore di essere stato rallentato dalla pandemia. Sparito di nuovo, Wrath vede ufficialmente la luce a febbraio del 2024 nella sua forma definitiva: un enorme tributo a Doom, Quake, Duke Nukem, Daikatana e tanti altri. Ma alla fine, quanto è effettivamente un frenetico sparatutto? Quanto è valsa l'attesa del titolo di KillPixel? Scopriamolo insieme in questa velocissima recensione!



Trama? Dove stiamo andando non serve una trama



Proprio come i più blasonatissimi boomer shooter, Wrath: Aeon of Ruin non presenta una così interessante trama da scoprire. Ma cosa sono i boomer shooter? Sono, in breve, quei titoli sparatutto moderni che nelle meccaniche e nell'estetica ricordano i titoli degli anni Novanta. I modelli di riferimento sono proprio Quake, Doom, Duke Nukem e tanti altri capisaldi dell'epoca. Tra i nostri preferiti boomer shooter moderni c'è sicuramente Ion Fury, che a tratti si presenta in modo più completo rispetto a Wrath.



Preso il controllo del personaggio giocabile, verremo introdotti da un losco figuro alle dinamiche dell'isola nella quale ci troviamo. Corridoi stretti, piattaforme, passaggi segreti, portali mistici e creature da devastare senza pensare al come e al quando. Trovata la prima arma si dà l'avvio alla carneficina. La violenza, però, non è mai la risposta. La violenza è la domanda. La risposta è: sì.



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Sparagli Piero, sparagli ora



Muovendoci tra i vari dungeon di Wrath: Aeon of Ruin, è possibile scorgere tutto l'amore messo dagli sviluppatori nel titolo, rendendolo, di fatto, uno dei migliori esponenti di questo genere. Almeno dal punto di vista dello shooting. Come da tradizione, il titolo non presenterà nessun tipo di feedback dai colpi esplosi, ma rendendo comunque le sparatorie divertenti e cariche di adrenalina. Ognuna delle nove armi presenti donerà generose soddisfazioni durante la carneficina e non vi lasceranno neanche pensare di cozzare con l'ambiente. Non interessa a nessuno dell'esistenza di un lanciagranate in un mondo fantasy, quello che conta è il risultato finale: una poltiglia di sangue ai vostri piedi.



Ma se la parte sparata procede generalmente bene, il titolo inizia ad accusare colpi sull'originalità. Fantastiche le ambientazioni a grafica retrò, bellissimo il mondo di gioco, ma dopo un paio d'ore diventa ridondante trovarsi davanti sempre i soliti nemici. Punto a sfavore anche per le boss fight, per nulla originali e neanche molto complesse, il che è strano data la difficoltà elevata del titolo.



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Però non si spara solamente



Dove, effettivamente, sbaglia Wrath: Aeon of Ruin è che non limita il giocatore al solo sparare e far esplodere cose. Il titolo di KillPixel perde punti a favore proprio a causa di sezioni platform di dubbio gusto e del sistema di salvataggio. Ma partiamo con ordine.



Le fasi platform, a causa della super fluidità del gioco, risulteranno veramente estenuanti, specialmente se combinate alla stupida meccanica del dash in volo utilizzando l'attacco secondario di una delle armi. Se per voi è complesso capire cosa abbiamo appena scritto, immaginate replicarlo nel gioco. Correre, saltare, caricare, rilasciare e sperare di atterrare senza cadere altrove, eventualmente riprovare. Il personaggio principale, il più delle volte, sembrerà scivolare via su una piattaforma ghiacciata alla Crash Bandicoot ogni volta che si tenterà di saltare da un posto all'altro. Un vero inferno ma almeno senza danni da caduta.



I salvataggi, invece, saranno gestiti malissimo tramite checkpoint sporadici del gioco, che appariranno come dei monumenti da attraversare, o tramite dei teschi che dovranno essere lasciati sul terreno. Inutile dire quanto la seconda opzione sia frustante nel momento in cui dovreste dimenticare di usare l'oggetto. Abbiamo dovuto ripetere un intero livello proprio per averlo fatto. Se, però, organizzati bene, morire non sarà così frustante e si potranno attuare, grossomodo, tattiche sempre diverse per affrontare le aberrazioni che vivono nel mondo di gioco.



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Il Platino di Wrath: Aeon of Ruin



Eccoci alla sezione preferita dai nostri lettori. Come da tradizione per titoli di questo genere, Wrath: Aeon of Ruin presenterà un elenco dei trofei dedicato, maggiormente, alle uccisioni nei modi più disparati possibili. Eliminati i trofei storia, il titolo vi chiederà, per un numero cospicuo di volte, di eliminare nemici, eliminarli usando armi specifiche, eliminarli con artefatti specifici ed eliminare i boss con armi specifiche. Qualcuno ha detto carneficina? Superate le eliminazioni non vi resterà altro che affrontare i segreti del gioco, trovando appunto le aree nascoste nei vari livelli, armi segrete, armature e testi che vi daranno informazioni sulla lore del gioco. Passate circa una decina di ore a falciare mostri riuscirete a sfoggiare un nuovo trofeo di Platino in bacheca. DING!




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13 maggio alle 17:10