Anacarnil

Meh, Venerdì si comincia una succosa campagna di GdR tabletop con ambientazione Dragon Age. Dite che dovrei rimettermi a giocare all'intramontabile Origins?

Cronache di un Cacciatore di Demoni di Boletaria. Capitolo I: Amarezza. Il secondo prima che la mia anima venisse frantumata, ho provato amarezza. Di corsa da un torrione all'altro, in cerca dell'unico riparo contro le micidiali fiamme del Drago. Avevo conquistato persino la zona sottostante i torrioni, messa al sicuro da belve feroci e schiavi impazziti. La loggia dei cavalieri era lì, a un centinaio di metri oltre i camminamenti invasi dai cadaveri carbonizzati, un'oasi entro cui l'eroe stanco poteva guadagnarsi il meritato riposo. E allora guardo indietro alla scia di folli che ho dovuto mondare, e al resto dei camminamenti che ora si srotola dietro di me. Ne ho fatta di strada. Ancora avanti, un bel respiro. La mia forma d'anima ha un guizzo per l'eccitazione del momento. Il Drago giunge. Io, dietro di lui, inizio a correre, i capelli che rischiano di avvampare per il calore del respiro del rettile garguantesco. Poi il Drago si alza, si allontana in volo. Ed è quando si solleva che lo sgomento mi coglie. Balestrieri folli schierati a difesa del passo, un demone dagli occhi di ghiaccio ad attendermi, la spada in pugno. Con la forza della disperazione, mi getto oltre. Riesco a superarli, evito le fiocinate letali delle balestre. Vedo la libertà della loggia. Poi, freddo acciaio raggiunge improvviso il mio ventre nudo. Spalanco gli occhi, sollevo lo sguardo. L'ultimo demone sogghigna mentre la mia anima va in frantumi. Di nuovo. Amarezza.