Elsa594

Inizio promettente, e, a differenza di giochi come Unity, c'è una forte interazione con i personaggi storici (Tolomeo, Cleopatra e Cesare), missioni secondarie ben fatte e molto coinvolgenti, interessante il fatto di ambientarlo in un Egitto nella sua crisi culturale e nel suo declino, a causa delle contaminazioni greche e poi quelle romane; tuttavia, verso la fine, la trama ha cominciato a calare. E non nego di averlo finito con l'amaro in bocca.
Peccato per il finale, altrimenti potevo dare un voto più alto. Scusate, ma, dopo un certo punto, ci sono rimasta troppo male...
P.S.: e mai mi sarei aspettata che il simbolo degli Assassini sarebbe nato dal teschio di un avvoltoio... una piacevole sorpresa

Trama meno avvincente del capitolo precedente, ma come giocabilità è molto buono. Almeno il protagonista parlava e si nota molto il cambio di grafica.

Molto angoscioso, ma altrettanto avvincente. Giocabilità più complicata di Heavy Rain, ma non mi ha impedito di farmi coinvolgere dalla trama. Alla fine si torna sempre lì, nel timore del diverso. Ma così è la vita. Grafica bella e realistica. La parte che mi ha messo più in difficoltà è stato scegliere il finale: per renderlo canonico alla storia, alla fine ho scelto di farla stare con Ryan. Ma, personalmente, per aspetto, preferisco di gran lunga Jay. Ryan sarà carino e affascinante, ma Jay... è un gran pezzo di gnocco! Senza tralasciare che la mia parte preferita è quando Jodie si reca dai Navajo: mi hanno sempre affascinato i popoli nativi degli USA, e la loro cultura. Il mio personaggio preferito è il dottor Dawkins: non è un cattivo, è solo un padre e un marito nostalgico e triste. Anche Paul mi è stato simpatico.
E, soprattutto... che gran colpo di scena... mai mi sarei aspettata che Aiden, in realtà, fosse il gemello mai nato di Jodie. Questo spiega molte cose.