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Dordogne – Recensione

Ricordi, oggetti, memorie; grazie a Dordogne, continua ad ampliarsi il filone di giochi che portano il giocatore a scoprire il passato, ed in questo caso quello più pure e fanciullesco possibile, racchiuso in una calda estate e nell'amore di una nonna. Con un comparto visivo e narrativo di altissimo livello, il team di Un Je Ne Sais Quoi riesce a creare un'opera dal sapore agrodolce, capace di coinvolgere emotivamente anche il giocatore più duro, ma che potrebbe risultare a tratti indigesta. Preparate le valige, quindi, si vola nella coloratissima Dordogna degli anni '80, in compagnia di Mimi, in missione per recuperare i suoi ricordi perduti.



L'estate che fu



È l'estate del 2002, una ragazza di nome Mimi trova una lettera di sua nonna appena scomparsa che la invita a visitare la sua vecchia casa in Dordogna, una piccola località di campagna in Francia. Mimi, però, non ricorda quasi nulla del suo passato dopo aver compiuto il tredicesimo anno d'età, e si ritroverà una vita costruita sui ricordi del padre, caratterizzata dai litigi e dall'allontanamento da sua nonna Nora. Decisa a ritrovare le sue memorie scomparse, la ragazza arriverà in campagna e iniziando ad interagire con alcuni oggetti, lasciati da sua nonna come una specie di caccia al tesoro, inizierà pian piano a ricordare.



Vent'anni prima, Mimi arriva in campagna da sua nonna Nora per passare l'estate lontana dal caos di Parigi. Senza particolare interesse né verso Nora, né verso il luogo in cui si trova, lontana maggiormente dalle sue comodità e dagli amici, la ragazzina dovrà inanzitutto imparare a combattere il pregiudizio e conoscere meglio sua nonna. Attività locali, tradizioni, giochi, i colori della natura e tanto altro, faranno vivere a Mimi l'estate più bella della sua vita e legare con sua nonna.



La caccia al tesoro, dunque, si muoverà tra il presente e il passato, facendo immergere totalmente il giocatore nella semplice storia dei personaggi, che proprio come Mimi, verrà coccolato e cullato dall'ambiente e dagli avvenimenti del gioco, facendolo emozionare ad ogni piccola scoperta e dialogo.



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Gioco, ma non tanto



Con l'ottimo comparto visivo e narrativo, cozza indiscutibilmente la pochezza della parte giocata. Data la sua natura molto pacata e rilassata, volta a voler raccontare una storia, era già ben chiaro che Dordogne non avrebbe offerto del vero dinamismo giocando. Non ci saranno, ovviamente, combattimenti, mostri da sconfiggere e inseguimenti al cardiopalma, ma il team di sviluppo avrebbe comunque potuto rendere l'esperienza meno statica almeno nel gioco.



Controllando Mimi, infatti, ci muoveremo tra gli ambienti del titolo, portando avanti piccole quest sia nel passato che nel presente, che non presenteranno nessuna difficoltà nel completamento. Nelle fasi di interazioni, molte volte, verranno proposti piccoli enigmi o minigiochi basilari, come cercare di versare l'acqua senza farla cadere dal bollitore, o riparare un kayak apponendo colla e legno sui buchi corrispondenti. Queste piccole operazioni, unite all'estenuante raccolta dei collezionabili, che saranno di una quantità colossale per un titolo così breve, porteranno il giocatore presto alla noia, che punterà poi dritto verso il finale, senza più abbandonarsi al gioco e rompendo la connessione tra i due.



Da tenere in considerazione, purtroppo, anche piccoli bug che bloccheranno il proseguimento dell'avventura, risolvibili semplicemente ricaricando la partita dal menù principale, ma che anch'essi contribuiranno al picco di noia che si potrà raggiungere.



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Come essere in un quadro



Oltre alla commovente storia di Mimi, la punta di diamante di Dordogne è sicuramente quella del lato visivo. I colori sgargianti, i disegni acquerellati, i modelli dei personaggi stessi, sono tutto quello che si potrebbe desiderare da un videogioco di questo genere. Simile nella struttura a capolavori dell'animazione Disney e Dreamworks, Dordogne vi lascerà più e più volte a bocca aperta davanti agli scenari mozzafiato creati dagli sviluppatori. Scenari che vi sembrerà quasi di poter toccare con mano e che vi faranno desiderare di visitare quel piccolo angolo di mondo. In contrapposizione ai colori dell'estate del passato, ci saranno quelli poco più scuri del presente e dell'età adulta di Mimi, impegnata nel ritrovamento dei suoi ricordi.



Cenno d'onore alle musiche, anch'esse capace di coinvolgere e di essere mai fuori luogo. Ogni nota sarà capace di accompagnare il giocatore nel ricordo della sua personale estate fanciullesca e di un mondo che è indubbiamente mutato, sia per la crescita personale che per il progresso globale.



Dordogne, è un titolo che può donare tantissimo a chi riesce ad immedesimarsi nei fatti del gioco, maggiormente se si è legati alla fantastica figura dei nonni, alcuni tra i familiari più importanti della nostra vita.



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Com'è il Platino di Dordogne?



Eccoci alla sezione più amata dai nostri lettori. L'elenco dei trofei di Dordogne non sarà di difficile completamento, complice anche la breve durata del gioco. Se si dovesse puntare già dalla prima run alla coppa di Platino, suggeriamo di tenere in considerazione l'idea di non perdere praticamente nessuno dei collezionabili, così da non dovervi cimentare in una seconda partita. Come già detto sopra, i collezionabili del gioco saranno di una quantità colossale e si divideranno in stickers, cassette, suoni da registrare e foto da scattare. Superato questi trofei, vi basterà andare in bagno tutti i giorni fino alla fine e completare i trofei di miscellanea rimasti. DING! Un nuovo e scintillante Platino da sfoggiare in bacheca.




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16 luglio 2023 alle 17:00

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