Josh Journey: Darkness Totems – Recensione Speedrun
Abbiamo affrontato per voi il beat'em up Josh Journey: Darkness Totems, realizzandone una recensione Speedrun. Il titolo di Provincia Studio, pubblicato su console grazie a QUByte Interactive, propone una scintillante grafica in stile cartone animato e ben quattro personaggi giocabili. Basterà questo a renderlo memorabile?
Un viaggio inaspettato
Se ci fermassimo alle apparenze, il mondo sarebbe decisamente diverso. Produzioni indipendenti a basso budget ma in grado di mettere in campo idee vincenti sarebbero dei fallimenti, mentre titoli tutta grafica e niente sostanza osannati da critica e pubblico. Facciamo questa premessa perché, a una prima occhiata, Josh Journey: Darkness Totems lascia davvero a bocca aperta.
Chi apprezza lo stile di cartoni animati quale Rick e Morty o Adventure Time, scorrendo le opere disponibili su PlayStation Store, non può che rimanere colpito dai quattro eroi che capeggiano in copertina, assieme alla guida Gus e a dei misteriosi nemici. E in effetti, la parte artistica è l'elemento più riuscito del gioco di Provincia Studio, che non si dimentica nemmeno di raccontare una storia.
Il mondo della provincia è infatti stato attaccato da una creatura definita The Darkness Shadow, che controlla il lato oscuro dei sogni. Questa sta inviando nel mondo i suoi seguaci d'ombra, impiantando dei totem oscuri (sì, quelli del titolo) nelle quattro aree del mondo, ossia Vento, Acqua, Deserto e Industriale. Combattere i mostri e distruggere i totem è quindi, senza troppi fronzoli, l'obiettivo del giocatore.
Josh Journey racconta la sua storia mediante testi a schermo e tavole disegnate a mano ricche di qualità. La stessa che peraltro si ritrova anche una volta in azione, con uno stile che ricorda Asterix & Obelix: Slap them All e simili. Peccato però che i pregi del titolo sostanzialmente si fermino qui, flagellato da tanti (troppi) problemi tecnici.
Il gameplay di Josh Journey: Darkness Totems
Detto dello stile cartoon e della trama, è ora di addentrarsi nel gameplay di Josh Journey. Il titolo è di fatto un picchiaduro bidimensionale a scorrimento, in cui si abbattono ondate di nemici. I quattro eroi possono essere controllati tutti da un solo giocatore oppure in cooperativa con un massimo di quattro amici.
I personaggi hanno abilità specifiche che li rendono unici, ma si dividono sostanzialmente in due categorie: Josh e Farquol sono i guerrieri che usano attacchi in mischia. ZOZ e Melina invece possono colpire a media distanza. Ogni eroe ha poi una barra che, una volta caricata, gli permette di attivare una mossa speciale. Da un apposito menu si possono infine acquistare nuove skill.
I problemi di questo sistema sono però fin da subito evidenti: il combattimento è legnoso, anche a causa dell'assenza di tasti per parare o schivare gli attacchi (se non sbloccabili per due personaggi). Gli scontri sembrano sempre una sfida a chi le dà di più, con il giocatore che spesso ne fa le spese. Ci sarebbe anche la possibilità di rianimare i personaggi caduti in battaglia, peccato che per farlo ci vorrà un'eternità e in caso di attacco subito la barra si resetterà. Il tutto inoltre si amplifica negli scontri con i boss, pieni di nemici.
Inserire un numero maggiore di oggetti curativi (scarsissimi) o un selettore di difficoltà (non presente) avrebbe sicuramente giovato all'esperienza, che risulta così poco divertente e molto frustrante. Giocare in più persone può mitigare per certi versi questi problemi, ma l'assenza di modalità online rende la pratica complessa.
Il Platino di Josh Journey: Darkness Totems
La lista trofei di Josh Journey: Darkness Totems è decisamente corposa rispetto a quella proposta in media dai titoli indipendenti. Tra le 43 coppe trovano spazio, oltre a uno scintillante Platino, tante richieste di miscellanea, che si affiancano a quelle legate alla storia. Sarà necessario potenziare al massimo i personaggi, morire in vari modi e completare specifiche uccisioni: se farete tutto correttamente, aggiungerete una nuova coppa blu alla bacheca.
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