Deceit 2 – Recensione

Dopo un apprezzato primo capitolo, World Makers porta su PlayStation Deceit 2, protagonista della nostra recensione. Il concetto alla base del gioco rimane lo stesso: sopravvivere come gruppo oppure dimostrarsi degli abili ingannatori. Una formula già nota, che punta molto sull'ambientazione.

Voglio fare un gioco

Il genere dei giochi di deduzione sociale ha ultimamente visto un grande incremento di opere tra le sue fila, complice il grandissimo successo ottenuto da Among Us. La formula di uno o più infiltrati che puntano a destabilizzare il gruppo perseguendo i loro scopi non è però una novità assoluta. Il successo di giochi da tavolo come Lupus in Tabula e il celeberrimo Cluedo sono esempi di come la proposta funzioni e coinvolga diverse tipologie di giocatore.

Deceit nacque nel lontano 2016 con l'intenzione di proporre una sfida in salsa horror fatta di enigmi e inganni. La scelta di lanciare il gioco come free-to-play ha consentito allo studio di ottenere un discreto successo e crearsi una buona schiera di fan. Da qui l'idea di riprendere la proposta e dar vita a un seguito, Deceit 2 appunto, basato sullo stesso format ma con alcune modifiche. I giocatori sono sempre sopravvissuti, intrappolati da un Game Master che si nasconde dietro una maschera a forma di coniglio.

Lo scopo è quello di ottenere una chiave e fuggire: peccato solo che nel gruppo si nascondano due infetti, pronti a mettere i bastoni tra le ruote ai giocatori senza farsi scoprire. Alcuni punteranno a eliminare gli innocenti, sbloccando man mano nuovi devastanti poteri. Altri invece dovranno seminare il caos mentre perseguono obiettivi personali. Il tutto in ambientazioni horror oscure e minacciose, che non fanno che aumentare la tensione e i sospetti tra giocatori.

Se pensate che la formula sia simile al già citato Among Us, non vi sbagliate. La scelta è però ricaduta su una visuale in prima persona e su uno stile più realistico. Il problema è che a differenza dell'opera di Innersloth, alcuni elementi risultano meno ispirati. Il comparto tecnico risulta lacunoso e afflitto da alcuni problemi tecnici, ma l'elemento che lascia più dubbi è il gameplay. Le modifiche rispetto al primo capitolo sono varie, non tutte però convincenti.

Il gameplay di Deceit 2

Come anticipato, Deceit 2 è un social deduction game, ossia un titolo in cui dovremo entrare nella mente degli altri giocatori e trovare gli infetti. Lo scopo dei sopravvissuti rimane però quello di completare varie missioni fornite da un misterioso mercante e ottenere così la chiave per fuggire. Potremo anche votare periodicamente per eliminare i sospetti, i quali agiranno nell'ombra eliminando gli innocenti. Qui troviamo il primo dei problemi del gioco: mentre nel primo capitolo le prove erano prettamente collaborative, in Deceit 2 saranno completabili anche in autonomia. La scelta, volta ad aiutare gli innocenti, finisce però per penalizzare una formula che dovrebbe puntare sul multiplayer. Lavorare da soli eviterà infatti di mettersi in relazione con persone sospette, togliendo mordente al gioco.

Le stesse prove sono molto più decontestualizzate e simili a quelle offerte da Among Us. Collegare dei fili colorati o simili sono in genere le richieste che ci vengono avanzate per arrivare a ottenere la chiave. Proprio legato alla fuga, abbiamo riscontrato un altro elemento claudicante di Deceit 2: agli infetti basterà infatti eliminare il portatore della chiave per vincere. A fine partita dunque ci troveremo con soggetti che pattugliano le uscite, pronti a far fuori il malcapitato designato per aprire i cancelli. Certo, sarà possibile fuggire, ma bisognerà fare attenzione alla sanità mentale, perché se non ne avremo non potremo correre e saremo facile preda dei “cattivi”. La figura del Guardiano (presa in prestito dal già citato Lupus in Tabula) che proteggerà un innocente nelle fasi dei nemici mitiga la situazione, ma i dubbi restano.

Come ulteriore supporto per i buoni, World Makers ha deciso di fornire una fotocamera con 5 scatti, in grado di stordire temporaneamente gli infetti. Una sorta di salvagente, utile per tentare la fuga. Molto ridotto invece l'effetto della pistola (vero e proprio salvavita nel primo capitolo), che questa volta avrà un ruolo marginale. Se da un lato questo incrementa la tensione, dall'altro gli infetti a volte sembrano troppo favoriti durante le partite. Nonostante questo, l'esperienza di Deceit 2 può rivelarsi piacevole e intrigate: tutto dipende dal gruppo di persone con cui ci troveremo a giocare.

Come ogni free-to-play online, anche il titolo di World Makers risente infatti della presenza o meno di giocatori. Al momento, a qualche mese dal lancio, i server non sembrano così popolati, ma non farete troppa fatica a trovare una partita. Interessanti invece gli extra, disponibili sotto forma di oggetti cosmetici. Vari DLC permettono di acquistare pacchetti o moneta in-game (formula tipica dei giochi gratuiti), ma potrete anche scegliere di non spendere un solo euro per sfidare il Game Master, raccogliendo denaro al termine di ogni partita. Resta da scoprire se il team deciderà di puntare anche su espansioni a pagamento che amplieranno l'esperienza di gioco aggiungendo nuovi elementi.

Il Platino (che non c'è) di Deceit 2

La lista trofei di Deceit 2 è incredibilmente lineare, nonché abbastanza deludente. 9 sono i trofei totali, di cui solo 2 d'oro e senza alcun Platino ad attenderci alla fine del percorso. Per sbloccarli sarà sufficiente giocare varie partite, vincendone una sia come buoni, sia come cattivi. Dovremo inoltre completare alcune azioni in-game che saranno pressoché automatiche e completare la bellezza di 1000 compiti. Niente d'impossibile, sia chiaro, ma la soddisfazione sarà poca.

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