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Strayed Lights – Recensione

In Strayed Lights si nasce come forma di vita elementale, si affronta un percorso in tre atti che segnano altrettante tappe di una crescita non solo fisica e l'avvicinamento alla trascendenza, per oltrepassare la soglia di una coscienza dormiente che si risveglia per un nuovo inizio. Dal torpore che ci affligge e che affligge i boss nostri simili, si esce combattendoli e liberandoli, per affrancare loro ma soprattutto noi stessi.



L'energia elementale di fuoco e acqua/ghiaccio è la nostra linfa, possiamo cambiare il nostro aspetto a piacimento in base all'identico aspetto assunto dai nemici: anch'essi pervasi e tenuti in piedi dalle stesse forze elementali e da una struttura informe, più distorta, corrotta, rispetto a quella del nostro personaggio.



In un mondo dalle levigate superfici marmoree e al quarzo, frastagliato da tracce di scorci bucolici, paesaggi lunari e lacustri o dai solidi resti urbani di un vago classicismo ormai in rovina, incontreremo anche alcuni nostri simili. Possiamo interagirci rispecchiando il loro aspetto con un cambio di colore. La parola è però abolita, è quasi una questione di telepatia, l'espressività comunicativa si affida ai loro occhi muti ravvivati da una mai sopita linfa energetica.



Sopravvivere per sottrazione



In Strayed Lights impariamo subito a prendere confidenza col gameplay grazie a un tutorial di combattimento con un essere speculare ma adulto. I comandi o le skill di attacco sono utili solo relativamente, più spesso poco generose di soddisfazioni anche se upgradate. Quello che fa la differenza è il parry, con un'animazione che, per quanto breve, a volte fa perdere il giusto timing in battaglia (soprattutto in caso di rapidi attacchi doppiati).



Dunque “parryare” bene a iosa, finché non si drena la forza vitale dell'avversario, per riempire sia la nostra barra HP sia la barra centrale a video dell'attacco finale che, quando piena a sufficienza, permette di scagliare un attacco definitivo imparabile che atterra il nemico mettendo fine allo scontro o ad un parte di esso. L'attacco finale sconfigge anche i boss ed è seguito da una breve fase di tasti da premere secondo una veloce sequenza QTE.



Strayed Lights: le meccaniche nel dettaglio



Il parry di default è su R1, meno usuale rispetto ai due trigger anteriori bassi del pad, e richiede una certa pratica. Con il cerchio, invece, si corre o si schiva: la corsa non consuma stamina, che non esiste, quindi abusatene pure. L2 è adibito all'attacco finale, quando la barra di energia si è riempita grazie ai parry, mentre cpm R2 è possibile scatenare la classica artigliata. Quest'ultimo attacco è potenziabile ma, per via della filosofia del combat system più basato sulla parata e l'attesa che sullo spam di attacchi, questo upgrade non vi tornerà troppo utile.



Questa meccanica viene accompagnata da quella che si attiva con L1: l'alternanza tra una delle due materie elementali del personaggio, scelta obbligata in base all'aspetto elementale del vostro avversario. Per avere la meglio non basta eseguire un parry in tempo, bisogna anche che lo facciate con lo stesso colore assunto dalla vostra minaccia quando vi attacca (altrimenti parate e basta senza danni ma anche senza guadagni).



Gli unici attacchi elementali che non danno vantaggi anche se parryati in tempo sono quelli lanciati in forma elementale viola (che a voi è preclusa): anche se si possono parare, alcuni sono devastanti ed è quindi meglio evitarli. Nell'ultimo atto è possibile respingere anche gli attacchi viola del boss, riempiendo a poco a poco la barra energetica per l'attacco decisivo.




Il mondo interiore



Alla stregua di molti soulslike, esiste un hub, il mondo interiore, che si raggiunge meditando: qui, dal nucleo centrale, si diramano pochi rami “skillabili” che vanno dalla salute allo stordimento all'aumento (massimo tre) di slot utilizzabili per le azioni speciali. Tra le tre skill che si possono usare con queste azioni consumabili, Equilibrio è una delle più interessanti, perché consente per un po' di avere parry vincenti (se fatti bene) anche se non cambiate colore, facilitando un po' lo scontro: potete usare queste tre chance tutte per la stessa azione speciale oppure, selezionando con i tasti freccia, per una e/o l'altra delle altre due a disposizione.



Ci sono infine tre categorie di skill che si possono migliorare nel mondo interiore: una grazie ai punti abilità che vengono guadagnati dopo ogni boss fight, che servono per i rami superiori del nucleo centrale. Per i rami inferiori si usano invece i frammenti di energia che si raccolgono sconfiggendo i mob: questi frammenti non si perdono se si muore, ma i nemici non respawnano, bisogna trovarli proprio tutti per maxare ogni cosa, quindi niente farming infinito di uccisioni.



Infine, ci sono delle sfere luminose presenti dietro vari angoli più o meno raggiungibili (di solito difesi da uno o due mob), utili per livellare l'affinità elementale che aumenta le percentuali di valore a tutti gli altri attributi (5%, 10%, ecc.), e ogni livello richiede un numero sempre maggiore di globi.



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Un ambiente a compartimenti stagni



Il gioco è diviso in tre atti: ognuno ha delle zone che si sbloccano man mano e sulle quali ritornare attraverso i portali che si aprono dal mondo interiore, o attraversandole a piedi una volta svelate (il mondo interiore però fa da scorciatoia). Se si muore, non si perde ciò che si è raccolto come nei soulslike e si riparte molto vicino al punto della sconfitta: i mob si possono ignorare fuggendo (a scapito dei drop). Oltre a ciò, una volta attraversato il portale dimensionale di una sezione per la successiva, non si può tornar indietro.



Con i suoi paesaggi calmi e immutabili, le superfici lisce e specchiate e la luminosità fredda o calda che pervade i pochi abitanti del mondo sospeso, ogni cosa tende a comunicare col silenzio. Le lancette dell'orologio sono ferme a un presente sconfinato, con pensieri non detti, che si affidano al gioco di sguardi di pura energia e alle mute e scarne interazioni gestuali tra i simili di questa civiltà dimenticata.



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Una sola chance per il Platino



Il Platino del gioco consta di 26 trofei in totale, di cui 6 d'oro e 9 d'argento. Benché l'avventura non sia lunghissima (nell'ordine di almeno una decina di ore, anche in base alla propria abilità e fortuna… coi parry), per platinare questo titolo bisogna metter in conto che molti trofei sono altamente missabili. Ad esempio quello delle 4 parate perfette consecutive oquello di rincontrare tutte le creature risvegliate, poiché non esiste comunicazione espressa di alcun tipo per capire il proprio interlocutore, senza contare quello che richiede di battere un boss senza subire danni. Il resto è legato a collezionabili (più o meno facili da trovare), ad azioni specifiche, o all'upgrade di tutte le abilità e affinità al massimo (prima di cambiare sezione, esplorate bene tutto e fate fuori ogni minaccia).



Purtroppo, da menù esiste solo “Continua”, non c'è un post game, e, una volta finito, partono i titoli di coda. Assente anche il NG+: anche se avete raccolto quasi tutto nella precedente run, ripartirete da zero e dovrete purtroppo rifare ogni cosa.




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17 giugno 2023 alle 17:00

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