COMMANDOS TIGRI 1973
1973: è questo l'anno che vede la nascita del movimento Ultras a Busto Arsizio per opera di alcuni ragazzi innamorati delle Tigri bustocche che decidono di fuoriuscire dal Pro Patria Club (unica insegna del tifo organizzato di quei tempi) sentendo il bisogno di fornire tutto il sostegno possibile alla squadra biancoblù.
Sono gli anni in cui alla base di tutto ci sono l'amicizia e la voglia di "fare casino" tutti assieme, anche se i mezzi sono quel che sono.
E così basta poco per cominciare a muovere i primi passi: le latte di vernice vanno bene anche come tamburi, le sciarpe in lana (… fatte in casa!) in stile popoular, che richiamano la nostra gloriosa maglia, avvolgono i nostri predecessori che intanto cominciano ad accendere i primi fumogeni, sventolare le prime bandiere, muovere i primi passi fuori casa. Decidono subito di chiamarsi Commandos Tigri e già nella scelta del nome si intende quanto forte sia il legame fra i Bustocchi e la loro squadra!
Ed anche quando, dopo un decennio che porterà una svolta radicale per tutto il movimento Ultras italiano, arriverà il primo ricambio generazionale allo stadio "Speroni", sarà ancora dietro l'ideale delle Tigri bustocche che cominceranno a radunarsi gli storici Tigers Supporters, primo vero gruppo Ultras organizzato a seguire le sorti della nostra Pro Patria. Come nel resto della Penisola si stampano adesivi, si producono le prime sciarpe del gruppo, le trasferte si affrontano tutti insieme in pullman: ovunque c'è la Pro Patria ci sono i suoi Ultras, da Piacenza a Rimini, da Brescia a Carrara.
Nascono così le prime amicizie e le prime rivalità: gli Ultras del Sant'Angelo Lodigiano scambiano frequenti visite con i T.S., mentre con i Carraresi in entrambe le partite del campionato di C1 del 1981/82 si verificano tafferugli.
La Pro Patria annaspa in C2 per svariati anni con deludenti risultati, il gruppo va avanti con onore anche se gli insuccessi sono tanti a fronte di ben poche soddisfazioni.
Al termine del campionato 1987/88, che vede fra l'altro la scomparsa dell'indimenticato Andrea Cecotti al termine della partita col Treviso e l'umiliazione di un 1 a 4 patito in un derby casalingo, la Pro Patria et Libertate 1919 sezione Calcio retrocede per la prima volta nel campionato Interregionale, scomparendo così dal calcio professionistico.
I Tigers Supporters subiscono il colpo: molti di loro gettano la spugna anche, e soprattutto, per raggiunti limiti d'età. Ma Busto Arsizio non si piega davanti a nulla ed è proprio nel momento di maggiore difficoltà che, ad opera dei Tigers più giovani (alcuni dei quali figli dei fondatori del 1973), rinasce il Commandos Tigri.
Solo reagendo si diventa grandi e così, ripartendo da zero, si riafferma la determinazione degli Ultras bustocchi: gente decisa, forte ed orgogliosa di sventolare sempre e comunque la propria bandiera. L'impostazione del gruppo è, già da allora, ispirata dalla realtà anglosassone quantomeno nella scelta dei cori, a volte volutamente ossessivi e sgraziati.
Sono comunque anni duri e privi di soddisfazioni, quantomeno sul rettangolo verde. Per due anni consecutivi sfioriamo la promozione ma sul più bello tutto svanisce.
Il gruppo continua però a crescere in unità e mentalità… a Gallarate c'è un'intera città contro di noi, forte dell'aiuto degli amici varesini, a Biella e Domodossola ci troviamo contro gente davvero tosta e determinata, in grado di metterci in difficoltà. A Bellinzago, perso l'ennesimo campionato, scoppiano ripetuti scontri contro le forze dell'ordine.
Conosciamo anche l'inferno dell'Eccellenza ma proprio da lì, inarrestabile, comincerà la nostra risalita: invadiamo Meda ed a Corbetta festeggiamo la vittoria del campionato! L'anno seguente ci presentiamo anche in Sardegna e, durante il viaggio verso Castelsardo, conosciamo i ragazzi della Nuova Guardia di Sassari coi quali l'anno seguente ci uniremo in un saldissimo gemellaggio che ci legherà con tutta la curva sassarese.
Al termine del campionato 1994/95 ci troviamo infatti inaspettatamente in C2 in seguito alla fusione fra la nostra Pro Patria e la S.G. Gallaratese. All'inizio reagiamo male, molti di noi si ribellano all'idea di cancellare in un sol momento 80 anni di storia.
Ma ci rendiamo subito conto che la situazione è per nostra fortuna ben diversa da come temevano: il nome della nuova società resta Pro Patria, il campo da gioco il nostro vecchio, caro Carlo Speroni e la maglia rimane quella di cui saremo eternamente innamorati, rigorosamente a righe biancoblù.
Comincia così una nuova era per il Commandos Tigri: la città riscopre un amore mai sopito per quella squadra che tanto lustro le ha dato in tutta Italia.
Ci rincontriamo con gruppi coi quali non ci si vedeva da anni ed in breve gli Ultras bustocchi salgono alla ribalta nazionale!
A Novara ci presentiamo senza scorta e ci dirigiamo verso il bar dove si ritrovano gli Ultras novaresi: ne nasce una rissa di dieci minuti al termine della quale il bar risulta distrutto ed ancora oggi rendiamo onore ai nemici novaresi che in quell'occasione si scontrarono lealmente con noi.
Poi è finalmente tempo di derby! E così oltre 1500 bustocchi vedono la Pro Patria trionfare dopo tempo immemore al "Mari" in un tripudio di sciarpe e bandiere, al termine di un match vinto su rigore inesistente all'ultimo minuto… il massimo per noi dopo anni passati a mangiare polvere e rabbia sui campetti della periferia lombarda!
Per un momento sogniamo ad occhi aperti la promozione ma poi comincia il periodo nero dei play-off che per quattro volte consecutive ci negheranno la gioia della C1.
L'anno seguente è quello della nostra maturazione: il gruppo continua a crescere numericamente e per l'organizzazione di tutte le nostre attività possiamo contare sull'appoggio di Comunità Giovanile, unica realtà cittadina capace di offrirsi ai giovani come reale alternativa all'omologazione del sistema.
Ogni nostra idea nasce da lì, ci si ritrova tutti insieme e si decidono coreografie ed iniziative inerenti il gruppo e perfino la nostra stessa amata città. Si conduce vita di gruppo 7 giorni su 7, fianco a fianco con gli Skinheads che nel giro di poco tempo sono divenuti una splendida realtà.
Alla fine del secondo campionato di C2, che vede il ritorno dei dissapori coi varesini e l'assalto alla curva degli Ultras vogheresi, è legato il ricordo dell'amara partita con la Pro Sesto: la maglia della Pro Patria ed il blasone di Busto Arsizio rappresentate sugli spalti spingono idealmente i Tigrotti verso la finale… "Questa maglia, orgoglio di questa città!". Anche stavolta cadiamo, anche stavolta sapremo risollevarci.
L'anno seguente rincontriamo i ragazzi di Trieste, coi quali si rinsalda un'amicizia che lega indissolubilmente le due città da oltre trent'anni grazie allo storico gemellaggio fra Triestina e Pro Patria Club! Proprio contro la Triestina, al termine di un incontro in cui inseguimmo l'arbitro fin dentro gli spogliatoi dopo aver invaso il campo di gioco, perdiamo l'ennesimo ingresso alla finale play-off. Sembra davvero una maledizione!
Così, fra alti e bassi arriviamo nel nuovo millennio.
Il Duemila risulta essere anche per noi il primo anno di una nuova era: in primavera, in seguito a contrasti interni, il Commandos è sull'orlo dello scioglimento ma proprio allora ritrova linfa vitale e così nasce una sorta di federazione che lega proprio il CT e la neonata Busto Crew, gruppo che raduna le realtà casual dei quartieri di Sacconago e Sant'Anna, ovunque presenti al seguito delle Tigri, insieme agli storici Skinheads bustocchi.
Il derby di Legnano di settembre apre una nuova pagina della storia del tifo bustocco: a seguito degli arresti e delle diffide per gli incidenti avvenuti quel giorno con le forze dell'ordine, il gruppo si ritrova alle strette, ridotto numericamente all'osso e letteralmente braccato dalla polizia.
E' allora che, facendo quadrato, decidiamo di non esporre più il nostro striscione, anche in segno di solidarietà nei confronti di chi non può essere allo stadio con noi. Si fa largo fra noi, i nostri Skins e tutti gli Herberts bustocchi, uno stile propriamente casual anche per far fronte ad una vera e propria repressione della nostra realtà Ultras.
"Non reprimerete mai la nostra fede": con questo striscione continuiamo duri e tenaci a seguire ovunque le Tigri. Orgogliosi di rappresentare anche chi, per quella partita, ancora oggi non può venire allo stadio.
E così cambia anche l'impronta estetica del gruppo con svariati stendardi a rappresentare le realtà del tifo bustocco. Tutti uniti sotto l'unica bandiera degli Ultras Pro Patria.
L'organizzazione non è più certo quella dei primi anni di C2 ma l'entusiasmo e la fede rimangono intatti anche grazie all'apporto degli intrepidi ragazzi del Seguito Bustocco e di quella parte di ragazzi del Commandos che ora si raduna sotto le insegne della Vecchia Guardia.
E così finalmente, dopo vent'anni di sofferenze, alla fine del campionato 2001/02 celebriamo la nostra promozione in C1! L'esodo di San Giovanni Valdarno e la vittoriosa finale a Busto sono solo gli ultimi ricordi di un cammino di trent'anni che ci riempie d'orgoglio!
Il COMMANDOS TIGRI, nell'estate 2003,annuncia il suo scioglimento.
Articolo di: Bustocco.it