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Oceanhorn 2: I Cavalieri del Regno Perduto – Recensione

Dopo il successo di The Legend of Zelda su Nintendo Switch, e in particolare dei capitoli Breath of the Wild e Tears of the Kingdom, ci sono state software house che hanno cercato di ricreare, a modo loro, queste due grande opere. Dopo il primo Oceanhorn, uscito originariamente su dispositivo mobile e poi console, questa fortunata serie, che ha tratto grande ispirazione dalle avventure di Link, si arricchisce di un secondo capitolo. Oceanhorn 2: I Cavalieri del Regno Perduto, di Cornfox e Brother, arriva così su PlayStation 5, pronto a raccontare un'avventura ambientata molti anni prima del primo capitolo, con protagonista un cavaliere muto con l'abitudine di rompere vasi per trovare materiali e valuta. Vi ricorda qualcosa?



Storie di cavalieri



Come dicevamo poc'anzi, il protagonista della storia è un aspirante cavaliere muto, che in compagnia del suo maestro d'armi, vive in un villaggio situato sul pianeta Gaia. Le vicende del gioco si muoveranno attorno ad Arcadia, una delle regioni più importanti del pianeta, e della sua capitale, White City. I due, che vedranno la loro tranquillità disturbata da uno schianto aereo, saranno chiamati in causa, insieme a Trinity, principessa di White City, per salvare il loro mondo dalla minaccia di Mesmeroth, un antico signore della guerra ritornato alla carica dopo la sconfitta inflittagli anni prima.



Per quanto concerne la parte narrativa, Oceanhorn 2 vanta una storia che riserverà non poche sorprese e sarà anche piacevole da seguire, specialmente se si è in cerca di un'avventura leggera e senza impegni. Il problema di fondo della narrativa, però, è dato dalle linee di dialogo dei personaggi, che per quanto ben doppiate, risulteranno molto scanzonate e prive di spessore, molte volte cadendo nella stupidità più assoluta. A causa di questo, spesso si avrà l'impressione che le storie secondarie e i dialoghi nelle fasi non principali servano solamente a riempire dei vuoti, utili a portare il protagonista dal punto A al punto B, per scoprire di più su quello che sta succedendo nel gioco.



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Storia di un'avventura cavalleresca



Il gameplay di Oceanhorn 2, ispirato ai due Zelda apparsi su Nintendo Switch, porterà il giocatore a muoversi in un mondo semi-aperto, adibito all'esplorazione in più fasi del gioco. Ogni zona sarà accessibile in ogni momento, ma alcune aree potranno essere raggiunte solo sfruttando determinati potenziamenti. Muovendosi nel mondo, sarà possibile combattere contro i nemici che lo popolano, con combattimenti all'arma bianca o dalla distanza, con una per nulla favorevole telecamera, risolvere enigmi e aprire i forzieri. Sentite anche voi la musichetta iconica di The Legend of Zelda solo a leggere questa descrizione?



Gli enigmi ambientali da risolvere con l'ausilio di particolari strumenti o dei compagni che avrete nel party, spezzano la monotonia dell'esplorazione.Gli alleati dovrebbero essere anche un aiuto anche in battaglia, fornendo supporto contro i nemici: in realtà, forse a causa di una programmazione sbagliata, si limiteranno a rimanere fermi come manichini, a prenderle di santa ragione e solo pochissime volte a reagire, nel modo più lento possibile.



Anche considerato di non poter contare sull'originalità di approccio di Breath of the Wild, Oceanhorn 2 avrà realmente poco da dire in quella che è la sua essenzialità, ovvero l'esplorazione. Le barriere architettoniche, le mappe circoscritte e la programmazione limitata dei movimenti del protagonista non saranno un vero e proprio divertimento per il giocatore che si appresta a vivere questa avventura.



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Posso copiare? Si, ma cambia qualcosa



Con una trama originale e ben congegnata, un gameplay divertente ma per nulla originale, Oceanhorn 2 è in titolo che avrebbe potuto dire veramente di più se avesse osato giusto ancora un po'. Le musiche, le atmosfere e gli ambienti creati sono belli da vedere e ascoltare e lasceranno che il giocatore si abbandoni in questa avventura cavalleresca. Però, il fatto che ispiri troppo ad un'opera ben più celebre è il suo più grande peccato e difetto.



Non c'è dubbio, come dicevamo all'inizio della recensione, che i due ultimi capitoli legati alla principessa più famosa di Nintendo, abbiano scosso e plasmato buona parte dei videogiochi moderni. La cosa che è straniante, però, è che molte software house non vogliano prendere spunto o rendere queste caratteristiche originali per i loro prodotti, puntando solo a copiare e sfruttare, in un modo o nell'altro, il lavoro già fatto. Oceanhorn 2, per quanto divertente da giocare nei periodi in cui si vuole solo staccare la spina, risulta indigesto a chi conosce bene le avventure di Link.



Un pizzico di originalità in più avrebbe sicuramente giovato a questa avventura, dandogli la possibilità di essere apprezzata da chiunque e magari creandosi anche una piccola nicchia di seguaci che avrebbe portato gli sviluppatori ad avere veramente il giusto riconoscimento.



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Il Platino di Oceanhorn 2: I Cavalieri del Regno Perduto



Eccoci nella sezione più amata dai nostri lettori. L'elenco dei trofei di Oceanhorn 2 non risultare molto complesso, ma toglierà al giocatore un po' di tempo per essere completato. Il titolo, infatti, chiederà al cacciatore di trofei di completare al 100% tutte le regioni del gioco, trovandone tutti i segreti. Oltre questo sarà essenziale recuperare tutto l'equipaggiamento e completare alcune sfide secondarie. Molti dei trofei restanti saranno legati al normale proseguimento del gioco, sia per la trama che per l'esplorazione. Completati questi passaggi potrete finalmente sfoggiare una nuova coppa in bacheca ed essere eletti come veri cavalieri di Arcadia.




L'articolo Oceanhorn 2: I Cavalieri del Regno Perduto – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

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13 agosto 2023 alle 17:10

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