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Higwater – Recensione Speedrun

Sdraiato sul suo gommone, con il sole alto a scaldargli il viso, Niko sta forse raccogliendo le energie che gli serviranno per tentare di fuggire da un mondo che oramai è alla deriva. Questa è la scena iniziale di Highwater, il subacqueo protagonista della recensione Speedrun odierna a cura di Demagog Studio e Rogue Games, intenti a offrire un nuovo viaggio nella loro trilogia post-apocalittica.



Il post-apocalittico della sopravvivenza quotidiana



I campi da golf extra terrestri di Golf Club Wasteland (2021) sono infatti le terre che i ricchi di Alphaville colonizzeranno dopo essere fuggiti dalla Terra alla volta di Marte. La Grande Catastrofe Climatica ha infatti reso irriconoscibile il pianeta, i cui resti civilizzati sono stati fagocitati dall'acqua.



L'originalità e di conseguenza la componente di Highwater più riuscita in termini di narrazione e di world building non risiede nella trama in sé, un mondo sull'orlo di un precipizio come tanti altri, bensì nella sua capacità di farti avvicinare ai suoi protagonisti (o malcapitati) attraverso le loro azioni quotidiane volte alla sopravvivenza.



Ecco che infatti l'esplorazione sul gommone a motore viene interrotta ora dall'impellenza di una tanica di benzina, ora dall'urgenza di una bottiglia di alcol per il proprio amico un po' troppo dedito ad alzare il gomito. Questo perché l'obiettivo ultimo è entrare ad Alphaville per assicurarsi un posto tra i prescelti in rotta verso Marte, ma la strada… marina è fatta di scontri e altri scogli.



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Esplorazione e botte a turni



Il gameplay di Highwater è diviso in due macro componenti che si alternano e coniugano tra di loro: l'esplorazione libera (circoscritta tra alberi che spuntano dall'acqua e grattacieli) è un mero passaggio tra una zona terrena da scoprire e la successiva, con la sola Highwater Pirate Radio a rompere il silenzio con le canzoni o i messaggi di gente arresa al destino, o ancora con i compagni a supporto di Niko.



Approdato su un'area emersa tra quelle con cui sia possibile interagire, il protagonista può scovare quotidiani e libri da collezionare, oggetti da raccogliere per la prosecuzione del viaggio e degli ostacoli rappresentati dai Ribelli o dai militari di Alphaville da battere.



A dominare sono degli scontri strategici a turni con visuale isometrica, molto semplici nelle meccaniche da apprendere e da applicare alle sue dinamiche. Ogni personaggio presenta una o più abilità distintive (tra chi ha una testata e chi ha un attacco saltato ad area), ma non manca la possibilità di sfruttare oggetti e parti dello scenario per avere la meglio sui nemici.



Pur nelle sole circa sei ore di cui è composto, Highwater non riesce a tenere alta l'attenzione del giocatore fino ai titoli di coda, scadendo in un sistema di combattimento ripetitivo e una serie di dialoghi che via via si fanno più inconsistenti.



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La crisi climatica del frame rate



Il ritorno di Demagog Studio a quella Terra che gli astronauti di Golf Club hanno lasciato sottolinea la centralità di temi come la crisi climatica e la relativa colpa dell'essere umano. Ecco che, artisticamente parlando, a farla da padrone sono atolli improvvisati di erbacce e ruderi urbani, insieme a distese di acqua sconfinata.



A far storcere il naso di Highwater in materia di tecnica è un abbassamento del frame rate, che caratterizza più parti dell'esperienza, ora quando si scende dal gommone, ora mentre si esplorano le zone terrene.



Trofeisticamente parlando: cacciatori in gommone



Otto trofei d'oro, sette d'argento, quattro di bronzo e l'immancabile Platino caratterizzano Highwater. Tolti quelli legati alla trama, per ottenerli tutti sarà necessario pattugliare ogni isolotto (tranquilli cacciatori, sono pochi quelli con cui sia possibile interagire) alla ricerca di giornali e libri da collezionare.




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26 aprile alle 17:00