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Oxenfree II: Lost Signals – Recensione

I segnali radio sono delle radiazioni elettromagnetiche caratterizzate da una specifica frequenza, le quali includono tra i loro effetti indesiderati l'apertura di squarci mastodontici nello spaziotempo. Se credete che una delle due parti di quest'affermazione sia errata, o almeno bizzarra, dovreste chiedere una conferma a Riley Poverly, la protagonista di Oxenfree II: Lost Signals.



Dopo una capatina nel panorama mobile e in quello dei drink demoniaci con After Party, Night School Studio è tornata alle sue origini con il seguito della sua avventura che segnò il suo più che positivo debutto nell'industria. La sua ultima fatica per PlayStation 4 e PlayStation 5 è sì un ritorno alla formula di dialoghi a scelta multipla innestati in una narrazione che rappresenta il cuore centrale, ma al contempo si configura come una storia inedita, fruibile tanto da chi abbia impersonato Alex nel 2016, quanto da un nuovo pubblico.



Interferenze elettromagnetiche



“Abbiamo provato a fermarlo. Abbiamo fallito“, ammisero gli stessi sviluppatori in un tweet del 2021, scoprendo che un gruppo tanto misterioso quanto subdolo e malvagio ebbe “influenzato il codice sorgente del gioco originale”. Tra due anni e oggi, delle interferenze elettromagnetiche mai percepite prima sono apparse a Edwards Island, segnando un punto di contatto semplice e insieme originale con Oxenfree II: Lost Signals. Ancora una volta, pur condividendo lo stesso nome e incamerando la dicitura “due”, il secondo capitolo si concentra su una trama e dei personaggi inediti.



Lo spigoloso atollo è molto spesso visibile dalla vicina Camena, basta salire dalla costa e scovare uno squarcio tra un pendio e un altro, eppure sono passati cinque anni da quando un gruppo di adolescenti innescò dei fenomeni apparentemente oltre la loro portata. Quegli stessi avvenimenti hanno convinto Riley a fare ritorno nella cittadina costiera successivamente a una lunga permanenza altrove, forse dovuta all'incapacità di affrontare il suo passato.



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Ai ragazzi impulsivi si sostituisce una donna sicura di sé (o un po' impacciata, a seconda delle scelte nei dialoghi), conscia dei propri talenti in fatto di arrampicate e di tecniche di sopravvivenza; a una particolare versione del viaggio dell'eroe, subentra una storia compatta, capace di tenere alto l'interesse fino alla fine senza mai snaturarsi né strafare nelle sue ambizioni.



Centrare l'avventura su una singola personalità, assieme a un comprimario, ha comportato un cambiamento negli stratagemmi messi in atto per creare un sentimento di empatia tra il giocatore e l'avatar: i problemi irrisolti nella famiglia di Riley rischiano in alcuni frangenti di sembrare solo ridondanti nella ricerca di un legame tra lei stessa e chi impugna il controller, specie perché condensati in circa cinque ore, ma nel complesso rientrano in modo funzionale nell'approfondimento del personaggio interessato. Ad accompagnarlo è Jacob, un ex compagno di scuola educato e un po' impacciato, desideroso di diventare suo amico scambiando quattro chiacchiere tra un passaggio e un altro delle loro peripezie.



A questo proposito, non puntare sulle macchinazioni dietro l'Ascendenza, una sorta di setta i cui intenti oscuri percorreranno tutta la partita, è voluto per dare modo a ogni aspirante Riley di vivere la propria storia. Basti sapere che quest'ultima indurrà più e più domande nei giocatori e che si attesti in piena armonia con il gameplay di Oxenfree II.



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La parola prima di tutto



Se si parla di giochi che hanno fatto dei dialoghi a scelta multipla il perno dell'interazione, viene in mente per esempio il nome Telltale Games. In effetti, una costola di Night School Studio viene proprio da lì e lo si percepisce nella gestione delle stesse chiacchierate tra i vari personaggi. Bandendo le scene animate tradizionali, sono – come nel precedente titolo dopotutto – i balloon a farla da padrone, così che ogni momento sia interazione. Esistono dei momenti di silenzio, nei quali scendere o salire per una parete, saltare su delle rocce che fanno da scogli di un torrente, ma Jacob approfitterà di quasi ogni istante al fine di attaccare bottone. Grazie alla preziosa localizzazione completa in italiano (e l'ottimo doppiaggio in l'inglese), è ora più alla portata di tutti ascoltare il proprio amico e decidere la risposta tra il trittico, anzi, le quattro proposte scritte dagli autori, dal momento che anche non rispondere è un'opzione.



I botta e risposta proseguono pure con il walkie-talkie di Riley, tramite il quale avere ora delle sorprese volutamente confuse sulla trama, ora delle indicazioni rassicuranti dalla coordinatrice del luogo (ricordando il rapporto amichevole seppure solo a voce di Firewatch). La protagonista ha inoltre a disposizione una mappa, dettagliata finemente e pronta ad aggiornarsi di volta in volta con appunti e schizzi della stessa ragazza, assieme alla preziosa, quanto dinamitarda radio. Che sia per creare uno squarcio dopo avere piazzato un trasmettitore e avere risolto una sorta di mini gioco brevissimo, che sia per mettere un po' di musica, questo strumento si configura come uno dei fulcri del gameplay.



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Degli squarci da ammirare



Anche se nel solco del predecessore, i paesaggi di Oxenfree II continuano ad affascinare nella loro bellezza naturale. L'effetto di sfocatura continua ad aleggiare come una lieve foschia dal taglio quasi onirico, ma stavolta fa il paio con degli ambienti forestali e montani più definiti rispetto al passato. Un plauso va pure al character design ricco di dettagli e ai giochi di camera che enfatizzano specifiche parti dello schermo, come una luna piena e uno specchio d'acqua.



Già viziati dall'SSD di PlayStation 5, sembra anormale assistere a delle schermate di caricamento nel passaggio di zona in zona, ma, piccola quanto intrigante chicca, si trattano solo di brevi attese che non tagliano un dialogo in corso.



Trofeisticamente parlando: un'avventura da completare… con delle lettere



In maniera coerente con l'esperienza in generale, i trofei di Oxenfree II sono 28, con i soliti oscurati per non rovinare qualsiasi sorpresa circa quelli legati alla trama. Per arrivare all'agognato Platino basterà terminare l'avventura, avendo cura di prendere tutte le lettere, ovvero i collezionabili del gioco, facilmente visibili su schermo. Per sondare a livello elettromagnetico tutti i trofei, basterà scorrere la lista sul forum PlayStation Bit.




L'articolo Oxenfree II: Lost Signals – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

Continua la lettura su www.playstationbit.com

12 luglio 2023 alle 09:10

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