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Into a Dream – Recensione Speedrun

Abbiamo affrontato un tema importante come quello della salute mentale con la recensione Speedrun di Into a Dream. Lo sviluppatore indipendente (e solitario) Filipe F. Thomaz, in collaborazione con Top Hat Studios, ha provato a realizzare una storia affascinante, contornata da piattaforme e puzzle. Entrate con noi nella tormentata mente di Luke Williams.



Tuffo nel sogno



Il tema della salute mentale è decisamente complicato d'affrontare, che si tratti di un libro, un film o un videogioco. Sono tantissimi i prodotti di qualità che prendono in esame la psiche umana, così come sono numerosi anche quelli che non riescono a far breccia nel cuore degli spettatori. Alfred Hitckock's Vertigo di Pendulo Studio è un ottimo esempio di titolo “mentale” che riesce a intrattenere senza mai risultare inopportuno.



In questo panorama tenta d'inserirsi Into a Dream, che racconta come detto la storia di Luke Williams. Filipe F. Thomaz ci porta nel subconscio di questo individuo, mettendoci in realtà nei panni di una sagoma chiamata John. Lo scopo principale di Into a Dream è aiutre Luke a risolvere i suoi problemi mentali, risolvendo una serie di puzzle e superando varie sfide. Per farlo bisognerà trovare Luke all'interno dei suoi strani e incongruenti sogni, curando la sua depressione.



Non vogliamo svelarvi troppo di una trama già risicata: Into a Dream è infatti completabile in un paio d'ore. Ci teniamo però a segnalare che l'argomento principale del gioco è trattato con il dovuto rispetto, pur essendo la storia confusionaria e poco coinvolgente. Questo anche a causa di una generale carenza di connessioni tra le sfide che il giocatore si trova ad affrontare e gli eventi a schermo. Molti puzzle sembrano “buttati lì” come riempitivo, per offrire al giocatore qualcosa da fare tra un dialogo e l'altro.



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Salto nel vuoto



A livello di gameplay, Into a Dream non è certo il gioco che innoverà il genere. Per quanto si tratti di un lavoro importante, cosiderato che è stato svolto da una singola persona, non ci sono elementi che rendono l'avventura memorabile. La nostra shilouette scura si sposta in ambienti spesso al limite del surreale, in un platform a scorrimento orizzontale costellato di puzzle.



La soluzione è spesso rapida da trovare: spostare delle casse, attivare interrutorri e altre azioni più o meno basilri permetteranno di proseguire nella narrazione. Come detto, l'elemento platform sembra però slegato dal gioco, inserito per creare una certa interattività. I controlli inoltre non sono propriamente fluidi, rendendo alcune sezioni davvero terribili e frustranti da affrontare.



Quello che non guadagna con il gameplay, però, Into a Dream lo recupera con il comparto tecnico. La grafica del gioco, sullo stile di Limbo (o del più recente Vesper), è davvero affascinanti, con fondali colorati che staccano nettamente con le sagome nere in primo piano. Altrettanto apprezzabile la colonna sonora, che regala tracce davvero appaganti per l'orecchio. Peccato solo che l'opera di Filipe F. Thomaz mostri la sua qualità solo sotto questi aspetti.



Trofeisticamente parlando: pochi ma buoni



La recensione di Into a Dream non può non concludersi con un accenno alla lista trofei del gioco. Sfortunatamente Filipe F. Thomaz ha deciso di non includere un Platino nell'elenco, ma solo nove coppe. Tra queste, fortunatamente, trovano spazio solo richieste legate al proseguo nella storia. Ottenere quindi il 100% richiederà esclusivamente di portare a termine la campagna e scoprire il destino di Luke.




Se dovessimo analizzare Into a Dream solo sotto l'aspetto tecnico, il voto sarebbe un 7 pieno. Sfortunatamente, in un videogioco il gameplay riveste un ruolo fondamentale. Il titolo di Filipe F. Thomaz soffre sotto questo aspetto di gravi lacune, con numerosi problemi di gestione dei comandi, sezioni che sembrano slegate dalla trama e un'eccessiva monotonia. La trama inoltre, altro tassello fondamentale, non riesce a coinvolgere appieno il giocatore, complice una certa confusione di fondo. Se amate i viaggi nella psiche umana, comunque, Into a Dream riuscirà a intrattenervi per un paio d'ore, regalandovi almeno con grafica e comparto audio qualche emozione.



L'articolo Into a Dream – Recensione Speedrun proviene da PlayStationBit 5.0.

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1 maggio 2023 alle 17:00