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Thunder Ray – Recensione

Dopo un iniziale ambientamento nel mondo dei videogiochi con due party game (Pets no More e Ponpu), il team di sviluppo indipendente Purple Tree Studio ha lanciato il franchise arcade Golazo!, che tuttavia ha mostrato più lacune che pregi. Lo studio sudamericano ci riprova con Thunder Ray, titolo ispirato a Punch-Out! che ha l'obiettivo di elevare il pugilato arcade su un altro livello. O meglio dire, su un'altra Galassia. Traguardo raggiunto? Scopritelo nella nostra recensione!



Subito nella mischia!



Il protagonista di Thunder Ray sarà… Ray (AKA Thunder), un pugile professionista fra i più forti del circuito. Senza molti giri di parole e con il chiaro e prevedibile obiettivo di essere il migliore, ci ritroveremo ad affrontare il nostro primo rivale: Rico! Questa battaglia fungerà da tutorial per i comandi di base con il nostro coach che ci guiderà passo per passo. Sconfitto Rico e proclamatoci campioni, la cerimonia verrà interrotta da una creatura aliena che ci catapulterà in un'altra dimensione. Con grande sorpresa di Ray e del suo coach, in questa realtà parallela si affrontano sul ring i più forti combattenti della Galassia. Non esiste il K.O., ma solamente la morte dello sconfitto. Nonostante la sua vita sia in gioco, Ray è entusiasta di ciò che lo attende per dimostrare a se stesso di non avere limiti.



Si porranno sul ring gli avversari più disparati, da streghe con poteri magici a uomini fantasma, passando da bulldozer di 500 Kg a un animaletto di mezzo metro capace di controllare lo spazio e il tempo. Al termine del torneo, con una citazione neanche troppo velata della God Hand di Berserk del compianto Kentaro Miura, Ray capisce che ad attenderlo ci sono avversari ancora più temibili. Tale epilogo lascia intendere l'intenzione da parte degli sviluppatori di un sequel, essendo il DLC Forgotten Duels scollegato da questo frammento di trama. Difatti, questo presenterà tre combattenti umani che precedono il viaggio interdimensionale di Ray.



In ogni caso, la trama risulta essere decisamente abbozzata e marginale per l'economia del gioco che è interamente incentrata sul gameplay. Le nostre aspettative sotto questo punto di vista erano piuttosto basse, perché consapevoli che prodotti di questo tipo concentrino tutte le loro energie sul proprio punto di forza. Non riteniamo dunque questa mancanza di mordente narrativo un reale difetto in Thunder Ray.



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Fallo esplodere, dannazione!



Veniamo al clue dell'opera, ossia il gameplay. Come in Punch-Out!, controlleremo il protagonista con telecamera posta alle sue spalle, affrontando il nemico vis-à-vis. Non sarà quindi possibile muoversi in alcun modo. Potremo sferrare quattro tipologie di attacchi base: pugno alto destro, pugno alto sinistro, gancio laterale destro e gancio laterale sinistro. Come manovre difensive avremo la schivata laterale destra, quella sinistra, la possibilità di chinarci per evitare gli attacchi alti e la possibilità di parare dei colpi specifici a due mani. Inoltre, sferrando colpi e schivando o parando quelli avversari, una speciale barra si riempirà gradualmente. Questa ci permetterà di sferrare una potente abilità definitiva capace di infliggere ingenti danni all'avversario e che può risultare determinante per ribaltare le sorti dell'incontro.



Ovviamente, entrambi i combattenti avranno a disposizione una barra della salute che, una volta esaurita, farà cadere a terra il malcapitato. A quel punto l'arbitro comincerà il tradizionale conteggio fino a 10 dando la possibilità al combattente di rialzarsi, dando dunque il via a un eventuale ulteriore round. Noi avremo a disposizione tre “vite”, ognuna delle quali con meno salute massima rispetto alla precedente. Ogni round è ovviamente più complesso del precedente. Vinceremo la battaglia una volta ucciso il nostro rivale. O meglio, una volta fatto esplodere in un turbinio di budella volanti e fontane di sangue. Perché? Perché è stiloso!



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Basico, ma ottimizzato



Come avrete capito, il gameplay è piuttosto elementare e di semplice apprendimento. Tuttavia, gli scontri non saranno banali anche a livello difficoltà minimo. Padroneggiare le manovre a disposizione ed evitare tutti i colpi nemici richiederà sangue freddo, una buona dose di riflessi e anche una discreta memoria audio-visiva. Ogni avversario ha un prestabilito pattern di attacchi che può essere evitato solamente in un certo modo. Questo ovviamente genera un'inevitabile componente try and error al primo approccio con un combattente che ci richiederà dei tentativi per comprendere come contrapporsi alle sue mosse. Alcuni avversari anticipano l'offensiva con un particolare movimento o segnale fisico, altri con un suono specifico. Inoltre, dovremo ben calibrare quando attaccare e quando attendere, perché anche l'avversario saprà schivare e parare i nostri colpi, lasciandoci quindi indifesi. A livelli difficoltà superiori, i nostri rivali saranno notevolmente più agguerriti e potenti.



Gli avversari che dovremo affrontare saranno in tutto otto, per un totale di circa 2 ore di gameplay (che può variare in base alle vostre abilità). Si tratta dunque di un gioco breve ma intenso, che probabilmente avrebbe annoiato qualora gli avversari fossero stati in maggior numero. La nostra impressione è che tutto ciò che Thunder Ray abbia da offrire possa essere esaurito in queste otto battaglie, ben differenziate fra loro e molto intrattenenti (eccezion fatta per la boss fight che è piatta e noiosa).



La battaglia contro Back Breaker ci costringe a schivare i suoi potenti ma lenti colpi, la malefica Glam Witch ci sollecita i riflessi uditivi, mentre combattere contro Lord Worw è estremamente caotico e dinamico. Affrontare Mr. Pega ci richiede grande precisione e tempismo, mentre rompere le difese del Millennial Cobra sarà impresa complessa. Inoltre, alcuni avversari posso infliggerci dei fastidiosi status alterati, come l'avvelenamento o la confusione, che inverte i comandi orizzontali del controller.



In sostanza, riteniamo l'esperienza vissuta sotto il profilo del gameplay non entusiasmante ma sicuramente intrattenente, capace di ottimizzare la struttura e tutte le meccaniche di gioco e di offrirci un torneo denso e mediamente variegato, mai noioso o frustrante.



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Sferri i pugni… fatti a mano



Se il gameplay è indiscutibilmente la colonna portante di Thunder Ray, non possiamo esimerci dal parlare del suo aspetto, di grande impatto fin dai primi scorci. Gli sviluppatori, sul proprio sito ufficiale, descrivono l'estetica di Thunder Ray come ispirata a Cuphead, a sua volta omaggio ai classici Disney. Con tutta franchezza, non siamo d'accordo con questa etichetta che si mostra solamente nella battaglia contro Lord Worw. Lo stile di Thunder Ray è sì cartoonesco ma non fiabesco, che non si può certo definire originale ma che si discosta molto da quello di stampo Disney.



Sia le ambientazioni che i personaggi e le loro animazioni sono realizzati interamente a mano. Se è vero che la struttura 2D del prodotto agevola la produzione del design, è altrettanto vero che il lavoro svolto da Purple Tree Studio è di assoluto livello. Animazioni fluide e pulite, colori sgargianti e ottimi effetti di luce. Spettacolari gli effetti di sangue sullo schermo e in generale di movimento agli attacchi di tutti i personaggi. Il character design è semplice ma curato, nonché caratterizzante (sebbene i personaggi non parlino e non abbiano una lore, il loro design può farcela intendere). Ben realizzato il menu iniziale dinamico. Promossa a pieni voti questa componente.



Non possiamo dire lo stesso del comparto sonoro, con delle tracce altalenanti sia per qualità che per piacevolezza nell'ascolto. Se quelle che accompagnano lo scontro con Lord Worw e Mr. Pega sono interessanti e calzano bene con il tipo di battaglia che stiamo affrontando, lo stesso non si può dire delle tracce legate agli altri personaggi. Inoltre, il genere musicale stesso è piuttosto nebuloso, non andando a definire una linea guida sulla soundtrack di gioco. Riteniamo questo aspetto negativo per l'identità di un prodotto indipendente. Bene invece la localizzazione italiana dei testi e il sound design, che si limita all'essenziale senza esagerare.



Infine, è di grande impatto la realizzazione della stregua resistenza di Ray a un colpo dal soccombere, in cui la visuale viene allargata, i colori si perdono lasciando spazio al bianco e nero e l'audio diventa ovattato. Una resa audio-visiva spettacolare dello stato confusionale pre-collasso del protagonista.



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Campione dell'Universo!



In sostanza, Thunder Ray è un prodotto concettualmente di nicchia ma che, per estetica e semplicità nei comandi, può esser giocato (e apprezzato) da qualsiasi categoria di videogiocatori. Sebbene l'esperienza sia breve, il torneo intergalattico offre un buon livello di sfida e di intrattenimento che può essere una buona scelta per spezzare la monotonia dei soliti titoli. Il biglietto d'ingresso per gli incontri di pugilato di Thunder Ray è un po' salato. Lungi da noi criticare l'ottimo lavoro svolto da Purple Tree Studio, che merita di essere riconosciuto anche con un prezzo di lancio non simbolico. Tuttavia, fatichiamo a consigliare un prodotto privo di componenti multigiocatore e con limitatissima rigiocabilità a prezzo pieno.



Trofeisticamente parlando: dov'è la coppa del campione?



La lista trofei di Thunder Ray, purtroppo, è molto povera: tre trofei di bronzo, cinque d'argento e due d'oro. Il titolo è sprovvisto di coppa di Platino. Per ottenere il 100% dei trofei sarà sufficiente completare la storia affrontando tutti i rivali, avendo cura di sconfiggere Glam Witch e Mr. Pega con un attacco speciale. Da amanti dei trofei, riteniamo un peccato vedere una lista trofei così povera che non va neanche a richiedere azioni speciali come sconfiggere un nemico a difficoltà più elevata, senza subire danni o senza utilizzare abilità speciali o parate. Insomma, se Thunder Ray non gode di molta rigiocabilità, questa la si poteva ricercare con la lista trofei. Occasione persa.




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20 aprile alle 17:00

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