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Videogiochi con tecniche narrative più innovative e sperimentali di sempre.

Allora ragazzi, la domanda è complessa e le risposte mi servono per cercare dei case studies per un lavoro accademico: molto banalmente ho bisogno di sapere quali sono, secondo voi, i videogiochi con il reparto narrativo più innovativo e sperimentale. Ora, non parlo solo di casi particolari che sfruttano in maniera più o meno pura il medium come Outer Wilds, ma anche giochi che hanno innovato rimediando peculiarità da altri medium (esempio MGS col cinema).
Quindi, ripeto, non parlo di "bella trama", ma di tecniche narrative, è una cosa diversa.

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Direi i Legacy of Kain visto che il modo di narrare la storia si basa poco sui fatti, lasciati al gameplay, e più sui protagonisti e i loro monologhi interiori, seguendo una linea e un tipo di linguaggio più teatrale che cinematografico ahsisi e ovviamente il primo Half Life, che ha inserito la storia in maniera del tutto complementare al gameplay, lì dove prima era ridotto a stringhe di testo o cutscenes

 

@Reita.Roses Tutti, l'unico che resta un po' fuori ma per carenza nella scrittura in sé è Blood Omen 2. Il resto tutti al top in dialoghi e monologhi, tra i migliori che si possano trovare nel media sisi

 

Due dei giochi della mia vita. Per la saga di Legacy of Kain da citare principalmente Defiance, che per chi non l'ha giocato permette di comandare a seconda del punto nello script narrativo o Kain o Raziel con il loro percorso, ma che in più punti si interseca con quello dell'altro, fino ad arrivare al loro scontro che il giocatore gioca due volte, appunto una volta controllando Kain una seconda volta Raziel.
Non ricordo giochi che prevedessero questa tecnica dei due script che si incrociano, molto cinematografica.

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Mi viene in mente The Talos Principle che mano a mano che si prosegue ci pone domande dirette sui nostri pensieri e ideologie, cercando un dialogo personale. A seconda delle risposte e del nostro modo di giocare, alla fine dell'avventura ci viene anche stilato un profilo psicologico.
Anche in Braid può essere considerato un modo originale/sperimentale di raccontare una storia penso, anche se in maniera muta.

 

The Talos Principle è fantastico, ma la meta-narrativa inserita in elementi di gioco (i testi nei terminali, gli oggetti, la chat con la IA malevola, etc.) non è qualcosa di così particolare.
Braid è già più particolare si, ma si basa sul trope della timeline spezzata (pensa a Le iene per farti capire che intendo) e con il finale a libera interpretazione.

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Prima ancora di Quantum Break c'è stato Alone in the dark inferno che ha diviso i vari capitoli in episodi, proprio come una serie tv con tanto di riassunto degli episodi precedenti.
Cito anche Alan Wake, che tramite le pagine del libro sparse per l'intera avventura riesce a raccontare eventi già accaduti o che accadranno nel gioco, risultando quindi non solo un mero oggetto collezionabile ma un vero e proprio pezzo di narrativa.

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Mi viene in mente Undertale, soprattutto se vai a fare linee di storia come il "pacifista" o il "genocida". Interagisce molto, direttamente nella narrazione, con il concetto stesso di gioco e giocatore. Come quando un boss ti va a toccare direttamente i file di salvataggio e te li "cancella" come per dirti "ora non puoi più tornare indietro"; o quando si va a toccare il concetto di "un giocatore deve completare il gioco a tutti i costi anche se sta commettendo atti atroci per il mondo in cui i personaggi vivono?"

Un altro è magari Getting over it di Bennet Foddy, anche se lì non so se si possa definire "narrazione". E' interessante secondo me però come la "storia" venga proprio filtrata attraverso il giocatore, come dice Bennet nella sua voce narrante tu diventi la "determinazione" stessa del personaggio a proseguire nel suo intento di scalare la montagna.

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Mi viene in mente Immortality, un "gioco" dove bisogna osservare le clips di diversi film realizzati da un'attrice, Marissa Marcel, misteriosamente scomparsa dopo il terzo film nonostante il successo delle pellicole. Il gioco consiste proprio nel muoversi tra le clips dei vari film, selezionando gli oggetti di scena o gli attori per muoversi fra le tre pellicole e le prove di quei film, con l'obiettivo di scoprire la verità sull'attrice.

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non l'ho giocato, ma ho visto un video tempo fa di driver sanfrancisco dove c'è una missione narrata/giocata in seconda persona, è una cosa parecchio unica e che non ho mai visto in nessun altro gioco sisi

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Vabè ci sta dark souls che ha inventato una maniera nuova di raccontare una storia, metal gear solid peace walker che potevi effettivamente capirci qualcosa solo se ascoltavi tutti i nastri. Anche shadow of the colossus aveva un approccio a dipanare la trama in maniera molto particolare

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A naso magari non hai giocato o conosci Beyond Eyes, dove la narrazione di ciò che succede va di pari passo con ciò che si scopre nel percorso del gioco, letteralmente "a tentoni" dato che noi interpretiamo una bambina non vedente. Ha avuto bisogno di alcuni espedienti per riuscirci, come ad esempio rappresentare gli odori con delle linee curve colorate da seguire con il personaggio, ma udito e tatto (se giocato con un pad con force feedback) del giocatore vengono molto più stimolati rispetto alla vista.

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Ecco, visto che continuano ad arrivare notifiche ne approfitto per segnalare anche What Remains of Edith Finch che rispetto a molti altri walking simulator riesce ad amalgamare perfettamente un gameplay dinamico in funzione totale alla storia, che non sfugge mai di mano al giocatore, e si trasforma continuamente in base a quello che deve raccontare. Per me è l'esempio perfetto di come dovrebbe essere narrata una storia in un media videoludico sisi

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