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PEGI: questo sconosciuto

Una nuova applicazione per smartphone permette di controllare la classificazione dei giochi

Tutti quanti dovremmo fare più al PEGI. Si tratta dell'età minima consigliata che deve essere esposta per legge sulla confezione di ogni videogioco in commercio nei negozi e che si trova anche esposta quando compriamo un gioco online in digital delivery. Non è solo un fattore di età, ma aiuta anche la sensibilità di ciascuno di noi nel caso in cui si voglia evitare di comprare un gioco che contiene scene di nudo, violenza, riferimenti razziali o all'uso di droghe. Il tutto, tra l'altro, è monitorato e catalogato a livello europeo.



Per chi volesse sapere qualcosa in più su come funziona il PEGI può visitare il sito internet ufficiale che contiene un database con più di 16.000 giochi catalogati: per ciascuno di essi possiamo scoprire se sono presenti contenuti non adatti ad un pubblico troppo giovane o sensibile.



Perché parliamo del PEGI? Perché è importante informare il pubblico dei videogiocatori (e non) su questo argomento. Soprattutto perché fin troppo spesso assistiamo a quei casi di cronaca dove si vedono genitori che lasciano giocare i figli a videogiochi con PEGI 18+ e poi lamentano di non essere stati informati.




Inoltre, approfitto dell'occasione per farvi sapere che una nuova applicazione dedicata agli smartphone Windows Phone 7 è appena stata lanciata sul relativo Marketplace e permette di sfogliare, comodamente e gratuitamente dal proprio smartphone, l'ampio database dell’organizzazione che gestisce il sistema di classificazione europeo. Se avete uno smartphone Windows Phone 7 e volete scaricare gratuitamente l'applicazione potete farlo cliccando qui.

pubblicato alle 16:35 del 20/07/2011

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Aldilà del PEGI (che è cosa buona e giusta), sta anche al genitore poter scegliere se certi giochi sono o no adatti ai propri figli.
Mio figlio ha 4 anni, e quando ci sono io puo' giocare anche coi giochi PEGI 7 o 12 con la mia supervisione (eh, si ho poteri da super-papà)!

 

Il fatto che mi da fastidio è che il PEGI serve anche per "avvisare" ai genitori che il prodotto che stanno per acquistare può essere adatto o no ad un bambino, peccato che i genitori non videogiocatori, questo PEGI non sanno nemmeno cosa sia, quindi comprano un gioco al figliolo e se è violento, scattano le rotture di scatole delle mamme arrabbiate perchè c'è troppa violenza nei videogiochi. Su Pokemon Heart Gold sono riusce a far togliere il casinò nella versione Americana ed Europea perchè sennò i loro cari bambini sarebbero diventati dei maniaci del gioco d'azzardo, ma ci rendiamo conto? Non è nemmeno lo scopo del gioco quello di stare vicino alle slot machine, e poi ovviamente lì si scambiano i soldi del gioco per prendere i gettoni che servono per prendere i pokemon, senza stare alle slot machine. Spero solo che capiscano che se comprano un videogioco sbagliato, non è colpa dei videogiochi, ma della loro ignoranza.