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KarmaZoo – Recensione

Abbiamo collaborato con amici e sconosciuti per curare la nostra anima e realizzare la recensione di KarmaZoo. Il titolo di Pastagames e Devolver Digital punta su un'idea decisamente particolare e innovativa, basata sul reciproco aiuto. Scegliete il vostro spirito guida e seguiteci in un viaggio che farete fatica a dimenticare.



Questione di karma



Il karma indica, presso le religioni e le filosofie indiane o originarie dell'India, il generico agire per raggiungere un fine, secondo il principio di causa-effetto. Fare del bene dunque porterà del bene, agire negativamente porterà del male. Questo è anche ciò che di base ispira e regola KarmaZoo, un platform bidimensionale molto particolare, in cui i giocatori otterranno punti per le loro azioni.



Per comprendere al meglio questa filosofia e il concetto alla base del gioco, è necessario addentrarsi approfonditamente nelle meccaniche che regolano le sfide di KarmaZoo, ma lo faremo a tempo debito. Per prima cosa dobbiamo infatti svelarvi che l'opera di Pastagames non presenta una vera e propria trama. I giocatori si troveranno piuttosto davanti a una generica introduzione che spiega come funziona il mondo.



I giocatori iniziano nei panni di un anonimo blob, dotato di due abilità: quella di saltare e quella di cantare. Queste sono anche le funzioni base di ognuno dei personaggi che potremo interpretare, indispensabili per superare i livelli di gioco. Un'altra particolarità di KarmaZoo è che non ci saranno vite o possibilità di game over. La morte, anzi, sarà incoraggiata per aiutare gli altri.



KarmaZoo è infatti un platform collaborativo, in cui un massimo di 10 giocatori dovrà aiutarsi e sostenersi per superare le sfide di difficoltà crescente che si troverà di fronte. Un concetto per certi versi rivoluzionario, che va contro l'idea di competizione in rete che opere come Call of Duty, EA SPORTS FC e molti altri incentivano.



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Il gameplay di KarmaZoo



Sebbene possa sembrare complicato, il concetto alla base di KarmaZoo è davvero semplice e intuitivo. Come detto, il titolo è un platform bidimensionale in cui un gruppo di giocatori sarà chiamato a superare una serie di ostacoli. Per farlo, dovranno collaborare tra di loro utilizzando le abilità uniche di uno degli oltre 50 personaggi disponibili.



Il tutto si concretizza in una serie di cinque livelli da superare, in cui troveremo enigmi ambientali e prove legate alle abilità delle creature che faranno parte del nostro gruppo. Questo ovviamente per evitare di rimanere bloccati in determinati punti, nel caso in cui non avessimo un personaggio in grado di superare un certo ostacolo.



Come abbiamo anticipato, non ci sono vite ma anzi, la morte sarà incentivata. In caso di eliminazione i personaggi lasceranno infatti una fragile pedana, che potrà essere sfruttata dagli altri per superare baratri e trappole letali. L'unico limite che i giocatori dovranno rispettare sarà quello di non staccarsi dal gruppo: allontanarsi per troppo tempo farà scoppiare la bolla protettiva che ci circonda e ci obbligherà a ripartire da un checkpoint.



Come è facile intuire, tutto è molto semplice da metabolizzare e permette a qualsiasi tipo di giocatore di lanciarsi nella mischia, divertendosi fin dalle prime fasi e sentendosi sempre utile. Quest'ultimo obiettivo non era facile da raggiungere, ma gli escamotage usati da Pastagames sono decisamente efficaci.




Cambiare in meglio



Ovviamente, per risultare interessante, KarmaZoo deve anche offrire una certa varietà. Per questo non stupisce che, oltre al gran numero di personaggi, siano presenti anche oltre 300 diversi livelli, utili per evitare di cadere nella ripetitività. Inoltre alla fine di ogni schema i giocatori dovranno scegliere una carta tra alcune opzioni (mediante voto) che modificherà il livello successivo. Uno strumento utile per aggiungere ulteriore variabilità al gameplay.



Ma in tutto questo, come si distingue una collaborazione più o meno proficua? Per farlo, Pastagames chiama in causa l'elemento che dà anche il titolo al gioco, ossia il Karma. Ognuna delle azioni che compiremo ci permetterà di ottenere punti karma sotto forma di cuori. Lo stesso vale per ciò che faranno i nostri compagni di viaggio per rendersi utile e superare gli ostacoli.



Al termine dei 5 livelli che compongono ogni “viaggio” nel mondo di KarmaZoo otterremo quindi un pool totale di Karma, che verrà ottenuto da ogni giocatore nel party. Questo di fatto annulla totalmente la competitività (almeno nella modalità principale del gioco) e fa sì che i giocatori collaborino per uno scopo comune, ossia ottenere più punti karma possibile.



Questi infatti sono fondamentali per sbloccare nuovi aspetti e nuove aree del Santuario, l'hub di gioco che potremo navigare liberamente in solitaria. Si tratta anche dell'unica zona in cui potremo stare da soli: KarmaZoo non include infatti modalità in single player né prevede la possibilità di inserire bot ad aiutarci (se non nel tutorial). Se non ci saranno giocatori online, non potremo proseguire da soli nell'esplorazione.



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Le modalità e il comparto tecnico di KarmaZoo



Quanto abbiamo finora spiegato è parte della modalità principale di KarmaZoo, denominata Loop Mode. Qui come detto fino a 10 giocatori si aiuteranno a superare un totale di 5 livelli, ricevendo tutti la medesima ricompensa alla fine della partita. Si tratta ovviamente di quello che dà un'identità al gioco, ma Pastagames ha comunque pensato anche a chi ama la competizione.



Giocando infatti nella Totem Mode sarà possibile sfidare gli altri giocatori in una serie di simpatici mini giochi. La cosa più interessante è che non verranno fornite spiegazioni di sorta, dunque ognuno dovrà ingegnarsi per scoprire cosa bisogna fare per vincere. La possibilità di scegliere dove mettere il totem tra le zone Rush, Eat, Descend e Burn, legate a specifiche sfide, aumenta a differenziare ogni partita, anche se di fatto si tratta di un piccolo extra piuttosto che di una vera e propria modalità secondaria.



Ottimo il comparto tecnico, con una grafica in pixel art che fa risaltare al meglio tutte le buffe creature ideate dal team, così come risulta sempre appagante e affascinante il design dei livelli, molto colorati e adatti allo stile di KarmaZoo. Altrettanto soddisfacente la colonna sonora, che regala tracce davvero simpatiche e orecchiabili.



Importante anche sottolineare che il gioco è stato localizzato in italiano, almeno per quanto riguarda i testi. Sentendo però il livello del doppiaggio, che punta molto anche sulla simpatia, dispiace che non si sia optato per una traduzione completa nella nostra lingua. Ottima infine la longevità: i numerosi schemi e le tantissime variabili rendono KarmaZoo un gioco che rimarrà sulle vostre console per tanto tempo.



Il Platino di KarmaZoo



Ciò che ci ha lasciato in assoluto più delusi di KarmaZoo è l'assenza dell'ambito e sempre amato trofeo di Platino. La lista comprende infatti un totale di 22 trofei, legati sia al proseguimento in quella che potremmo definire campagna (ossia lo sblocco di aree del nostro santuario), sia al completamento di sfide di miscellanea. Ci sono anche richieste più enigmatiche, da studiare e tentare di completare giocando con gli amici. Niente comunque d'impossibile: peccato che al termine del viaggio non ci saranno coppe blu ad attenderci.




L'articolo KarmaZoo – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

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22 novembre 2023 alle 17:00